OI DIALOGOI puntata diciassette: Disordine

“La vittoria sarà di coloro che avranno saputo provocare il disordine senza amarlo” G. Debord

Stasera, consapevoli che le citazioni sono utili in periodi di ignoranza o di oscure credenze, si parla di…

Disordine

“Fervet opus – dice Tesifonte – c’è grande fermento nelle redazioni dei grandi quotidiani, delle all news, nei pensatoi degli ‘intellettuali’ pennivendoli, tutti molto allarmati dall’imminente suffragio universale che rischia di tramutarsi in diluvio universale. È palpabile la sensazione di una svolta epocale, della fine della 2° repubblica, e si cerca di correre ai ripari; è comprensibile…”

“Sarà una bella prova – pregusta Tigrio – dovranno tirare fuori il meglio (peggio) di loro per occultare, depistare, denigrare, travisare, dissimulare, per terrorizzare (e poi rassicurare) l’elettorato ‘moderato’ (che si è ridotto a loro stessi, peraltro) circa il rischio caos, il salto nel buio, perché “la posta in gioco è la democrazia!” (appunto, dico).Tuttavia sarà dura. Sarà dura perché la battaglia si giocherà su un terreno nuovo, infido: la giungla del web. Lì dove si annida la guerriglia…”

“Peggio – gli fa eco Trifina – lì dove si annidano gratuità e verità. Come diceva O. Wilde, ogni uomo mente, ma dategli una maschera e dirà la verità. Il web, nato come strumento di guerra e successivamente come strumento di controllo sociale (basta pensare alla funzione di fb che scheda e incasella gusti e attitudini della popolazione) se opportunamente sfruttato può e deve divenire strumento di guerriglia in mano a virtuali viet cong che gratuitamente e sinceramente, perché dietro anonimato (per quanto imperfetto, come sappiamo), dicono come stanno le cose, cosa davvero pensano, sentono e vogliono. Ciò è estremamente rischioso per il potere, che ben conosce i pericolosi incroci fra virtuale e reale; perciò tende a riportare la lotta sul campo di battaglia tradizionale (vedi battuta rivelatrice di Bersani “vengano qui a dircelo!”) “

“Già – ribatte Tarek – andiamo a dirglielo in faccia che son già morti, che puzzano, che vanno seppelliti al più presto. Magari in un talk show, magari da Vespa, dove è il loro habitat naturale…. Eh no bellini, la guerriglia non si fa così. La guerriglia è vincente proprio perché fa virtù dello squilibrio delle forze in campo, non offre il petto al nemico più armato, ricco e potente, ma ‘fiacca il nemico con mille punture di spillo’ (M.T.T.). Invece di lamentarsi del linguaggio, invocando un confronto pacato, sereno, scevro da aspre critiche, senza problemi, senza sussulti (la pace eterna, insomma) se fossi in loro mi preparerei alla fuga da Saigon…”

“Anche nel segreto dell’urna ci si esprime coperti dall’anonimato – puntualizza Tindara – non tema On. Bersani, anche in quell’occasione non mancheremo di dirLe alle spalle ciò che pensiamo di Lei, del Suo partito e dei Suoi attuali alleati…”

“Dicevo – continua Trifina – che oltre alla verità, è la gratuità , nell’accezione esistenzialista, l’elemento destabilizzante per questo sistema. La gratuità, lungi dall’essere irresponsabilità, anzi, è follia salvifica in una società mercificata che ha elevato la legge dello scambio a dogma sempiterno. Il disinteresse è eversivo. Ciò che si fa gratis scardina i binari della normalità, fa deragliare la routine, crea ‘situazioni’; e sappiamo quanto il potere tema le ‘situazioni’…Ultimo esempio, l’incresciosa vicenda Pussy Riot: risulta insopportabile l’affermazione di verità indossando passamontagna. Se ognuno si sente in diritto di ballare dove vuole e cantare cosa vuole, di mettere in discussione la religione, poi lo stato, poi ogni potere, dove si andrà a finire?”

“In una società senza classi. – risponde Tigrio – La storia dell’umanità procede inesorabilmente verso il progresso attraverso progressive sottrazioni di potere.”

Queste dunque le conversazioni fra italiani che non temono salti nel buio non avendo da perdere che le loro catene (mentali).

Pococurante VM

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