“Monti: lo spread sale ma… hey voi, chi vi ha detto di rilassarvi?” – scherza Teodolinda.
“Se lo spread sale – spiega Tristano – la colpa non è certo di Monti, ma di quegli italiani che vogliono solo diritti. E di diritti si muore! (Marchionne said)”
“Monti e Marchionne misurano tutto coi numeri. Fanno bene. – illustra Teseo – Come diceva S. Weil, l’algebra e il denaro sono essenzialmente livellatori; la prima intellettualmente, l’altro effettivamente. Anche noi dovremmo misurare tutto coi numeri; si tratta di adoperare le stesse armi del nemico per rivoltargliele contro. Misurare e licenziare. Come vanno le vendite, sig. Marchionne, lo sta facendo il budget? No? Allora, a chiacchiere stiamo a zero: via, a casa (per giustificato motivo economico, direi)”
“Sì, vabbé – ribatte Teodolinda – ma la gestione di uno Stato non si può ridurre solo a una dimensione economicista, c’è dell’altro. Ci sono le famiglie, la cultura, la coesione sociale, insomma ci sono i cittadini!”
“Anche qui – risponde Teseo – mutuando il lessico aziendalistico, possiamo misurare coi numeri. Anziché di ‘customer satisfaction’ valuteremo la ‘citizen satisfaction’ . Quanti sono ragionevolmente soddisfatti della loro condizione economica, sociale, politica, culturale? Quanti hanno un’occupazione stabile e un reddito adeguato? Quanti viceversa pensano al suicidio? Sig. Monti, lo sta facendo il budget?”
“Certo, tutto molto bello e giusto – interviene Tullio – ma non si può pretendere di ottenere tutto e subito, dobbiamo pensare al futuro. I sacrifici di oggi sono finalizzati…
l’intervento di Tullio non poté proseguire perché subissato da crasse risate e l’ilarità generale lo spinse ad allontanarsi scuotendo la testa
“La crisi – riporta l’ordine Teseo – che per definizione dovrebbe essere una fase transitoria, di rottura (a volte di crescita, se pensiamo anche alle crisi private, personali) in questa società dello spettacolo sta assumendo i connotati dell’ossimoro, della ‘contingenza permanente’ . Immersi nel mondo liquido delle immagini, non ci rendiamo conto che l’origine ‘ufficiale’ di questa crisi risale a cinque anni fa (mutui subprime). Da allora si perseguono gli stessi scopi, si ricorre alle stesse ricette, si dicono le stesse cose senza cavare un ragno dal buco. E da qui ai prossimi cinque anni niente lascia presagire un cambiamento (se non in peggio). Dunque, cosa se non l’evidenza dei numeri, che notoriamente hanno la testa dura, potrà scalfire la tragica ostinazione di questi cavalieri dell’Apocalisse?”
“Tu l’hai detto – risponde Teodolinda – c’è qualcosa di più forte dei numeri, dell’evidenza matematica. Perché hanno tanto successo le immagini (in tv ma anche sul web)? Perché hanno a che fare coi sogni. La gente preferisce sognare che pensare (chiamala scema: il solo pensare conduce dritti al suicidio). Il problema è chi specula sull’innato bisogno di sognare. Chi detiene i mezzi di produzione delle immagini, coloro che depistano i sogni altrui per livellare tutti quanti alla loro mercé (e mi piacerebbe sapere anche cosa pensano e soprattutto cosa sognano questi speculatori e perché non si ammazzano)”
Queste dunque le serene riflessioni degli italiani felici come una pasqua
Pococurante VM