Stasera, (17 marzo) festeggiando degnamente il 151° compleanno del Belpaese, i valenti patrioti parlano di…
relax
“Monti: lo spread scende, ma non rilassatevi – cita Cataldo dai titoli di ogni giornale – Dunque, ci invita a non rilassarci. A stare sempre all’erta, sempre concentrati, sempre ‘sul pezzo’. E’ un condottiero, ci guida, ci conduce, ci dice come dobbiamo comportarci; nel nostro interesse, ovviamente…”
“E se fosse quello il segreto? – si chiede Clotilde – Assodato che l’azione del governo è tutto fuorchè nel nostro interesse, se iniziassimo a fare e pensare proprio il contrario di quello che ci dicono? Ci dicono di non rilassarci, di preoccuparci per lo spread, per il default? Facciamo esattamente il contrario, e poi vediamo cosa succede…”
“Il relax, il distacco, l’atarassia – spiega Carponio – sono pericolosi. Per loro, ovviamente. Quando sei coinvolto, stressato, concentrato in un determinato contesto, non hai una visione di assieme. Hai una visuale limitata, circoscritta, con i soli dati che ti mettono sotto il naso. Se poi ti mettono anche fretta, addio… Sei in completa balìa degli eventi. Eventi costruiti dalla struttura e asseverati dalla sovrastruttura. Viceversa quando sei distaccato, rilassato, con calma hai il tempo di ragionare (esattamente ciò che non vogliono, ciò che ‘per loro’ è molto pericoloso). Il relax è nemico della sovrastruttura. Se ci pensiamo bene i momenti migliori nella vita di una persona si determinano durante l’estremo relax, l’abbandono. Per es. quell’istante di passaggio dalla veglia al sonno, oppure l’orgasmo. In quei momenti la sovrastruttura, i rapporti di produzione, le divisioni in classi, non possono nulla, non esistono proprio! Lì siamo tutti uguali, lì si realizza il comunismo.”
“Oppure – aggiunge Clateo – quando ci svegliamo alle prime ore dell’alba, con la mente fresca e sgombra, e vediamo e capiamo nitidamente le cose che invece nel corso tumultuoso della giornata ci sfuggono. Oppure ancora, la sera, nell’abbandono in balìa di un martini dry. Certo, se tutti, o almeno molti, la maggioranza, avesse il tempo, l’agio e il relax per pensare e vedere certe cose, sarebbero guai per il potere… Per carità, non rilassatevi! State concentrati sulla concretezza, sull’economia!”
“E’ la stessa logica che guida la ‘riforma’ del lavoro – chiosa Clotilde – Ci vogliono sempre sulla corda, sotto stress, in ansia. Occhio che se sgarri, se non ti adegui alle direttive, se non ti mostri abbastanza accondiscendente, puoi perdere molto più facilmente posto e salario. Occhio! Ci vogliono sempre concentarti, col pensiero fisso, aggrappati al lavoro. Facciamo il contrario: freghiamocene. Ci volete licenziare? E licenziateci, cazzo ce ne frega… Pensate se tutti, o almeno molti, la maggioranza iniziasse a ragionare così. Tanto di fame non moriamo. Bivaccheremmo a milioni per le strade, bighellonando tutto il giorno, godendoci lo spettacolo dei magazzini colmi di merci invendute e la disperazione dei produttori del nostro benessere perduto…”
“Io ci sto – chiude convinto Cataldo – Meglio perdere il salario che la dignità. Meglio essere disoccupato che sfruttato e ricattato.”
“O ingenui – interviene a gamba tesa Ciro – la sovrastruttura si adegua e si plasma facilmente, e già lo sta facendo. Si tratta di neo neorealismo. Le fiction, i film, persino i video musicali narreranno di nuovi proletari, di nobili decaduti. I ricchi e gli arricchiti, tanto frequenti e ostentati per es. nei cinepanettoni, scompariranno (i ricchi dovranno restare nascosti. Nascosti. Nascosti). Il conte Mascetti prenderà il posto dello yuppie. La nostalgia per il tempo andato, quando si stava bene tutti (?), diventerà leitmotiv e motivo di consolazione per tutti, affinché lo spettacolo inneschi il meccanismo dell’immedesimazione piuttosto che dell’indignazione. Affinché ognuno veda riflessa la propria vita sullo schermo e si riconosca nelle ombre proiettate sulle pareti della caverna. Affinchè si mantenga lo statu quo e si eviti che ai depredati salti il ticchio di andare a riprendersi il maltolto.”
Questi dunque i deliri e i guasti nella mente degli italiani determinati dalla gravissima congiuntura economica.
Pococurante VM