OI DIALOGOI puntata due: Intoccabili

Stasera al terminal 2, in un contesto di insofferenza e livore si parla di…
intoccabili

“E’ un’indecenza – sbotta Renato griffato dalla testa al trolley, ultimo della fila – in quaranta minuti sono passati solo tre taxi e c’è una fila di venti persone! Solo oggi pomeriggio ero a Londra e mi sembrava di stare su un altro pianeta, ma si vede che lì è passata la Thatcher…”

“Oh beh, lì sì” dice Roffredo, diciannovesimo della fila, fissando il suo rolex con cassa in acciaio Oyster, 40 mm, movimento meccanico, a carica automatico, cronografo.

“Questi tassisti la devono capire che oramai non ci sono più intoccabili – osserva Rachele, sedicesima della fila in fremente attesa di tornare a casa dopo volo transoceanico – è ora di finirla con queste caste di privilegiati. Meno male che questo governo sta mettendo mano…”

“Eh già – interrompe ironico Ruggero, quindicesimo della fila – meno male, se no S&P ci declassava…”

“Che ha, nostalgia del governo precedente?” – si inalbera Rachele.

“Niente affatto – risponde calmo Ruggero – osservo che gli intoccabili ci sono ancora, basta pensare agli onorevoli camorristi…”

“In una democrazia il voto del parlamento va comunque rispettato” – precisa Renato, il griffato.

“In una democrazia il voto referendario, per es. sull’acqua, invece non va rispettato” – ironizza di nuovo Ruggero.

“Insomma, lo sa o no che c’è la crisi? – si scalda Rachele – E’ ora di dare una scossa all’economia, basta con questi monopoli, pubblici e privati! Torno or ora da Chicago e le assicuro che le liberalizzazioni sono l’unica via per…”

“Basta con questi intoccabili, è una questione di equità” – chiosa Roffredo fissando il suo iphone4, display 3,5 pollici, connettività edge, gprs, hsdpa, hsupa, bluetooth.

“Quando i nodi vengono al pettine – spiega paziente Ruggero
– e la crisi, quella vera, minaccia di toccare realmente gli intoccabili, la mossa disperata che si può azzardare è quella di scatenare la classica guerra fra poveri. Additare categorie, che certamente avranno dei piccoli privilegi, come agnello sacrificale, capro espiatorio per la salvezza dei veri intoccabili. Toccare i finti intoccabili per non toccare i veri intoccabili, non so se mi spiego.”

“E chi sarebbe questi veri intoccabili, sentiamo” – si spazientisce Renato, il griffato.

“E’ facile riconoscerli – risponde Ruggero – se vi capita di guardare la tv (eh, lo so che vi capita) non fissate il centro dello schermo, ovvero ciò che vi vogliono far vedere, ma guardate ai lati. Non per pochi secondi, ma per lunghi minuti. E’ molto istruttivo ciò che avviene ai lati e sullo sfondo. Per es. mi sono ormai molto familiari i volti degli agenti in borghese di scorta. Quando vedete una scorta, e persone che pendono dalle labbra, che annuiscono, che ammiccano… ecco tornate a fissare il centro dello schermo e vedrete un intoccabile. Sono loro che vanno toccati. Fisicamente. Con una vigorosa stretta di mano, con un’amichevole pacca sulla spalla, naturalmente…” conclude beffardo Ruggero.

“O ingenuo, i veri intoccabili non compaiono in tv. Tuttavia anch’io ritengo doveroso cercarli e cercare di toccarli. Fisicamente.” – chiude serio la discussione Rufo, ultimo arrivato ad allungare la fila.

Queste dunque le speculazioni filosofiche degli italiani smarriti, sperduti, negletti.

Pococurante VM

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