Benvenuto Btp-Day? Una bufala e fumo negli occhi.
Le Banche e la Borsa, hanno lanciato una campagna per sostenere il nostro debito pubblico. Invitano cittadini, famiglie, ad investire in BTP. Se questo sostegno avviene lunedì 28 novembre, non faranno pagare le commissioni di negoziazione.
Si omettono, volontariamente, però alcuni aspetti non secondari. Aderendo all’iniziativa di lunedì non si aiuterà, per nulla, lo Stato e il debito pubblico ma Fondi, Banche e speculatori (che il più delel volte coincidono).
Perché non si comprerà in Asta, cioè direttamente dallo Stato, ma sul mercato secondario, quindi da chi già li detiene e, per mille ragioni, li vuole vendere prima della loro scadenza naturale.
Senza ombra di dubbio, l’acquisto dei BTP, in questa giornata, aiuterà e sosterrà eventualmente gli speculatori, chi da mesi li sta comprando a prezzi più bassi e ora li ri-vende.
Ci sono banche, (Deutsche Bank in primis) che con una mano fanno pubblicitari accordi con il Comune, regalando pochi soldi all’Ente e brusoclini alle associzioni locali, e con l’altra hanno speculato per miliardi di euri, miliardi, piegandoci le gambe e quasi uccidendoci, (come Stato) vendendo e acquistando BTP allo scoperto.
E’ buono sapersi poi che le famiglie italiane hanno in mano poco debito pubblico.
Secondo i dati della Banca d’Italia, al giugno 2011 questi ammontava a 1901 miliardi di euro pari al 122% del Pil realizzato nel 2010. Una cifra stratosferica. Detenuto per il 56,4% da soggetti italiani e il 43,4% da soggetti stranieri. La quota delle famiglie però è solo il 12,7%.
Tutto il resto è di investitori istituzionali: banche, assicurazioni e fondi. Più precisamente: 3,6% Banca d’Italia; 26,2% banche commerciali italiane, 13,8% assicurazioni e fondi italiani, 10,6% banche estere, 32,8% fondi esteri. Nel caso qualcuno si spaventasse di chi propone un congelamento del pagamento del debito pubblico.
Lunedì l’unica ragione per comprare i BTP non è quella finta detta dalle banche per sostenere lo Stato ma quella per avere un ottimo interesse. Personale, egoistico e non comunitario. Collettivo.