Leggo sulla stampa locale che anche gli industriali lecchesi, con una folta delegazione, hanno partecipato entusiasti all’Assemblea nazionale dove hanno potuto sentire la loro Presidente Emma Marcegaglia aprire i lavori con una sentita relazione davanti al Presidente della Repubblica ed altre centinaia di iscritti, questa volta più dignitosamente composti che la settimana scorsa a Bergamo dove, altrettanto entusiasti, applaudirono il vertice della Thyessen malgrado la sentenza storica di condanna per omicidio di operai a scopo di profitto.
Una Relazione, quella della Presidente Marcegaglia, che ha messo lucidamente un dito nella piaga di quest’Italia così malandata: “Il Paese arretra, abbiamo perso 10 anni” e ancora, ferma con lo sguardo diretto alla platea e alle autorità: L’Italia “ha già vissuto il suo decennio perduto” in termini di “minore competitività” e di “mancata crescita”. Ora “dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo è un fattore discriminante”.
Un impegno e monito che ha trovato sponda anche nel Ministro del (non) Lavoro Sacconi con la proposta di costruire un nuovo Statuto dei lavori. E, facendo l’occhiolino ad una parte dell’opposizione parlamentare, ha ricordato che: “Ci sono proposte di una parte riformista dell’opposizione su uno schema di riforma complessiva che considera anche la flessibilità in uscita”.
Per finire, certamente tra gli applausi convinti anche della delegazione lecchese, un messaggio benaugurante e di fiducia per la classe lavoratrice: “Queste proposte hanno in comune il riequilibrio delle tutele tra i lavoratori troppo garantiti e i giovani dal futuro sospeso. Occorre proteggere i lavoratori dalla perdita di reddito, non dalla perdita del posto di lavoro“.
Nell’apprezzare personalmente questo slancio di responsabilità, tramite gli Industriali lecchesi vorrei far giungere alla signora Marcegaglia questa mia, maturata appena sentite le sue dichiarazioni: “Vedi che piano piano la Emma viene sulle nostre posizioni: “occorre proteggere i lavoratori dalla perdita di reddito, non dalla perdita del posto di lavoro”. D’accordo, lasciateci a casa e mandateci lo stipendio a domicilio. Anzi, in ordine cronologico prima si fa una legge per il reddito di cittadinanza e poi sulla flessibilità in uscita. Prima vedere moneta, poi dare cammello.
Certo di trovare una sponda responsabile e coerente lascio anche il mio recapito postale
Paolo Trezzi viale Turati 71, Lecco.