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TACI! IL NEMICO TI GUARDA

telecamereIl Comune ha già pronta la campagna pubblicitaria davanti alla biblioteca:“Taci, il nemico ti guarda”. Sono infatti in fase di istallazione 4 nuove telecamere.

L’ho saputo da mia suocera che mi ha telefonato tutta trafelata.

Hai sentito cara che mettono delle telecamere anche in biblioteca?” Dove li trovano tutti i soldi, poi è per questo che mi aumentano l’Imu”

Ho dovuto tranquillizzarla dicendole che queste della Biblioteca di telecamere costano di meno, non han bisogno del sonoro.

In realtà poiché i complotti internazionali vanno smascherati sul nascere, il Comune di Lecco non può non fare la sua parte. Partendo appunto dalle telecamere.

Non si spiegherebbe altrimenti come una città come la nostra possa essere arrivata a ben 110 telecamere installate. Più o meno per giunta tutte in centro. Dove i negozi son cari. E le strade son ricche di multe.

Se mi danno una password posso seguire in diretta i miei ragazzi quando escono di casa. Se poi controllo i filmati dopo cena è come guardare la tv. Potrei invitare i miei vicini di casa così la smettono di tenere alzato il volume fino a tardi.

Mio figlio a cui ho fatto presente la nuova disposizione del Comune un po piccato mi ha fatto notare che queste scelte han più occhi che cervello.

Con il suo cellulare mi indica un passaggio della notizia sulla stampa e cioè che a volerle, queste telecamere, oltre al capo della Polizia Morizio – ma il suo so che è per un trauma da mancata Hollywood, pensa che così poi lo si veda in tv – c’è addirittura il Settore Educazione, cultura e sport.

Wow! mi dice. Educazione e cultura.

Bel modo che voi grandi avete di educarci. Con un occhio che ci vuol seguire anche in bagno.

110 telecamere volute dal Comune per prevenire il crimine a Lecco e poi chi arrestano o indagano per mafia? Loro.

Quante centinaia di migliaia di euro son costate queste telecamere?

Forse gli stessi soldi che il Comune non ha trovato per i servizi ai disabili di Artimedia, o per contribuire ad aiutare le famiglie bisognose che non riescono nemmeno a pagare la tassa rifiuti e da domani la Tasi?

Mio figlio deve trovarsi una ragazza. E’ ora.

Sfruttando quel diffuso senso d’insicurezza che pervade oggi la nostra città, civiltà il Comune vuole tolleranza zero. Vuole con le telecamere spiare l’inspiabile.

Vedere l’altrimenti invisibile. Lui la telecamera ad ogni via, ad ogni angolo, ad ogni anfratto non la vede come intrusione.

E’ per la tolleranza zero.

Tolleranza zero! Trasparenza totale. Finché non gli entra in Municipio

Allora conveniamo in famiglia, se non servono per far cassa e raccogliere milioni di euro di multa ma per la nostra sicurezza, bisogna come cittadini aiutarlo e scrivergli una lettera per suggerirgli delle soluzioni complementari.

Per esempio perché non chiuderle direttamente le vie. Tutte?

Perché in fondo è per noi che le hanno messe. Non si fidano.

Il Sindaco poi che si sta sovraesponendo in questi ultimi tempi come non mai come paladino della legalità dovrebbe organizzare una via crucis della sorveglianza.

Adesso gli telefono. Ops! Il telefono meglio di no… e poi non serve nemmeno, vuoi che una delle 110 telecamere non abbia già spiato i miei passi, queste righe, fin dentro i miei pensieri?

E anche i vostri.

HO DETTO TUTTO QUESTO, MA FATE FINTA CHE NON VI HO DETTO NULLA

gocciaA un certo punto l’altra sera, la tensione tocca il suo culmine: sto per leggere a mio marito la dichiarazione degli attivisti del M5S di Lecco a sostegno del Comitato Lecchese per l’acqua pubblica, che solo qualche minuto prima era stato messo on line da tutta la stampa locale.

Il Volume della Tv viene bruscamente modulato, impongo ai miei figli di interrompere il sabba di urla e lancio di vivande che in casa chiamiamo spiritosamente “cena”.

Poi mi viene in mente che, quando ero piccola io, i miei modularono bruscamente il volume della tv e mi chiesero di chiudere il becco in ben altre occasioni: tipo l’assassinio di Kennedy, la crisi di Cuba, il primo uomo sulla luna o l’alluvione di Firenze. Ricordo ancora che, nonostante i miei pochi anni, riuscii a capire, dal comportamento degli adulti, che la situazione era speciale, l’avvenimento di straordinaria importanza.

Rifletto: i miei figli rischiano dunque di ricordarsi per tutta la vita di quella volta che la loro mamma impose loro il silenzio perché doveva leggere la dichiarazione del Movimento cinque stelle di Lecco. Va bene che ogni epoca ha le sue “ore fatali” che si merita, ma questo, francamente, mi sembra troppo. Riadatto il volume della tv, ripiego in tasca il comunicato stampa. “Scusate ragazzi, era un falso allarme. Ricominciate pure a fare casino”.

Non si stava facendo la storia, li non c’era, nel salone in gress porcellanatoto nero, nessuna rivoluzione. In fondo non era neppure un comunicato stampa era più vicino a una presa per il naso. Era come quei pelosi comunicati stampa che negano con il malcelato augurio di evidenziare. Che vogliono nascondere per sperare di svelare ancora meglio. Prendersi un angolo della scena del giorno per farsi il proprio spot (elettorale): Cioè un modo abbastanza ovvio, e volgare, per farsi notare. Come quella beneficenza, anonima per antonomasia, che invece trapela e corre di bocca in bocca. Così i grillini in odore di elezioni locali e transnazionali scrivono per sostenere il Comitato acqua lecchese ma fanno i modesti, i politicamente corretti, fanno i finti. Far finta di sostenere ed invece con lo scopo – pubblicitario elettorale – di farsi sostenere.Da sempre in sintonia con le posizioni del “Comitato Lecchese Acqua Pubblica” ci sentiamo vicini alla loro iniziativa relativa all’esposto depositato presso la Procura Regionale della Corte dei Conti”…Teniamo a precisare – scrivono i grillini – che il Comitato Lecchese Acqua Pubblica è apolitico e noi come forza politica siamo e resteremo volutamente ai margini per evitare facili strumentalizzazioni…”

In sintesi vi ho scritto questo per dirvi che ho detto tutto questo ma voi fate finta che non vi ho detto nulla.

E nemmeno loro.

CARTA VETRATA

BAMBINI, FATE LA NANNA CON I COMUNICATI DI APPELLO PER LECCO

nannaCi sono momenti che per mettere a letto i miei bimbi che barcollano ma non mollano, d’accordo con mio marito, uso da qualche tempo, con efficacia, lo stratagemma di leggergli, già sul divano del salone, un comunicato stampa a caso di Appello per Lecco.

Il massimo son quelli firmati a 4 mani da Valsecchi e Zanini, già soprannominato qui in casa: il duo delle favole.

Li trovano molto profondi, così profondi che sembra di vedere il lago vuoto. E così, i miei bambini ipnotizzati, si arrendono, crollano, si arrendono e crollano. Un sonno agitato.

Ci sono momenti, per fortuna rari, nei quali la vita appare come un grumo oscuro di colpe. Senza possibilità di redenzione. Per nessuno.

Una sensazione claustrofobica e cupa, spesso suggerita da episodi minimi e insignificanti come quello che ho appunto vissuto, l’altra sera, leggendo sull’ipad di mio marito il nuovo comunicato stampa di Appello per Lecco dopo che era emersa la presenza – seppur senza risvolti penali – del loro consigliere principe, Alberto Invernizzi, nell’Ordinanza dei magistrati antimafia milanesi, conosciuta lì a Lecco come operazione Metastasi.


Silenzioso sulla mafia.

Ho quindi pensato nell’ordine:

che Zanini e Valsecchi di Appello per Lecco abbiano fatto male a pensare ad un comunicato stampa.

Che Zanini e Valsecchi abbiano fatto male a scriverlo.

Che Zanini e Valsecchi, avendolo scritto, hanno fatto male a spedirlo alla stampa.

Che Lecconews.lc – il sito dove l’ho letto – oabbia fatto male ad accettarlo.

Che Lecconews.lc avendolo accettato abbia fatto male a renderlo pubblico

Che io ho fatto male a leggerlo.

Che forse faccio male, in generale, a leggere i comunicati stampa di Appello per Lecco.

Che, forse, ho fatto male ad aver imparato a leggere. In fondo i comunicati stampa di Appello per Lecco son tutti uguali.

Che la vita non ha senso.

Che moriremo tutti (Valsecchi, Zanini, Alberto Invernizzi e io) segnati per l’eternità dall’attimo vissuto insieme.

Infine, penso che ho fatto malissimo a dedicare queste righe al vuoto Comunicato stampa di Appello Per Lecco

E che voi avete fatto malissimo a leggerle.

Ps: Intanto il tempo passa ma le risposte dai politici non arrivano. Intenti a spegnere le fiamme dalle loro code di paglia.

Carta Vetrata

IL CAPRETTO E L’ANIMA

maroniCi vogliono circa due ore a cuocere bene il tradizionale capretto pasquale.

A liquidare invece il tradizionale valore della Pasqua – Resegoneonline.it, il sito cattolico d’informazione locale che più dentro la chiesa non si può – ci ha impiegato due minuti, due righe.

Queste: “Il nostro Paese è anche e soprattutto una Lombardia laboriosa fatta di Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…”.

Leggo e resto così, con il grembiule da cucina mezzo slacciato e il ramo di rosmarino in mano a penzoloni. “Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…”

Rileggo e rileggo ancora, non contemplando il rischio che la rosolatura del capretto a fuoco vivo nella teglia di rame con due noci di burro, un filo di olio e mezzo spicchio d’aglio schiacciato, possa essere esagerata.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…”

Rileggo e rileggo da capo e non capisco se è il vino bianco che ho appena stappato per annaffiare il capretto prima di metterlo in forno caldo a 150° ad avermi inconsapevolmente ubriacato e mandato insieme la vista.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…

Provo a sedermi sulla sedia della cucina e sto lì così per un po’. Quel tanto che dovrei dedicare a girare e bagnare del suo intingolo il capretto che da venti minuti buoni ho messo in forno con due foglie di alloro e ora copro per non far seccare.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…

Rileggo e rileggo di nuovo, tanto da non ricordare se hao già salato e leggermente pepato la portata principale per il pranzo con mio marito e i bambini prima del vino. Lo faccio ora almeno non mi si indurisce la carne e quel duro che sento è solo la bocca dello stomaco.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…

Rileggo e rileggo prendendo fiato anche quando mia madre mi chiama sul cellulare e mi chiede se con il capretto c’è anche la salsa al marsala che lo scorso anno l’ha fatta restare senza parole.

Ci penso un attimo e anch’io sono senza parole.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…

Rileggo e rileggo, sempre come un orologiaio, con attenzione pezzo per pezzo, parola per parola e penso, penso e mi desta il timer del forno, spengo, rigiro l’ultima volta, filtro l’intingolo del capretto con un colino, metto la carne in una teglia e il sugo in un altra, rimetto sul fuoco vivo e ci aggiungo a questo mezzo bicchiere di marsala e due noci di burro ben arrotolate nella farina bianca e aiutandomi con un cucchiaio di legno faccio evaporare l’alcol e leggermente addensare il tutto e intanto continuo a pensare.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi…

E’ tutto pronto, capretto caldo, ben cotto e leggermente croccante, la salsina al marsala per tua madre liscia e gustosa da velare a piacere la carne e finalmente capisco come fosse un’espiazione.

Roberto Maroni, uno dei migliori ministri degli Interni della Repubblica dal Dopoguerra ad oggi… ma per Resegoneleonline.it, il sito cattolico d’informazione locale che più dentro la chiesa non si può, è lo stesso Maroni il respingitore?

Lo stesso Maroni il respingitore di migranti, di essere umani del terzo millennio nella loro via crucis, come gli ebrei di Mosè alla ricerca della loro Terra Promessa?

Lo stesso Maroni il respingitore di vite in fuga dall’Erode moderno?

Lo stesso Maroni quello contro i diritti umani già sanzionato dalla Corte Europea dei Diritti Umani, quello che giustificava sparare ai barconi dei clandestini?

Maroni il respingitore a Pasqua è promosso?

Se è giusto quanto mi disse una volta Goffredo Fofi ad una cena con amici di famiglia: “può anche capitare, per campare, di vendere il culo. L’importante è non vendere mai l’anima”, è arrivato il momento di preoccuparci per l’anima.

Chi ne possiede una, naturalmente.

PS: non era più di tanto un’abbozzo di ricetta per il capretto pasquale quella che avete letto.

LE ORE FATALI CHE UNO SI MERITA contemplano anche il M5S?

pataccadelresoleA un certo punto l’altra sera, la tensione tocca il suo culmine: sto per leggere a mio marito la dichiarazione degli attivisti del M5S di Lecco a sostegno del Comitato Lecchese per l’acqua pubblica, che solo qualche minuto prima era stato messo online da tutta la stampa locale.

Il Volume della Tv viene bruscamente modulato, impongo ai miei figli di interrompere il sabba di urla e lancio di vivande che in casa chiamiamo spiritosamente “cena”.

Poi mi viene in mente che, quando ero piccola io, i miei modularono bruscamente il volume della tv e mi chiesero di chiudere il becco in ben altre occasioni: tipo l’assassinio di Kennedy, la crisi di Cuba, il primo uomo sulla luna o l’alluvione di Firenze.

Ricordo ancora che, nonostante i miei pochi anni, riuscii a capire, dal comportamento degli adulti, che la situazione era speciale, l’avvenimento di straordinaria importanza.

Rifletto: i miei figli rischiano dunque di ricordarsi per tutta la vita di quella volta che la loro mamma impose loro il silenzio perché doveva leggere la dichiarazione del Movimento cinque stelle di Lecco.

Va bene che ogni epoca ha le sue “ore fatali” che si merita, ma questo, francamente, mi sembra troppo. Riadatto il volume della tv, ripiego in tasca il comunicato stampa. “Scusate ragazzi, era un falso allarme. Ricominciate pure a fare casino”.

Non si stava facendo la storia, li non c’era, nel salone in gress porcellanatoto nero, nessuna rivoluzione.

In fondo non era neppure un comunicato stampa era più vicino a una presa per il culo.

Era come quei pelosi comunicati stampa che negano con il malcelato augurio di evidenziare. Che vogliono nascondere per sperare di svelare ancora meglio.

Prendersi un angolo della scena del giorno per farsi il proprio spot (elettorale): Cioè un modo abbastanza ovvio, e volgare, per farsi notare.

Come quella beneficenza, anonima per antonomasia, che invece trapela e corre di bocca in bocca. Così i grillini in odore di elezioni locali e transnazionali scrivono per sostenere il Comitato acqua lecchese ma fanno i modesti, i politicamente corretti, fanno i finti.

Far finta di sostenere ed invece con lo scopo – pubblicitario elettorale – di farsi sostenere.

Da sempre in sintonia con le posizioni del “Comitato Lecchese Acqua Pubblica” ci sentiamo vicini alla loro iniziativa relativa all’esposto depositato presso la Procura Regionale della Corte dei Conti”…Teniamo a precisare – scrivono i grillini – che il Comitato Lecchese Acqua Pubblica è apolitico e noi come forza politica siamo e resteremo volutamente ai margini per evitare facili strumentalizzazioni..”

In sintesi vi ho scritto questo per dirvi che ho detto tutto questo ma voi fate finta che io non vi abbia detto nulla. E nemmeno loro.

AAA CERCASI forbito/a centralinista che non parli

SENZA CADENZA DIALETTICAAAA cercasi forbito/a centralinista che non parli.

Il nuovo corso del Job Act reziano in salsa brianzola è rintracciabile sul sito della Provincia di Lecco nella sezione lavoro leccolavoro.it. il portale dove le offerte si concretizzano.

Basta essere quello che ti chiede l’azienda, l’impresa di turno. E, a volte, anche con tutta la buona volontà, resta pur sempre un’impresa.

Un’impresa perché la scuola, ti accorgi, non ti forma ne riforma.

Le aziende, le imprese, chiedono doti e formazione che non si insegnano a scuola. Non ancora. Tutti sognano di diventare qualcuno ma non c’è posto per tutti.

Figurarsi se c’è posto per tutti a fare il data entry, l’inseritore di dati, o l’addetto al customer service, l’assistente al cliente. A fare il centralinista.

Migliaia di persone a Lecco e provincia non potranno mai, ognuno, trovare questo tipo di lavoro.

Siccome non si pretende che accettino di non provarci va limitata l’onda gigantesca di chi vede in un annuncio un posto di lavoro, un piatto caldo a tavola, un futuro per i figli, un futuro di coppia dopo questi anni di spade sopra la testa.

Va limitata la domanda, va ben tarata l’offerta e così fa l’annuncio del 18/03/2014 Rif.Int.2024

“Azienda di Lecco cerca addette/i al costumer service e data entry… I/le candidati/e devono possedere un buon lessico senza cadenza dialettica…”

Ah, ecco. Già ‘sti nomi in inglese perché fa più figo, no? Siamo internazionali, no?

Prima mi son detta cavoli tutti abbiamo cadenze del luogo, siam mica Gassman o la Curino e se mi chiama al telefono uno di napoli o del Veneto sento la sua cadenza e lui sente la mia, inevitabile.

Solo se parliamo tra di noi non si sente la cadenza, ma solo perché cadenziamo tutti uguale. Chissà se me lo danno lo stesso quel posto. Ce l’ho bisogno, l’han scritto per me.

Vogliono un buon lessico? Ce l’ho sono la tipa che cerchi, poi leggo meglio e mi fermo sbigottita.

Che cazzo vuol dire che cercano una “senza cadenza dialettica”?

Devo rispondere al telefono e al posto di parlare tamburellare con le dita sulla scrivania?

Il mondo dell’impresa e del lavoro sono in buone mani. Il futuro dell’Italia e dei disoccupati sono in buone mani.

Speriamo che sappiano tenere il ritmo, le mani dei disoccupati.