Archivi categoria: CARTA VETRATA

PROFUGHI: c’è da indignarsi davvero, manco uno della Tanzania

KevinCartePulitzer1994L’Arci Lecco venerdì scorso mi ha informata che era la giornata mondiale contro il razzismo.

Per celebrarla Giulio De Capitani ha pubblicato sulla stampa e sul suo profilo personale “faccialibro” – non dice mai facebook, lui è autoctono e legato alle sue radici, se fosse per lui direbbe solo faccia – una dura invettiva contro l’arrivo non solo di 40 profughi siriani qui in Provincia di Lecco ma di tutti i 2000 profughi imbarcati dalla Marina Militare Italiana dalle coste africane. Di cui 240, ci informa indignato, nella sola sua Lombardia.

E’ un fiume in piena… fa addirittura l’elenco delle etnie: nigeriani, yemeniti, nepalesi, maliani, palestinesi, siriani e di quanto ci costano a noi lombarde e italiani. Perché questi vanno, con vitto e alloggio pagato, in strutture e alberghi dei nostri paesi.

Sarà la giornata mondiale contro il razzismo ma non si può, non posso, che esprimere la mia – e son certa la vostra care amiche e soprattutto cari amici miei – totale solidarietà e condivisione…

C’è da indignarsi sul serio: manco uno della Tanzania.

Dopo tutto quello che la Lega di De Capitani ha fatto per quel Paese. ‪#‎Ecchecazzo‬

Ed è inutile che perbenisti e core de mamma fanno i buonisti.

Trovatemi una ragione una, una sola che questi clandenstini, profughi o chissà che altro, hanno, per venire qui da noi che sia però convincente.

Lavoro non ce n’è nemmeno per noi e questi ci fan pure concorrenza e ci fan crollare i salari.

Per esempio, mi domando e lo domando al leghista De Capitani, avendolo letto sulla stampa, se questi arrivano qui da noi il mio politico padano di riferimento mi corrisponderà ancora la modica cifra di 10.000 euro mensili per volantinare o mi fa jumping salariale con ‘sti 40 profughi che manco conoscono le vie?

Ma non solo la Lega ha voluto celebrare la Giornata mondiale contro il razzismo… la stampa locale online si è sbizzarrita con la cronaca delle botte in Piazza Diaz dello scorso giovedì …

LeccoNotizie ha pubblicato uno stupendo articolo dettagliato con un bel riepilogo di tutte le botte straniere in piazza a Lecco.

Deve essere giornalismo di ripasso selettivo, qualora qualcuno si fosse dimenticato che gli stranieri sono brutti e cattivi.

Lecconews per rincorrere lo stesso entusiasta lettore ci informa che: “l’aggressore sarebbe stato un connazionale del ferito, comunque uno straniero”. Che tanto una nazionalità vale l’altra.

Poi pubblica in “Esclusiva!!!” la notizia dell’arrivo di quaranta profughi siriani – che tanto indignano il Commissario leghista De Capitani e la brava gente di Lecco che sul profilo Fb della testata domanda se: “aiutare prima i nostri fa ribrezzo”

Han ragione prima aiutiamo i nostri…

Un momento, un momento: I nostri che? I nostri profughi? O i nostri che vanno in vacanza a Damasco?

Ecco nella giornata mondiale del razzismo politici e stampa han dato il meglio di sé.

Una violenza minuscola e reiterata, pseudogiocosa, pseudosorridente, sicuramente inconsapevole, che evidentemente non desta scandalo, che non solleva biasimo, che mina piano piano, giorno dopo giorno, il pubblico comprendonio.

Devi tornare a casa. Ne avessi una, restavo”. Erri De Luca

OLTRE I PROCLAMI: Conviene scegliersi bene le speranze da nutrire

altan bisoganva bisognerebbeConviene scegliersi bene le speranze da nutrire.

Viene da suggerirgli questo leggendo la lettera di Rifondazione e Sel in merito all’outing del Sindaco Brivio sulla volontà di quest’ultimo di fare, per le prossime elezioni comunali, una grande alleanza con il (finto) Nuovo centro destra.

Ancora una volta Rifondazione è patetica e un po’ ruffiana.

Sembra venuta giù da Marte.

La vita, però, non concede scorciatoie.

Le illusioni sono il veleno della nostra esistenza, le speranze la sua linfa e quindi per evitare di farsi del male bisogna stare attenti a non confondere speranza con illusione e partire da un serio esame di realtà.

E un serio esame della realtà, imporrebbe, impone, a Rifondazione, di chiudere baracca e burattini e darsi alle passeggiate in montagna. Alle soste sulle panchine del lungolago a guardare l’orizzonte che non è il sol dell’avvenire ma la distesa del fallimento. Il proprio.

Un fallimento amministrativo che pare non essere colto da politicastri concentrati a guardarsi l’ombelico e sobbalzati nel sonno dalle dichiarazioni del Sindaco. 4 anni di piattume progettuale, di farlocche proposte, di inesistenti soluzioni e ora si accorgono che Brivio non ha bisogno di loro alle prossime elezioni e allora si destano, sbattono nelle porte, si agitano come la mosca chiusa nel bicchiere capovolto. Pietosamente. Pateticamente.

Una lettera che certifica il loro fallimento, la loro nullità.

Proclami a parte.

Chiamano a raccolta, ora, per fare quello che nemmeno hanno provato a fare, paradossalmente nemmeno a dire, in tutti questi anni in Comune e nemmeno fuori.

Famosi solo per un digiuno per (ri)avere un Assessore in Giunta.

Lo fanno ora perché senza Brivio non ne eleggerebbero nessuno dei loro.

Nessuno, nemmeno se fossero gli unici a presentarsi alle elezioni. Millantando minacce che più che sterili sono a salve: “Sarà con gli elettori che decideremo le scelte future sapendo che anche per noi non c’è niente di scontato, sia in termini di alleanze che di quali saranno gli uomini al comando”.

Nella loro lettera scrivono inoltre che: “sarebbe necessario che questa amministrazione desse un forte segnale di discontinuità e di cambiamento”.

Dove sono stati fino a oggi? Dopo 4 anni di Governo? A fare i grattini sulla pancia a Sindaco e Giunta?

E fanno anche un elenco della spesa: “l’equità fiscale al fine di attenuare l’impoverimento continuo dei ceti popolari facendo pagare le imposte comunali in modo più progressivo, una politica tesa ad allargare il diritto alla casa, politiche per l’occupazione che indichino una prospettiva di sviluppo per la città, la valorizzazione e non la svendita del patrimonio pubblico….una politica del turismo in grado di valorizzare l’ambiente e la cultura della nostra città..”

Dove sono stati fino a oggi? Dopo 4 anni di Governo?

Fieri, sotto le loro bandiere, a presidiare il nulla si son resi conto che non esistono.

Proclami a parte.

Stanno (ri)inaugurando l’Era della Vanvera.

Qui a Lecco sono maestri.

 

IL FARMACISTA DEL PD GIOCA D’AZZARDO

 altan sonno e svegliaL’Italia è il solo paese al mondo, e il primo nella storia che ha una classe dirigente, a tutti i livelli, che riesce ogni volta a far credere di essere in procinto di fare, anche nelle più piccole iniziative, cose epocali per il bene del popolo e invece lo sta prendendo per i fondelli, il popolo.

Deve essere qualcosa di patologico, di farmacologico. L’ultimo episodio, per il momento, di questa vera e propria nevrosi sta avvenendo a Lecco non casualmente sponsorizzato da un farmacista fresco di incarico politico nel Pd cittadino. Tal Giovanni Fornoni da Belledo ha, infatti, fintamente lanciato la crociata del PD contro il Gioco d’Azzardo.

Pur di fare il mio dovere e leggere compita e seria il comunicato stampa del Pd cittadino le ho provate tutte. Mi sono legata alla sedia come Vittorio Alfieri, mi sono imbottita di Prozac come un giovane scrittore americano, ho commissionato alla Folgore un complesso sistema di cavi elettrici che trasmette una violenta scossa al primo accenno di sonnolenza.

Niente da fare.

Alla prima riga ero già distratta e pensavo alla neve ai Piani d’Erna, alla seconda canticchiavo tamburellando con le dita, alle terze mi cadevano le palpebre non avendo le gonadi, alla quarta reclinavo il capo sulla tastiera e mi addormentavo.

Ero patologicamente come un funzionario politico del Piddì. Addormentata.

Solo che la mia non è neppure noia, a questo punto.

E’ refrattarietà attiva: dopo anni e anni di farloccate amministrative, dichiarazioni roboanti impastate con incoerenza manifesta, ho sviluppato anticorpi implacabili.

 

Le sole parole “Azzardo” e “Pd” bastano a scatenare una reazione di autodifesa che mi porta in pochi secondi al sonno comatoso. Nel dormiveglia, filtrano immagini sempre più spettrali di quel Vietnam propositivo che costituisce, ormai da oltre un lustro, il piatto forte dell’azione piddina. Chiacchiere e cattivi propositi.

Tre incubi su tutti: il mantra ululante dell’urgenza delle larghe intese perchè il Paese ne ha bisogno, l’esegesi a mezzo stampa di qualunque frescaccia dica oggi Renzi ieri il leader amico di turno e l’inspiegabile, inquietante “dobbiamo fare questo e quello” dimentichi che sono al Governo e le chiacchiere stanno a zero.

In quest’ultimo incubo si deposita la retorica del farmacista Fornoni da Belledo che in veste di segretario locale del Pd invita – buon ultimo – i lecchesi a firmare una Proposta di Legge di iniziativa popolare per dire al Governo a guida Pd di fare una Legge contro il gioco d’azzardo legittimato dal Pd.

Iniziativa che è più una presa per i fondelli che un azzardo.

La partecipazione massiccia dei lecchesi a questa iniziativa sarà la risposta più forte e significativa alle potenti lobbies che frenano la regolamentazione del Gioco D’Azzardo” .

Verrebbe da azzardare e chiedere al Fornoni quali sono queste lobbies che frenano e, retoricamente soprattutto chi frenano. Essendo il Pd al Governo. (Le stesse che si son fatte cancellare una multa di miliardi dal Governo Pd?).

E ancora di azzardo in azzardo: “per ridare forza ed efficacia alla battaglia del PD e del Sindaco di Lecco contro il dilagare di un fenomeno che va urgentemente arginato, limitato e riportato nel suo alveo fisiologico di regolare e moderata attività di intrattenimento e divertimento”.

Ma sono lo stesso Pd e lo stesso Sindaco che han votato (insieme ad Appello per Lecco e Venturini dell’Idv, cioè a parole i contrari alle slot) un Regolamento Comunale che le sale giochi le ha aumentate?

Il Pd deve avere qualcosa di patologico, qualche disturbo psicotico.. ma non lo si cura mettendoci a capo un farmacista.

Dovrebbero almeno fare come il Presidente della Provincia Nava ed assumere un mentalista o un pubblicitario.

 

TAVOLA, BARICCO E LE FOTOCOPIE DI VILLA MANZONI

 copieAbbiamo gli assessori più lucidi del globo terracqueo e forse anche di qualche sperduta galassia. I consiglieri comunali, per canto loro, stanno aspettando che vada in onda la replica di Capitan Harlock e non si accorgono di nulla.

Siamo destinati a soccombere. Per il momento sotto le macerie di dichiarazioni politiche strampalate, ma di questo passo, giusto domani l’altro, sotto quelle di Villa Manzoni. L’estasi balistica dell’Assessore Michele Tavola ha vissuto, negli ultimi giorni, momenti di suprema intensità. Ogni Ministro alla Cultura, incaricato, nominato o anche solo papabile, costituisce per lui motivo di grande, sincero entusiasmo. Ormai gli basta anche solo subodorare l’incarico di Ministro a qualsivoglia italiano maggiorenne, o il remoto accennare di un nome così a capocchia, per fare una dichiarazione alla stampa locale con il tono e il portamento di un’edizione straordinaria.

Oggi, per l’ennesima volta, fa credere di aver a cuore le sorti di Villa Manzoni. E’ pronto ad azioni clamorose. Le stesse che minacciava, brandiva, sventolava, addirittura annunciava già gli scorsi anni: “Mi incateno ai cancelli della Villa se…” “Io e il Sindaco abbiamo scritto al Ministro per avere garanzie”; “Parlerò personalmente con il ministro Brady che arriverà a Lecco, su mio invito, proprio per Villa Manzoni”; e ancora poco dopo: “La volta scorsa il Ministro è stato trattenuto a Roma ma stavolta arriva di sicuro, l’ha promesso”; così la volta dopo ancora: “Non è venuto a Lecco purtroppo nemmeno questa volta, ha avuto un impegno a Seul, ma ha presente la lettera del Sindaco e mia in vista dell’Expo”… e via di questo passo. Ha fatto in tempo a decadere, per il momento il Ministro, fra un attimo, di ‘sto passo, pure la Villa Manzoni e l’Assessore non ha ancora combinato nulla. Se non un secchio portato da lui medesimo sotto il solaio di Casa Manzoni.

Lo si vede in queste ore, carico, non trovare di meglio che chiedere alla prima giornalista che gli arriva a tiro, così a bruciapelo “A che ora hanno fatto Ministro Baricco, devo parlargli?”. Nel suo tailleur d’ordinanza, con il block-notes in mano, la poverina esausta risponde che non c’è stata nessuna nomina di Ministri. Ma, per non contrariarlo, lo rassicura subito: prima o poi qualche Ministro lo faranno, non si preoccupi, vedrà che tutto si aggiusta.

Deve essere per questo che oggi alla stampa – che non fa domande e no ricorda – rilascia l’ennesima dichiarazione capestro: “Ho già scritto a Baricco”. Lui sa che sarà il nuovo Ministro della Cultura, Tavola è uomo di mondo e di arte, capisce i tratti, le trame e i disegni, sembra addirittura più dello stesso Baricco che, invece, ha dato picche per il ruolo. Tavola scrive troppo e combina poco.

Nessuno però osi ridurre la smania restauratrice di Tavola a mero gretto servilismo filogiornalistico. No. C’è, nell’eloquenza invasata con la quale saluta le nomine ministeriali, una foga futurista che lo eleva e lo assolve. Sembra un po’ un portagramo. Invece è un poeta. Intanto per salvare Villa Manzoni aspetta che si muova qualcun altro. Che arrivi da fuori. Nessuna idea, nessuna Imu/bis, nessuna Tassa di Scopo. Non osa nemmeno chiedere cosa siano. Lui deve pubblicizzare le fotocopie di Picasso. Da tre anni è lì a veder se cade o no. Se resta su non è merito suo, se crolla ha già delle fotocopie della stessa da esporre a Palazzo delle Paure. Ha già il gallerista elvetico di fiducia.

Sarà un successo nazionale. Cosa non si farebbe per il turismo…..

VOLONTE’: Va bene la tolleranza zero, ma deve proprio spiare me?

Telecamere-VideosorveglianzaEd anche oggi l’Assessore alla sicurezza sempreduro Volontè e il Comandante della Polizia Locale Dorian Gray Morizio hanno potuto giocare ai soldatini. Allo sceriffo e all’uomo al banco del saloon.

Altri 150.000 euro pronti da spendere per piazzare altre 26 telecamere lungo le strade, in entrata e uscita da Lecco per prendere chi ruba una macchina, chi è in fuga dopo una rapina.

Un occhio bionico che ti segue passo a passo, ruota a ruota e zac posti di blocco e poi pizzata con gli agenti pieni di foto e di spray al peperoncino.

Un deterrente contro le rapine: “adesso andranno a rubare da un’altra parte” stando alle due giubbe blu. O meglio una è una giubba blu a bottoni dorati l’altra è sempre blu ma è un fine pullover pettinato chasmere.

A guardare i dati, ma non diteglielo, che gli può andar di traverso l’oliva del Martini dry, la rapina – in senso figurato, mi raccomando, sembra più l’ennesima spesa di 150.000 euro.

Alzi la mano chi ha sentito – letto sui giornali, a cena dal marito, o altrove senza marito – in questi anni che la nostra città ha subito una rapina o più rapine – non parlo delle sale scommesse – da 150.000 euro con i banditi in fuga lungo le Caviate o Toni da Belledo, Via Pergola o Viale Turati, o qualsiasi altra via anche pedonale o, addirittura, a fondo cieco.

Mai.

A ben guardare quindi queste telecamere ancor prima di essere istallate sarebbero da accendere per riprendere il duo Morizio e Volontè che avalla una “spesa da 150,000 di soldi pubblici, cioè nostri.

Gli stessi soldi che il Comune non ha trovato per i servizi ai disabili di Artimedia, o per contribuire ad aiutare le famiglie bisognose che non riescono nemmeno a pagare la tassa rifiuti.

Ma per la sicurezza, del posto i due tirano dritto.

 

Sempreduro Volontè vuole tolleranza zero. Vuole con le telecamere spiare l’inspiabile.

Vedere l’altrimenti invisibile. Lui la telecamera ad ogni via, ad ogni angolo, ad ogni anfratto non la vede come intrusione.

E’ per la tolleranza zero.

Tolleranza zero! Finché non gli sale in barca, la tolleranza, o sul macchinone, o non gli entra nel villone. Nel reddito (sebbene richiesto agli amministratori pubblici).

E allora d’incanto, ecco che non la tollera più, e si appella alla privacy.

E lo senti dire: Porca miseria, va bene la tolleranza zero, ma bisogna proprio che spii me?

Io le telecamere manco le sopporto. E’ Morizio che insiste e le vuole dappertutto. Pensa che così poi lo si veda in tv.

PGT: La Partecipazione dove siederà?

invernizziDevo mettere il vestito buono e chiamare la baby-sitter per i miei due gemellini.

Tailleur gessato blu, camicia bianca con manica raglan, collana di piccole pietre dure, scarpe tacco 10 e solo un filo di trucco. Son pronta. Devo andare a teatro. Va in scena la commedia della partecipazione.

Settimana prossima, infatti, parte il tour del Comune per presentare ai cittadini il PGT, il Piano di Governo del Territorio. Se ha lo stesso successo e la stessa organizzazione del tour per il Bilancio, dello scorso giugno, ci saranno 30 persone. Non a tappa ma in tutto il Tour. Se di questi 30 togliamo giornalisti, parenti e fancazzisti si corre il rischio di sospensione per mancanza di interlocutori.Questa volta in Comune fan conto sugli interessi particolari ed individuali dei singoli per non scaldare a vuoto le sale degli incontri.Puntano su una possibile pratica per alzare il sottotetto, per avere parcheggi sotto casa e poco altro. Se non l’hai studiato prima, se non l’hai visto prima, puoi star così lì a partecipare ma difficilmente riuscirai a farti un’idea. Ad entrare compiutamente nel merito. Non hai mica lì gli appunti dell’Assessore. Del Sindaco.

Hanno cioè una capacità di costruire partecipazione, consapevole e responsabile al posto della solita finta e trita sfilata vuota di amministratori che imbarazza per la pochezza.

Per questo vado tutta in ghingheri, se non c’è nessuno mi ubriaco con una bottiglia di Chateauneuf-du-Pape Blanc, se c’è movimento mi ubriacheranno loro.

Quello che già oggi so è chi ci sarà e chi non ci sarà.

Chi non ha bisogno di fare anticamera, di sorbirsi “un faremo”, “abbiamo predisposto”, “abbiamo pensato”, “appena il Patto lo consentirà”….

Chi non ci sarà è Giuliano Pisati, il padrone dell’area Leuci.

Lui non ci sarà perché la sua richiesta di far diventare quei mattoni – intrisi di sudore e lotta di generazioni di uomini e operai – in più redditizi palazzoni a specchio con idromassaggio Jacuzzi è già stata esposta e pre-acettata dal Comune con la lettera di intenti che tenevano nascosto.. pronta da palesare all’ultimo secondo, se non fosse stato per quegli impertinenti di Qui Lecco Libera che l’hanno scoperta e portata alla luce del sole.(tirandosi addosso gli strali di chi è stato scoperto con le mani nella marmellata)

Ci sarà invece, anche se non lo vedremo tra il pubblico, il geom. Simone Paramatti, amministratore dello Studio Paramatti & Associati.

So per certo che ci sarà non tanto e perché ha scritto una lettera pubblica dove si fa auto-pubblicità, invitando aziende e cittadini a servirsi della sua consulenza – dei suoi buoni uffici.

Scrive infatti: “Oggi e per 60 giorni potranno essere depositate le osservazioni al piano…. Come studio stiamo già assistendo diverse società e privati, tireremo le somme del piano dopo questo importante periodo di discussione, dove sicuramente faremo la nostra parte con richieste concrete di valorizzazione”.

So che ci sarà, senza farsi vedere, perché delegherà il suo direttore tecnico-ingegnere civile che sta già assistendo diverse società e privati a tirare le somme. Per fare richieste concrete di valorizzazione… irrifiutabili, pertanto.

E sapete chi è il suo direttore tecnico? E dove siederà?

E’ probabile vederlo in questo tour al centro del Banco dei relatori, dell’Amministrazione. E’, infatti, l’ing. Alberto Invernizzi, consigliere comunale di Appello per Lecco, e Presidente della V Commissione: “Pianificazione, sviluppo territoriale…” (video)

Sul sito dello Studio lo presentano con un papiro di curriculum e una sfilza di incarichi, ma, che sbadati, quello in Comune a Lecco non lo scrivono.

Lo tengono come la ciliegina sulla torta

 

Sipario: va in scena la commedia – comica – della partecipazione.

CARTA VETRATA