
I RIFLESSI DELLA CRISI DEVONO TROVARCI PRONTI

La crisi economica, finanziaria, sanitaria e sociale che stiamo vivendo anche sul nostro territorio in questi tempi (e i prossimi) può e deve essere affrontata con diversi punti di vista, da diverse strade, con il comune obiettivo di alleviare e ove possibile risolvere efficacemente situazioni di difficoltà e precarietà. Precarietà di individui, famiglie, imprese.
E’ proprio per queste ragioni che può essere utile che il Comune (e meglio ancora se sostenuto in provincia) si adoperi per la creazione al suo interno di uno Sportello Unico “EcoIdea” che vada in questa direzione, che batta queste strade.
L’obiettivo dello Sportello deve essere infatti quello di divenire un punto di riferimento per cittadini, famiglie e consumatori, capace di fornire supporto nell’attuazione di buone pratiche ambientali che caratterizzano la vita quotidiana e nella scelta delle tecnologie e dei prodotti che consentono il risparmio delle risorse, dell’energia, a supporto su bandi, incentivi esistenti e come beneficiarne e lo stesso per la ricerca di fornitori, professionisti convenzionati per giungere poi a ai temi finanziari, produttivi, dell’alimentazione… ect.
Facilitare il reperimento di strumenti conoscitivi comporta, nei fatti, un miglioramento del benessere individuale e collettivo. Gli Enti possono, sempre più, diventare motori, sostegno e accompagnamento per questo miglioramento e scelte responsabili.
Lo Sportello “Ecoidea” permette la più facile e rapida individuazione del soggetto preposto alle risposte e le risposte stesse, coordinando, attingendo da/con le associazioni di categoria, Poli, altri Enti, professionisti locali, tutti soggetti ricchi di competenze da mettere in rete promuovendole al servizio della Comunità.
Uno sportello (fisico/virtuale) capace quindi di fornire supporto, banche dati e albi di professionisti e artigiani qualificati convenzionati e il reperimento di informazioni e aggiornamenti per consigli e “disbrigo” delle “buone pratiche” , altrimenti più difficilmente assolvibili e con non secondari esborsi economici, può essere, per questo, importante, utile e necessario.
Il suolo è una risorsa, limitata – come l’acqua e l’aria – e non rinnovabile. Un bene comune dunque, da tutelare e preservare.
Il suolo ha un valore ambientale, sociale, culturale ed economico, fondamentale per tutta la collettività. Un valore che viene quotidianamente eroso dall’inarrestabile attività edificatoria e dalla dissennata cementificazione dei nostri territori.
Ci stanno togliendo il terreno da sotto i piedi La Lombardia è una delle Rregioni più urbanizzate e cementificate d’Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140.000 m2 (l’equivalente di circa 20 campi di calcio) al giorno, per un totale di quasi 5.000 ettari l’anno coperti da cemento e asfalto, distrutti dall’edilizia residenziale e commerciale… terra che non tornerà più, poiché è quasi impossibile che un terreno edificato possa tornare fertile.
Il principio deve essere: Evitare, ridurre, mitigare, compensare
Ognuno di noi ha bisogno di un po’ di suolo. Il suolo su cui si produce la nostra dose giornaliera di alimenti, il suolo che è parte del nostro paesaggio. Ma anche il suolo distrutto per costruirci la nostra casa, o la strada che ci permette di muoverci.
Da sempre l’essere umano ha consumato un po’ di suolo ma da alcuni anni la situazione è cambiata: il consumo di suolo cresce molto più del fabbisogno abitativo. Anzi, si costruisce moltissimo senza nemmeno porsi il problema di dare una casa a chi ne ha bisogno. Il consumo di suolo negli ultimi decenni ha significato:– speculazione edilizia a vantaggio di pochi operatori immobiliari– uno stato di ‘dipendenza’ per i comuni, che hanno lottizzato per ottenere entrate economiche tramite gli oneri di urbanizzazione
Si deve raggiungere quindi l’obiettivo, da subito, di rendere obbligatorio, dovunque possibile, il riuso delle aree dismesse o sottoutilizzate che devon anche essere individuate con la mappatura comunale, per far fronte ad ogni nuovo bisogno insediativo. – Meglio ancora sarebbe imparare a recuperarl aree attraverso boschi urbani, restituirle ai vuoti ma di fruizione ecologici e a verde- Solo quando si dimostra inevitabile usare suolo libero, viene imposto l’obbligo di compensare la perdita di valore ambientale, ‘costruendo natura’ su una superficie doppia a quella consumata, rendendola fruibile alla comunità locale. E deve essere realizzata prima di ottenere il permesso di costruire e prevedere il vincolo a finalità di uso pubblico di carattere ecologico-ambientale sulla corrispondente porzione di territorio comunale.
La compensazione ecologica preventiva si va ad aggiungere agli altri oneri già previsti dalle normative vigenti, allo scopo di scoraggiare il consumo di suolo libero. La compensazione non avrà ripercussioni negative sulle entrate dei Comuni perché non sostituisce gli oneri di urbanizzazione, ma anzi si aggiunge ad essi. La Crescita zero del cemento è un atto d’amore per la città. Il principio deve essere: Evitare, ridurre, mitigare, compensare
Lo stop alla predazione del Territorio vuole essere quel tale che arriva e dice: “Scusi, può evitare. Mi dà fastidio…” Il Principio di compensazione ecologica del territorio è appunto questo signore. Siamo ognuno di noi.
In Italia il coronavirus amplierà il divario tra ricchi e poveri e, nondimeno, tra onesti e disonesti.
Dove l’onestà e la disonestà non è solo o per forza questione di Legge ma di Giustizia, di egoismo e comunità.
Già, Comunità. Farne parte e far la propria parte.
I prezzi dei prodotti che aumentano, anche quelli tenuti fino all’altro ieri a magazzino.
Le mascherine e l’Amuchina come non ci fosse un domani. Lo sfruttamento dei corrieri e dei rider per il cibo a domicilio (questi se si mettessero in cooperativa potrebbero davvero vincere lo sfruttamento) e i 600 euro alle partite Iva che lo Stato ha riconosciuto per marzo.
Parliamo dei 600 euro.
Quei 600 euro, dati a quasi tutti senza limiti di reddito e patrimonio. Potevi averlo di 10.000 euro o di 1 milione.
Bastava chiederli, ti venivano dati.
Sono stati chiesti, sono stati dati.
E, si conteggia che un 30% tra chi li ha chiesti e li ha presi, era chi non era in emergenza, chi non ne aveva bisogno, chi poteva farcela e ce la fa benissimo da solo.
Chi I 600 euro li usa per le borse firmate, per le mance al ristorante, per comprarsi lo champagne non il pane.
E gli verranno dati anche ora a maggio. Forse addirittura 800 euro
Così l’ingenuità del Governo ha fatto gancio all’egoismo del singolo.
Perdendoci, lo Stato, milione più milione meno, 1 miliardo.
Non utilizzabile quindi per veri bisogni, vere necessità, vere emergenze.
Decine e decine di migliaia più che benestanti, di ricchi, di sciur direbbe Jannacci, che ne hanno approfittato.
Egoisticamente, per 600 euro. Robin Hood all’incontrario.
Non c’è nulla di illegale, è molto più semplice.
È quello spazio, grande o piccolo che sia, quel guado che sta in mezzo tra il diritto di averli e il dovere di non prenderli.
Si chiama dignità, solidarietà, meglio ancora: si chiama Comunità.
Farne parte e fare la propria parte.
Un esercito di scippatori in una miriade di scippi e il peggio è che questi squallidi profittatori in troppi son sicuramente convinti di non aver fatto altro che il proprio legittimo interesse.
Inutile spiegare a questi italiani che sono ladri.
Non capiscono il significato della parola.
Oggi l’unica cosa che circola in stazione non sono i treni ma la notizia che Regione Lombardia, così tra la il senza vergogna e la molta fretta, ha deciso durante le vacanze natalizie, di rinnovare, il contratto di servizio per altri 9 anni, a Trenord.