Questa bella serata sotto il vischio si parla di…
morte
“L’anno vecchio dopo Tremaglia si porta via anche don Verzé, è proprio vero che se ne vanno sempre i migliori!” afferma Ermengarda, nobile decaduta con indosso la parure appena riscattata al monte dei pegni con la tredicesima della pensione.
“Il 2011 si stava per portar via anche Lele Mora, ma se l’è perso per un soffio, anzi per un cerotto… speriamo nel 2012…” biascica Ezio, il ‘padrone’ (si fa per dire, è sotto sfratto) di casa.
“Non capisco, perché tutto questo astio, Ezio – interviene la moglie, di Ezio – siamo qui a tavola per rilassarci un po’ dopo questo brutto anno, per sperare nel nuovo… non capisco, davvero. Hai bevuto, Ezio?
“Ma cara, che domande, se ho bevuto… non è mica l’ultimo dell’anno…” risponde sarcastico Ezio.
“Gli è che siamo tutti incazzati neri – dice Enrico, il cognato – non lo sentite questo vento là fuori? Il vento rende nervosi…”
“Il vento secondo le scritture rappresenta lo Spirito Santo” – afferma Elio, il sagrista, invitato per la bisogna (sua) di non passare da solo anche l’ultimo dell’anno.
“La morte è sopravvaluata” declama Efisio serafico.
“Sarà – interviene di nuovo la moglie, di Ezio – ma da qui ad augurarla a qualcuno…”
“Ezio ha ragione, Egle – chiosa il cognato rivolto alla moglie, di Ezio – e questo vento non fa altro che aumentare il nervosismo. Il vento non si può fermare, ma Lele Mora sì. Il vento rende nervosi, molto nervosi; e il nervosismo ci ricorda la nostra condizione umana, al di fuori dei nostri ruoli sociali (n.b. Enrico è amministratore delegato di una srl in ‘momentanea’ difficoltà). Forse lor signori non sono mai stati incazzati, o forse sì, sono stai incazzati ( e molto) qualche volta nella loro vita, e cosa hanno fatto, per sfogare la loro rabbia? Avranno fatto ciò che era in loro potere.”
“Non ti capisco, Enrico – risponde Egle – sei criptico, che intendi dire?”
“Te lo spiego io, cara – fa Ezio – Lele Mora si merita il massimo della pena poiché le sue responsabilità sono molto più gravi dei reati che gli vengono contestati (fallimento lm, ruby, ecc.). E’ un individuo socialmente pericoloso. Si consideri fortunato, a dover patire solo la galera, poiché le modalità di risoluzione delle problematiche del secondo decennio del terzo millennio somiglieranno sempre più alla c.d. soluzione-Gheddafi. Modalità rapide, svelte, veloci e sbrigative come le manovre di Monti. Ribadisco, il massimo della pena per Lele Mora per i danni culturali da lui causati alla società italiana. Lele Mora è il Giovanni Gentile del berlusconismo.”
Questo dunque il sentiment che serpeggia fra i cittadini italiani all’alba del nuovo anno.
Pococurante VM