AVVISO DI INSURREZIONE parte VI: “nunc est bibendum”

Solita ressa all’ingresso della ‘taverna dei cattivi pensieri’, dove il proletariato si riunisce per abbeverarsi e nutrirsi ai pascoli dell’alta cultura. Solo che il noto tizio non aveva ancora bevuto (quando non beve è ancora più cattivo) e poco curante delle microspie piazzate dalla digos, tanto che il locale non era ancora stato fatto bonificare, iniziò così:

“Se c’è una cosa che mi manda in bestia è il gesuitismo dei media cosiddetti progressisti che tartufescamente danno voce al popolo per tastare il polso dell’opinione pubblica, in realtà alimentandone subdolamente la frustrazione. Quel ‘commenta’ che occhieggia sempre più spesso accanto agli articoli, per es. di repubblica.it, viene presentato come un moderno sondaggio in diretta, un’evoluzione telematica della democrazia, ma non si tratta d’altro che di uno sfogatoio dove si banalizza l’indignazione: tutti si indignano = nessuno si indigna. Tutto diviene un pastone, un blob entropico dove la collera popolare si manifesta e poi defluisce senza lasciare traccia, senza colpo ferire e senza intaccare minimamente le posizioni dei potenti che, magari, ogni tanto danno un’occhiata ai post per farsi due risate alla faccia nostra. Trasfigurando completamente il senso stesso della democrazia (la democrazia non è la libertà di poter dire ‘non sono d’accordo’ mentre te lo mettono in quel posto, ma democrazia è: evitare fattivamente che te lo mettano in quel posto).

Non sortiscono risultati migliori le manifestazioni di piazza fin troppo educate dei girotondini, del c.d. popolo viola, dei grillini, per non parlare della sterilità dei fantasmagorici ‘scioperi generali’, se non quello di mettere la coscienza a posto agli stessi manifestanti, i quali sembrano appagati dal solo proclamare a viva voce la propria purezza. Se ci fate caso, la facilità con la quale con un clic si raggiunge il medesimo obiettivo, mettersi la coscienza a posto e poi le cose vadano come vadano, è alla base dei sempre più scarsi e sempre meno affollati raduni di piazza. Ma i detentori del potere mediatico, che sono poi i detentori del potere tout court, sanno che stanno giocando col fuoco. Lasciano sfogare la ggente, ma se qualcuno si azzarda a scrivere qualcosa di appena assennato viene bannato. Provate a scrivere, come ho fatto io a proposito della lagna sulla c.d. legge-bavaglio: ‘Vogliamo sapere, vogliamo sapere … ma cosa c’è da sapere ancora? Non ne sappiamo già abbastanza per trarre le nostre conclusioni? Per scuotere la gente non bastano i discorsi, ci vogliono le bombe’ citando Bennato. Risultato? Bannato.

Sapete qual è il nostro problema? È che siamo dei complessati. Vogliamo dimostrare a tutti i costi di essere intelligenti, mentre questo è il momento di essere stupidi. Del resto uno dei vantaggi di essere intelligenti è che si può sempre fare lo stupido, mentre il contrario è del tutto impossibile. Abbiamo letto Rosseau che diceva che i problemi dell’umanità derivano dal fatto che gli stupidi non hanno mai dubbi, mentre gli intelligenti ne hanno sempre; ma dovremmo leggere anche Saint Just quando afferma che chi fa una rivoluzione a metà non fa altro che scavarsi la fossa. È ora di mettere da parte i dubbi, che non fanno altro che bloccarci, e i complessi, manco dovessimo continuamente dimostrare la nostra intelligenza. Questa è solo l’ora di agire. Ora andiamo a brindare che ho la gola riarsa”

Applausi convinti su quest’ultima frase.

DAL LAMPADIERE POCOCURANTE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *