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ANDATE (andiamo) AL BAR – di paolo barnard

seminahttp://www.paolobarnard.info/interventi_indice.php

Dovete andare al bar, se volete salvarvi e salvare l’Italia. Non è una battuta. Scegliete il bar rionale per eccellenza, quello con Sky calcio, con avventori di mezza età e anziani in maggioranza, quello dove la sera vanno per la partita a briscola il meccanico, il macellaio, l’odontotecnico, i pensionati; quello dove al pomeriggio scendono le impiegate per il caffè, o le mamme che comprano il gelato al bimbo. E fate domande semplici.

Prima di continuare, vi informo di cosa sta motivando questa mia bizzarra apertura.

Ormai da troppo tempo, dopo aver preso le posizioni di critica ai noti ‘paladini’ dell’Antisistema, agli “industriali della denuncia e dell’indignazione“, cioè ai Rizzo, Stella, Travaglio, Grillo, Gomez, Gabanelli, Ricca ecc., ricevo regolari contestazioni da cittadini attivi che si riassumono così: 1) Attacchi gli unici rimasti a fare ancora uno straccio di vera informazione. Se eliminiamo loro cosa rimane? 2)Senza di loro, noi non avremmo mai saputo di questo o di quello scandalo, o di queste e quelle trame di potere e di quanto sia deviata questa politica. 3)  L’informazione disponibile ai cittadini è quasi nulla, ed è tutta falsa o controllata. Per questo i cittadini italiani non si oppongono alregime’. Per fortuna che ci sono i Travaglio e soci a guidare l’opposizione ad esso.

(nota: ricevo anche molte lettere di condivisione, ma non ci interessano ora)

So di aver già spiegato e rispiegato la mia idea in diversi interventi, non voglio annoiarvi, ma per scrupolo e per rispetto delle legittime ansie di molti cittadini che ancora mi scrivono o che mi contestano sui blog provo a chiarire per l’ultima volta. Continua la lettura di ANDATE (andiamo) AL BAR – di paolo barnard

solidarietà ed ammirazione PER DUCCIO

per_duccioMercoledì ho assistito alla puntata su La7 di Exit, il programma giornalistico di Ilaria D’amico. Tema  del giorno: la mafia al nord. C’erano in studio ospiti politici, magistrati, giornalisti e cittadini impegnati. Tra i primi il sen. Castelli, tra gli ultimi Duccio Facchini, di Qui Lecco Libera. Duccio, e chi l’ha visto può confermare, è stato bravo, efficace e serio.  Il sen. Castelli invece, colui che tra le altre cose pochi giorni fa – dopo che il procedimento penale, non era mai potuto sfociare in un processo, perché il Senato negò l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti – è stato costretto dalla Corte dei Conti a pagare quasi 100.000 euri per consulenze assegante in maniera “irrazionale e illegittima” e per una assegnata senza alcun bando di gara e per la nomina tardiva della commissione che avrebbe dovuto vigilare sulla società, bravo, efficace e soprattutto serio non lo è stato per niente.   Con evidenza temeva – conoscendolo – Duccio Lo temeva perchè Duccio è sempre chiaro, preparato, documentato. E l’ing Castelli la verità non la sopporta.  La boria di questo politicante è così volgare che è addirittura sfociata nel voler zittire le puntuali e legittime affermazioni di Duccio perchè non aveva, il ragazzino ventenne, ricevuto pallottole intimidatorie.   Nell’esprimere pubblicamente la mia solidarietà a Duccio per questo attacco volgare ed intimidatorio del sottosegretario Castelli  auspicando per un futuro di intelligenza e riscatto che a Lecco e nel nostro Paese ci siano sempre più persone come Duccio e sempre meno come Castelli mi permetto ricordare qui – anche a Castelli – due frasi di illustri e seri cittadini del mondo con la schiena dritta che credo siano tra le convinzioni e le regole di Duccio: Non essere complici, non mentire non restare ciechi (di Simone Weil) La politica senza morale è brigantaggio (del lecchese Aroldo Benini)

  due click per ingrandire un precedente incontro tra Duccio e ….

LO SCIOGLIMENTO DEL KHORAKHANE’

fine-kh

Sono passati 10 anni.

10 anni da quella primavera del 1999 dove, dopo 78 giorni, che vivemmo l’esperienza di mobilitazione e di testimonianza quotidiana, continua, insieme ad altri cittadini e realtà del territorio, contro una guerra, “la” guerra , che vedeva l’Italia in prima fila, carica di armi, e zero ragioni e diritti, decidemmo di ripartire da quell’evento per provare a far crescere in noi e negli altri, nella nostra città e nella città-mondo, una coscienza critica, una speranza di cambiamento, quella stessa speranza che abbiamo imparato a leggere nelle lotte e speranze degli indigeni dell’America, indigeni che testardamente resistono, reagiscono. Insieme a loro, noi e loro, e tutte le minoranze del mondo insieme, tessuti di un’unica rete di diritto e giustizia, volevamo alzare la testa, stare in solido, a fronte alta di fronte alla storia… continua a leggere, se ti va

chiuderemo con l’amico Luca Rastello (come l’abbiamo aperto 10 anni fa sulla Cecenia)il 4-maggio-a-lecco-mercato-e-narcotraffico

214 DISPERSI IN UN MARE DI SILENZIO

portopaloMorire di frontiera. Accade da vent’anni lungo i confini dell’Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non mancano incidenti stradali, morti di stenti nel deserto come tra le nevi dei valichi montuosi, piuttosto che uccisi da un’esplosione negli ultimi campi minati in Grecia, dagli spari dell’esercito turco o dalle violenze della polizia in Libia.

Fortress Europe è una rassegna stampa che daò 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della frontiera: 13.747 morti documentate, tra cui si contano 5.444 dispersi.   Anche oggi nuovamente. Continua la lettura di 214 DISPERSI IN UN MARE DI SILENZIO

a forza di essere vento