L’altra sera sono tornato alla ‘taverna dei cattivi consigli’ ma era così piena che si faceva fatica ad entrare e mi sono perso la parte iniziale della prolusione del solito ubriacone.
“…ndano come potrebbe reggere un qualunque sistema economico se nessuno lavora. Non mi stupisce questa mancanza di fantasia, certamente derivante da magagne al lobo occipitale, da parte chi è abituato a ragionare, diciamo così, con logica binaria. O è bianco o è nero. O il lavoro è bene oppure è male. In una prospettiva libertaria sarebbe un’aberrazione vivere in una società che proibisce il lavoro. Chi vuole lavorare lavori pure, per carità! A ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacità. Se qualche minus habens sente il bisogno di lavorare, non saremo certo noi ad impedirglielo, anzi! Pur sprezzando la società dei consumi, siamo consapevoli che determinate attività industriali e artigianali dovranno pur continuare per non interrompere servizi essenziali come per es. la pubblicazione di libri, l’imbottigliamento di queste bottiglie di assenzio e la lubrificazione di fucili sovietici … (Vi pare possibile che d’improvviso, oppure dopo lunga e attenta riflessione, la maggior parte delle persone che adesso lavorano indefessamente per le magnifiche sorti e progressive dell’umanità, decidano di mettersi in panciolle e rinnegare l’operato della loro vita fin qui svolta? C’è un sacco di gente per la quale il lavoro è l’unica seria alternativa al suicidio. C’è un sacco di gente che lavora sì per i soldi, ma soprattutto perché non saprebbe come diavolo impiegare tutte quelle ore della giornata, non saprebbe proprio dove sbattere la testa. E’ gente che sopporta le ferie solo grazie all’idea che finiranno, e quando va in pensione entra in depressione. Finché esisteranno utili idioti come questi, e badate che non sto parlando di una sparuta minoranza, tutt’altro,il timore del tracollo del sistema socio-economico-produttivo è decisamente mal riposto. C.V.D. Pococurante, 2001)
Passando al secondo corno del problema, è pleonastico affermare che è sconsigliabile seguire bovinamente il linguaggio soreliano, infatti occorre ‘sfidare e integrare’ il pensiero di Sorel. Proprio perché bisogna partire dagli umani e non da materiale inerte come è la stessa wikipedia.
D’altra parte, proprio perché ci proponiamo di sovvertire l’attuale società, non possiamo esimerci da partire dalla constatazione oggettiva che essa è materialisticamente divisa in classi.
D’altra parte ancora, proprio perché sono gli umani che determinano il sistema economico, non possiamo non analizzare i loro comportamenti a partire dalla loro psiche per renderci conto con chi abbiamo a che fare. E’ pedagogica un’osservazione entomologa della classe dominante che, in preda al panico sentendosi franare il terreno sotto i piedi, sta offrendo in questi giorni un molto istruttivo spettacolo di sé. Mentre è abituata a non alzare un dito alla notizia delle statistiche dei morti per fame e per sete nel mondo, degli indici di disoccupazione e di povertà nell’altra parte del mondo, si riunisce di gran fretta nel week end alla notizia dei crolli dei corsi azionari. Sembra che questa curiosa specie animale sia vivamente preoccupata solo dagli indici delle borse, probabilmente ne va della propria sopravvivenza. E’ gente insensibile alla morte, alla fame, alla miseria ma non allo S&P 500 …
Istruttivo, vero?
E’ gente che non ammetterà mai di aver sbagliato tutto nella vita, di aver sbagliato a modellare la società mondiale sui precetti liberisti. E’ gente che teme come la peste il termometro della borsa, poiché è l’unico strumento rimasto a dare un senso alla loro povera esistenza.
Ma la borsa è una vicenda umana e come tutte le vicende umane …” 92 minuti di applausi.