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IL CICLISTA DELLA LEGA

Non riesco a prendere sul serio la Lega. Lo so, sbaglio: ma è più forte di me. Avete mai visto i loro militanti di partito ai banchetti o sul pratone bergamasco che sembra il parcheggio equestre del supermercato lì a fianco, con i loro corni in testa che parlano di Costituzione, di Ius Soli, come se fossero Norberto Bobbio e Vittorio Foa?

BiciPadanaEcco, giusto l’altro ieri il leghista Giulio De Capitani – uno dei miei politici prediletti, esempio forgiante di Assessore regionale al posto giusto nel partito giusto (stava all’Agricoltura e chi vuol capire ha capito) ci ha dilettato in un pistolotto ad alzo zero dal suo profilo facebook contro l’ampliamento del Bike sharing lecchese, che merita di essere (ri)raccontato per chi se lo fosse perso.

Merita davvero perché duole che la platea locale, nonostante le ben note tradizioni drammaturgiche, abbia sempre equivocato, giudicando sul banale terreno della politica ciò che appartiene alla generosa follia dell’arte.

Lunedì un quotidiano della città, con la solita maestria e abitudine, terribilmente giornalistica, di calibrare i propri giudizi a seconda delle contingenze del momento, in pieno Carnevale – ci fa sapere che a breve partirà il nuovo servizio extra-comunale del bike sharing – la bicicletta condivisa – per i Comuni del attorno al Lago in unione a quello già esistente (?) nel capoluogo.

Il nostro Braveheart De Capitani parte lancia in resta e due colpi di badile e uno di rastrello sotterra, senza appello, il Progetto: Il cosidetto BIKE SHARING, già ampiamente fallimentare a Lecco, verrà attivato anche in altri Comuni del territorio, con il “contributo” di altri Enti, (significa con i soldi di tutti). PROPRIO BRAVI !!! Non bastavano gli oltre 50.000 euro all’anno “BUTTATI VIA” dal Comune di Lecco…). Dicono che “favorisca il turismo”. MA PER PIACERE !!! Il Sindaco di PESCATE non ha aderito. Meno male che esiste ancora qualcuno che non prende per il c… i cittadini, a spese loro !!!

Nella foga però si pianta subito.

Sembra quei pseudo ciclisti che all’inizio vedendoli solo in viso, pedalare come ossessi, curvi sul manubrio, con la bocca aperta a cercare inutilmente ossigeno pensi che non possano che vincere loro, poi l’immagine si allarga, e a tutto schermo li vedi con la ruota posteriore che non tocca terra, ancora appoggiata sul cavalletto. Fermi come un bloc de fer.

L’ennesimo colpo di pedale a vuoto della Lega. L’atleta De Capitani parla di spreco di soldi pubblici ma non dice, non si ricorda, non c’è abbastanza aria, che glielo ha permesso lui. Che questo Progetto di ampliamento del Bike sharing è stato, infatti, finanziato per 240.000 su 300.000 (l’80%) dalla Regione Lombardia. (Determina Comunale) Che, anche se forse a sua insaputa, vede la Lega nel gruppetto di maggioranza in fuga da 10 anni.

Ma si sa la verità è bastarda e quando arranchi su una salita la sfiga ti fa pure bucare la gomma. A lasciare il chiodo per terra è nientepopodimeno-che l’Assessore alla Mobilità dell’Amministrazione Provinciale, Franco De Poi che, nello stesso articolo, giusto dietro ad una curva, esalta il Progetto, non vede l’ora di realizzarlo: “E’ un Progetto a cui tengo tantissimo”. Ecco, deve essere invidia o poca considerazione, ma l’Assessore ha la stessa casacca del leghista De Capitani, il quale, basito, non trova nemmeno più le parole per recitare il motto dei congressi padani: “Vogliamo sapere chi è che da anni, ci rovina la reputazione”.

 

Leuci: LO SCHIAFFO DEL SOLDATO

 La Lealtan futuro attualmente non disponibileuci è morta. Viva la Leuci.

Ieri sera a cena con mio marito e alcuni amici abbiamo conversato sull’ennesimo schiaffo preso dalla città.Se la mano del mercato è cieca, come ci insegnavano a scuola, ha, però, una mira pazzesca nel colpire sempre gli stessi.

Una carezza in un pugno cantava Celentano solo quando ero giovane io.

Ora che son diventata “vecchia” i fattori si son capovolti. Un pugno in una carezza.

La mobilità e la presunta assunzione di poco più di una manciata di prescelti in cambio della trasformazione dell’area da produttiva ad altro.

In cosa altro non si sa, ma certamente – essendo il proprietario della stessa a chiederlo – in qualcosa decisamente più redditizio. Redditizio per lui ed, in subordine, va tenuto a mente, per il Comune ed il suo Bilancio – come ci faceva notare il marito della mia cara amica Cassandra.

In mezzo i lavoratori, generali convinti di avere alle spalle un esercito: la cittadinanza ed il territorio, ed al fianco colonnelli e forze alleate: Provincia, Comune e sindacati.

Ma che non è vero, ma non lo sanno. Non lo sanno solo perché non vogliono girarsi indietro e, tantomeno, guardare ai lati. Come cavalli da corsa proseguono imperterriti verso il sol dell’avvenire. Che, come si sa, è stato un fallimento. Se non individuale certamente collettivo.

Quando si sentono e si leggono slogan tipo: “La Leuci non si tocca” a me, casalinga inacidita ma non smarrita, viene in mente la battuta in voga alla metà degli anni settanta atttribuita ad Agnelli. Quando il lavoratore gridava: “Giù le mani, il lavoro non si tocca” sembra che Agnelli, l’Avvocato, avesse risposto: “e chi lo tocca, mi fa anche schifo”.

La Leuci non si tocca! ma poi se si vanno a leggere le carte, segrete, “all’insaputa” di chi le ha pensate, scritte e condivise, si scopre che Pisati, il padrone, ha vinto su tutta la linea.

La Leuci S.p.a. conferma che la sua disponibilità alla vendita dell’immobile identificato come “magazzino materie prime” è condizionata al cambiamento di destinazione d’uso della restante parte dell’area;”

Si scopre che la Provincia è vaselina per accordi carbonari da presentare ai lavoratori a giochi fatti.

Si scopre che il Comune di Lecco, (l’Assessore Volontè e la Giunta Brivio) contraddicendo un pronunciamento ufficiale del Consiglio Comunale fa una inversione a U e si mette la casacca dell’imprenditore: Tutto non possiamo darti Pisati, ti va bene la parte più pregiata, la polpa e il contorno?

Si scopre che il Sindacato, che dovrebbe rappresentare i lavoratori e non i padroni, passa da frasi del tipo: giù le mani dalla Leuci, a, Va bene dai lasciaci almeno una fettina di area, 1/3, non servirà per sviluppare nel concreto il progetto della Cittadella ma fa nulla, fra poco è Carnevale, possiam mica star qui in eterno, devo portare il bimbo alla sfilata in maschera”, con in mezzo: “tutta l’area è e deve restare industriale” “siam pronti per l’esproprio”.

Di sto passo, dieci giorni ancora e si facevano assumere tutti come consulenti di Pisati.

I lavoratori, diceva mio marito ormai un poco brillo dopo l’ennesimo bicchiere di Brunello, sbagliano a ragionare misurando la forza delle buone idee, perché in politica vale la forza dei numeri. Così vanno le cose, così devono andare.

E nel frattempo che i veri decisori, su altri tavoli, tirino a sorte le sorti dell’Impero romano e la sua spartizione, la truppa dei lavoratori è accerchiata da questi figuri che roteano l’indice e stanno giocando allo schiaffo del soldato.

Carta Vetrata

ps: QUI I VARI POST, ANCHE VECCHI DI ANNI, DOVE come esserevento PARLAVAMO DI LEUCI

 

mercato: I VU’ CUMPRA’ DI CASA NOSTRA

mercato-Lecco-area-PiccolaCome ogni sabato vado al mercato per la spesa settimanale. Approfitto che i figli sono a scuola e mio marito a buttar via il fiato lungo la ciclabile a Rivabella. Vado di prima mattina. Scelgo così con più calma e varietà il meglio.

Lo insegnano anche a Master Chef. Una brava cuoca la si vede dai prodotti che compra. Dalle primizie che trova al mercato e dall’orario in cui ci va.

La mattina ha l’oro in bocca.

Il Mercato di Lecco è un’affascinante distesa di bancarelle, profumi, cinguettii, colori, abiti stesi al sole come bandiere, girarrosti che scoppiettano e patatine che croccano. Cartellini dei prezzi fatti ancora a mano. Vociare di commessi e mani che gesticolano, dita che tastano, nasi che annusano, portafogli che si aprono. Scontrini che non si battono.

E’ un grande bazar c’è chi dice che son 150 c’è chi son 100 le bancarelle. Loro. Tutti. Comunque voglio venire in centro.

Ora perché ci possono stare solo i vù cumprà?

Lo senti dire da dietro ad ogni banchetto.

Ti giri e lo senti quello che mentre ti imbusta 2 chili di cipolle rosse di Tropea (in agrodolce sono la fine del mondo) e due mazzettini di insalata soncino (il salmone con soncino e finocchi l’avete mai provato?) impreca contro i vu cumprà e le tasse che non pagano.

Lo senti sussurrare dal giovine che sta decantando come gli sta bene quel maglione a righe al figlio di una cliente. Sembra Missoni, il golf, ma non lo è, sembra più l’omino gommoso della Michelin.

Questi qua non pagano le tasse”.

E tu pensi che si sarà anche vero – è vero – ma vendono due accendini in croce, un cane di pezza che scodinzola, il loro banchetto è un cartone ricurvo ed un lenzuolo spiegazzato.Occupano la metà della metà di un normale banchetto al mercato.

– “Noi qui ci facciamo un mazzo dalla mattina alla sera”, Non c’è pioggia, sole, o freddo che tenga, noi siam qui. Sempre. Siamo una famiglia. Ci conosciamo tutti. Siam la tradizione.Noi prima o poi ci incazziamo.

Poi non fai in tempo a mettere i sacchetti nel cestello della bici e vedi vigili postini con sacchi di posta. Ingiunzioni di pagamento. Più di un terzo dei banchetti che vedo sono un abbaglio.

Su 150, ben 54 non han pagato la tassa comunale di occupazione.Me lo dice il vigile che è rimasto in macchina.Un terzo degli ambulanti non ha pagato nel 2013 l’occupazione del suolo per mettere il banchetto.

150 ambulanti che formano con le loro bancarelle il Mercato di Lecco del mercoledì e del sabato.1 su 3 non paga. Oltre il 33%. Incassa ma non paga.

Sabato voglio vedere un cartello del Sindaco in fianco a quello dei “pomodorini 1a scelta Sicilia 2,80€”, “Pantalone taglia 48 20€”.

Voglio vedere su queste bancarelle: “Cara Casalinga se proprio vuoi fai la spesa qui ma sappi che lui non paga le tasse per essere qui a venderti quello che tu invece paghi”. Ma questo non succederà. So’ mica vù cumprà.. qui di Comandanti Morizio e tutto il plotone mica si vedono a far retate.

Tu parcheggi a 1,50€ l’ora ma se non paghi te ne prendi 50 di multa?

Camuffa la macchina come se fosse una bancarella.

Non pagherai.

La Tares è troppo cara per te cara Casalinga?

I sacchi fuori sulla porta impacchettali e mettici l’etichetta del prezzo, poi stendili su una bancarella.

Non pagherai.

Pensa il destino balordo. Al Mercato non c’è più posto per nuove bancarelle ed invece ce ne sono 50 che non esistono all’Ufficio Tributi del Comune.

A provare a chiederglielo chi l’ha detto che i vù cumprà del lungolago non siano disposti a pagare loro l’occupazione alla Piccola? Quei 50 ambulanti stan portando via il posto a persone che vogliono mettersi in regola. E che porterebbero incassi al Comune.

Alla luce di queste notizia, credo che il problema non sia più un reddito di cittadinanza, ma piuttosto un’indennità di cittadinanza. Nasci lecchese, insomma, qualcuno ti dovrà pur risarcire, no?

Dai tutti in coro… insieme ai vù cumprà di casa nostra:

alla Fiera di Lecch pereppepè poropopò, con una busta il messo del Comune di corsa arrivò. E venne l’ambulante, che si mangiò la busta, che al mercato il messo del Comune portò.

Al Fiera de Lecch pereppepè poropopò, con un’altra busta un altro messo del Comune di corsa tornò.

E venne un ambulante che morse il messo, che si ingoiò la busta che al mercato il messo portò.Alla Fiera de Lecch pereppepè poropopò, con un’ultima busta ancora un altro messo del Comune di corsa arrivò. E venne il bastone, che picchiò il messo, che ri-ingoiò la busta, e che dal mercato di corsa scappò.

E non ci ritornò.

Carta Vetrata

 

IL PGT DI LECCO: l’Odissea, il Bar dei cinesi e una cornice da 200000€

altan ce la faremoMio marito, ieri sera, è tornato a casa euforico.

E mi ha raccontato, incredulo ed estasiato.

Ha assistito al Consiglio comunale di Lecco che, per la seconda sera di seguito, discuteva sul Pgt: il Piano di Governo del Territorio. La mappa di come si vuole la Città. Con che cosa, con che servizi, con che infrastrutture.

La visione futura.

Dei prossimi 5/10/15 anni. Come si vuole la città senza chiederlo, prima alla città. La discussione, gli interventi, fin da subito volavano alto.

Da lì si poteva intuire l’assenza del Consigliere Zamperini e la presenza inutile del leghista Colombo.

C’era scia di alta letteratura, di robuste letture, di forte lavoro su se stessi.

Il Consigliere Magni per 20 minuti cita l’Odissea, i Proci e Itaca tra il silenzio degli altri colleghi. Silenzio più per noia che per attenzione. Persi alla quarta frase. Lo stesso Magni, del resto, già dalla seconda.

L’alta letteratura e le arti sono state la spina dorsale anche della pena accessoria della consigliera Irene Riva che si spinge a citare Leonardo e ad utilizzarlo arditamente per un paragone con il Pgt di Lecco. “Anche Leonardo da Vinci faceva prima dei bozzetti. Ecco il Pgt è un bozzetto in divenire”. Il Sindaco, in seguito, le farà sapere che con la cornice il costo del bozzetto è stato di ben 200.000 euro. Ma da star tranquilla. Erano soldi dei cittadiani.

La platea politica con compostezza fa un piccolo colpo di tosse, prova a coprire la recita della Rossa maestrina. Per il suo bene. Ma non c’è verso. Lei insiste. Parla di anima. E c’è chi, quindi, ne approfitta e, a proposito di anima, la prega di smettere. E, imbrogliando sul tempo, il vicepresidente del Consiglio Siani dichiara chiusa la predica e pure la penitenza. Degli altri.

Chiede di poter parlare l’ex capogruppo Pd Giorgio Buizza ne ha facoltà ma sul più bello chiede tempo. Dice di avere un calo di voce e nel dirlo lo sentono fino sotto al bar dei cinesi. E’ più probabile che si sia dimenticato di dire quello che gli avevan detto di dire.

Come nel gioco dell’Oca sta fermo un giro.

Tocca alla padrona della scatola, la Consigliera Cerrato.

Anche lei vuol parlare di alta letteratura, di citazioni dotte, di Borges e Papa Francesco, ma finisce solo per parafrasare Pippo Civati. “E’ camminando che si apre il cammino” ma si riprende quasi subito prendendo per i fondelli l’agronomo Buizza “L’anziano è un monumento naturale, altro che gli alberi di Buizza”... La sera prima, infatti, lui era intervenuto, da buon alpino, per salvare gli alberi della città. Soprattutto i castagni, sebbene dia spesso prova, in Consiglio comunale, di essere molto più fans del secondo prodotto per fatturato dell’attività degli Alpini: il vin brulè.

Il motto certamente verrà ripreso in qualche bel quadro dal pittore Jacopo Ghislanzoni temporaneamente prestato alla politica del: “no, no, continuate, parlate pure non mi disturbate, faccio una pennica e poi vado via, fate come se io e il consigliere Prashanth Cattaneo non ci fossimo”.

E’ il turno letterario della sezione cartoons alza la mano quindi il consigliere Venturini.

Ha un vantaggio sugli altri, legge, come tutti, un discorso già scritto ma lo fa alla velocità di un 78 giri. Non si capisce nulla, ma dura poco. Gli applausi per entrambe queste le cose si smorzano nei palmi dei colleghi per non distrarre dal reciproco chattare sul telefonino l’Assessore Bonacina e l’Assesssore Rota. Mancano l’odor di sugo, le colorite imprecazioni, la manata sul culo della cuoca. Nonostante la povertà di mezzi, ci si diverte lo stesso.

Si chiude con il Primo cittadino che prende la parola buon ultimo.

La piega della serata era ormai segnata e anche lui butta là la sua frase storica: “Veniamo dal ferro, ci siamo soffermati, forse troppo, sul cemento, ricerchiamo insieme quale sarà il terzo materiale, quello del futuro…”.

Se non si fosse distratto in tutti questi 4 anni di mandato e infinita redazione del PGT il terzo materiale l’avrebbe colto già lui stasera lì dove il futuro era presente. Dopo il ferro ed il cemento è l’età dell’aria. Fritta. E non sono i cinesi del bar di sotto.

E’ il suo PGT.

Pagato dai cittadini

Svuotacarceri Lega: FOSSI IN LORO NON MI FAREI VEDERE TANTO VICINO ALLA PORTA…

 carcereIn ogni dove chiusi si sta male.

Lo dico sempre ai miei figli. Come un mantra, come una difesa.
Il carcere, il gabbio come lo chiama mio marito, è luogo degli ultimi, arruolati d’ufficio fra gli ultimi. Nessuno tocchi Caino. Lì dentro ci sta la vita che non siamo stati capaci di comprendere, non siamo stati capaci di salvare.

E il tempo lì dentro non è come qua fuori. Tortora disse che lì un minuto è un’ora, un’ora un giorno, un giorno un mese… Sofri disse che gli anni passano in fretta, sono certi pomeriggi che non passano mai.

Questa mattina, paradossi dei paradossi, visti fatti e pietre preziose in gran quantità, la Lega Nord, manifesterà contro il decreto “Svuotacarceri”, davanti al Carcere di Pescarenico.

Loro sono così. Rudi e disattenti.

Il carcere deve essere così inumano, invivibile, una fogna. E che si sappia! Altro che migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Il carcere deve essere, e deve rimanere, un inferno. E se l’inferno è pieno, sovraffollato addirittura, significa che il male assoluto (assoluto) esiste.

E se esiste il male assoluto la vita non è degna di essere vissuta, né per chi sta dentro né per chi sta fuori.

Forse i manifestanti di questa mattina in cuor loro stanno iniziando a veder più nitida un’altra strada. La butto io, da casalinga che non ha voluto nemmeno le inferriate intorno al giardino: magari un deterrente efficace sarebbe non aver bisogno di rubare perché si dispone di un minimo di sussistenza, chessò con un reddito minimo garantito…

Costerebbe forse meno che mantenere e costruire nuove carceri….(lo dico per l’ex Ministro Castelli)

Poi ti fermi un attimo. Fai abbassare la tv ai figli, fermi il Folletto e ripensi al deterrente e ai politici. Ai politici e al deterrente e ti rendi conto che non sta in piedi.

Basta guardare le bandiere che sventolano lì.

Avevano, hanno, vagonate di soldi pubblici a disposizione da comprare tutta la Tanzania, eppure han comprato diamanti, mutande, verdi almeno da pulite, titoli di studio albanesi, muratori per casa propria…

No, non si può, è un deterrente che si giocherebbero in un’elezione o due.

Mi sembra di sentire Berlusconi che dava soldi a Ruby perché non si prostituisse.

E’ una questione culturale ma bisogna vedere chi ruba a chi.

Per come è strutturato l’attuale sistema, rubare a chi è più ricco di te non è un furto, è un atto di giustizia sociale. E’ rubare a chi è più povero di te che è imperdonabile. E non sarà perdonato.

E’ per questo che resta paradossale che protesti proprio la Lega contro il Provvedimento “svuotacarceri”.

Difensori della patria dagli immigrati, dai comunisti, da gay e lesbiche, dai centri sociali, difensori strenui della cristianità, dal linguaggio raffinato e l’accento del lombardo colto ed efficiente, viste le accuse e le pietre preziose in gran quantità e tutto il resto, se fossi in loro – ascoltino una vecchia casalinga – non mi farei vedere così vicino alla porta di entrata.

E’ un attimo ritrovarsi dentro.

Carta Vetrata

LA SOTTANA DELLA MAMMA NON E’ A NORMA

CARTA VETRATABella l’intervista del Sindaco di Lecco di inizio anno sul quotidiano cartaceo locale. Come è giusto piena di speranza per il futuro e comprensibilmente benevola con la propria Amministrazione e con se stesso per il passato.

Oramai il Patto di stabilità sembra diventato più un vantaggio che uno svantaggio.

E’ la sottana della mamma: ci si rifugia lì sotto quando non si sa che dire.Che fare.

L’approvazione del Pgt – il Piano di Governo del Territorio – all’ultimo giorno, in cronico ritardo di anni, dopo l’ennesimo rinvio e annunciazione, ne è l’emblema. Lì il Patto di Stabilità non c’entrava per nulla. E’ stata solo negligenza e incapacità.

Ma si evita di dirlo e ricordarglielo.

L’aumento delle tasse e il taglio di risorse alle fasce deboli anche se non scritto sulle pagine dei giornali è scritto in quelle del Bilancio: nelle voci di spesa inutili, nei contributi che sembrano mance agli amici, in progetti fallimentari che son diventati pozzi senza fondo, nell’aumento dell’addizionale Irpef, nei mancati risparmi su appalti e gestione, nell’aumento del costo della mensa scolastica, nell’indecoroso taglio a sostegno delle attività dei disabili evidentemente sperando nel buon cuore dei cittadini e del mai abbastanza benedetto Fondo di solidarietà delle Parrocchie.

Il Sindaco sembra abbia fatto sua solo la seconda parte del proverbio: “Aiutati che il ciel ti aiuta”.

Però è giusto essere speranzosi per il futuro così a casaccio, senza elementi concreti per affermarlo ma così perché lo dice la tv e il Governo.

Tanto poi chi se la ricorda l’intervista, la dichiarazione di un anno prima?

Resta a margine una preoccupazione che scaturisce dall’intervista, – e non approfondita dall’intervistatore – che si palesa quando il Sindaco afferma che, grazie al probabile allentamento del Patto di Stabilità, si potranno mettere a norma gli edifici comunali e le scuole.

Ecco, così, en passant, si può sapere quali sono le scuole, qual’è il livello di non a norma delle stesse? Manca il pedalino per aprire il rubinetto dei lavandini o ci sono barriere architettoniche non ancora abbattute, impianti tecnici obsoleti, locali inidonei?

Perché c’è differenza e non di poco conto.

Noi mamme si sa siamo sempre così apprensive quando si tratta dei nostri cuccioli che la parola non a norma, chissà perché, ci mette ansia. Al Sindaco, fino ad oggi, invece?

Carta Vetrata