AVVISO DI INSURREZIONE parte XXIV: Non è un complotto

Intrigante serata ieri alla taverna dei cattivi bocconiani, dove il solito tizio stavolta era davvero fuori come un balcone avendo fatto indigestione di mon cheri

Salutiamo l’ex rettore, insediatosi alla guida del Belpaese. Colui che vanta il merito (e in questo già sta la sua ingenuità) di aver contribuito con la sua scuola per fighetti a forgiare la futura classe dirigente. Sappiamo bene che razza di gente è uscita da quelle aule…
Monti non è un innocente.

Che cos’è l’innocenza? Etimologicamente, la condizione di non nuocere. I bambini non sono innocenti. Se foste costretti a scegliere (costretti, senza terza alternativa) se affidare una pistola carica, con il colpo in canna, in un luogo affollato, la affidereste a un bambino di tre anni o a un killer professionista?
Non si può sempre spiegare il male col male. Per es. c’è chi si ostina a spiegare il male dell’attuale crisi economica con il male della finanza cattiva. Esisterebbero dei cattivoni, avidi e spregiudicati, che complottando complottando hanno fatto un sacco di soldi sulla pelle del 99% della popolazione mondiale. Si cerca anche di dare un volto e un nome a questi cattivoni, ultimamente va molto di moda riempirsi la bocca con Goldman Sachs (per brevità useremo l’acronimo GS). In realtà le varie GS non sono cattive, è che le disegnano così. In realtà, in questa realtà capitalistica, non esiste un’economia buona e una finanza cattiva; esiste un’economia cattiva che genera una finanza perfida.

Un’economia già da un pezzo soffocata dalla sovrapproduzione, che non riesce più a smerciare alcunché se non con la droga del debito. A sua volta il debito, impacchettato e divenuto esso stesso merce, ha preso a circolare per il mondo alla disperata ricerca di remunerazione, determinando un indebitamento di tutti con tutti. Siamo al cortocircuito.
Le varie GS non possono farci niente. Se non si comportassero come si comportano (malvagiamente, d’accordo, sfruttando, truffando, razziando) verrebbero escluse. Fuori, ai margini del mercato. Le regole del gioco sono quelle. Ora, lo sbaglio, l’equivoco è considerare quelle regole “naturali”.
Finché non si chiarisce questo equivoco è inutile, anzi fuorviante, alimentare il complottismo. Non perché non esistono i complotti, anzi, ma perché non esiste e non può esistere in natura una genia di cattivoni, bravissimi e invincibili, che alla fine l’ha sempre vinta. Se un complotto è in atto, è quello di far passare la critica ai meccanismi di mercato per complottismo.
Il problema non è la Grecia, non è l’Italia, non è Berlusconi, non è Monti. Nemmeno Gs lo è; le persone che dirigono le varie GS, gli advisor che prestano loro consulenza, non sono criminali.
Non sono criminali, ma non sono innocenti. Non sono criminali, tuttavia sono più pericolosi. Sono patetiche figure che accumulano e accumulano denaro virtuale sugli schermi dei loro computer. Denaro che non riusciranno mai a trasformare interamente in benessere reale, nemmeno per loro stessi. Il mondo è in mano a (e sta finendo a causa di) questi giocatori compulsivi, sempre attaccati al computer come a un videopoker, che trasferiscono numerini di pixel da una parte all’altra del pianeta con un clic, sempre alla ricerca di ulteriori margini di profitto per i loro capitali, perché questa è l’unica legge ‘naturale’ che conoscono.
Non sono criminali, sono malati.

dal nostro lampadiere Pococurante con la sua costante lucidità e il genio di farci capire le cose con la semplicità e il garbo di uno che ci tiene a te, a noi.

Un pensiero su “AVVISO DI INSURREZIONE parte XXIV: Non è un complotto”

  1. Alberto L. scrive:

    Non conosco nessuno fra le categorie citate; non posso quindi sapere se sono videodipendenti, denarodipendenti o altrodipendenti.
    Mi convince l’osservazione per cui “non sono criminali (salvo rari casi accertati), ma non sono innocenti”: chi ha il potere di gestire, piccolo o grande che sia l’ambito e il potere, ha il dovere [morale] di farlo non perseguendo la propria utilità, ma il benessere della comunità nella quale le sue decisioni si riverberano (è così per il buon padre di famiglia, il capo ufficio, il pescatore, il solitario alpinista, l’imprenditore, il banchiere, il politico, tutti).
    Allora dovremmo distinguere le persone, siano di GS o il buon padre di famiglia o il pescatore ecc., per la morale che muove le loro azioni.
    A tale riguardo, suggerisco la lettura del seguente saggio, del prof. Stefano Zamagni (che non ha studiato all’Università Commerciale Bocconi e che lavora presso il più antico ateneo Europeo):
    http://www.cosmopolisonline.it/20110715/zamagni.php

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *