AVVISO DI INSURREZIONE parte XVI: Vedremo

Serena attesa ieri alla taverna dei cattivi investitori per la pacata disamina del noto bevitore circa le recenti elezioni amministrative.

In questa bella società dove l’apparire ha preso il posto dell’avere che aveva preso il posto dell’essere, vale la massima che per avere successo (in politica come sul mercato il successo si misura in consenso acquisito fra gli elettori come fra i clienti) bisogna essere sinceri: se riesci a fingerlo ce l’hai fatta.
La spiegazione più plausibile dell’insuccesso elettorale del centrodestra va ricercata nel decremento di credulità diffusa in quegli strati di popolazione che portavano il pacchetto decisivo di voti per continuare l’avventura politica berlusconiana. Nonostante il sempre più massiccio ricorso all’armamentario massmediatico (con i recenti acquisti, a spese del servizio pubblico, Ferrara e Sgarbi), le bugie del ducetto ormai faticano a trovare convinti bevitori. Troppo lungo e improbabile l’elenco di fole raccontate: la nipotina di Mubarak, Lampedusa, i rifiuti di Napoli, L’Aquila, ecc. La stessa solfa della persecuzione dei p.m. ha stancato e sempre più italiani si stanno convincendo che le sfacciate leggi ad personam non sono una legittima difesa di un perseguitato politico, ma un furbesco tentativo di impunità. Che non è la giustizia che si interessa a Berlusconi perché è sceso in politica, ma è Berlusconi che è sceso in politica per sfuggire alla giustizia.
Chi resta dunque come elettore del Pdl? A parte chi proprio non capisce né si interessa di politica, ma chissà perché va comunque a votare. A parte le clientele che hanno un tornaconto personale, rimane quello zoccolo duro di coloro che sanno benissimo che il loro leader mente, che viola e ha violato la legge, e tuttavia gli sta benissimo così, in odio ad una parte avversa, la sinistra, che va osteggiata e possibilmente schiacciata con ogni mezzo, poiché il fine lo giustifica.
E qui veniamo ai vincitori, proprio quella cosiddetta sinistra che sembra avviata a governare la ‘capitale morale’ e , in seguito, anche il resto dello stivale. Vedremo se la maggioranza degli italiani avrà investito bene il proprio consenso, se si tratta di sinistra sincera o farlocca. Se è una sinistra in grado di rapportarsi come si deve ai poteri forti, agli immobiliaristi, alle ‘ndrine. Uno dei parametri per misurare l’autenticità della sinistra è la sua capacità di attrarre capitali. Per es. la sentenza di primo grado al processo Thyssen è di sinistra perché, elevando insopportabilmente il costo di una risorsa come la vita umana, allontana gli investimenti esteri, ma anche nostrani, dal belpaese. Vedremo se l’amministrazione Pisapia, al di là delle prevedibili e facili scelte in materia di rom, moschee e centri sociali, avrà la forza e la capacità di conservare e non far fuggire da Milano i capitali delle ‘ndrine.
Vedremo.

Il nostro Pococurante raccoglie i dati e gli elabora come nessun altro. Noi siamo follemente innamorati di lui

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