Archivi categoria: Diritti

SEMBRA UNA RAPINA – È UNA DELIBERA

numero-banda-bassottiXI 4433 è la combinazione della cassaforte aperta il 17 marzo in un Palazzo di pregio (è qui che si trova il belvedere più alto d’Italia) in Piazza Città di Lombardia 1 a Milano

Bottino 48 milioni di euro. 48!!!
Le carte ufficiali parlano di 2 distinti contenitori usati per farli uscire dal Palazzo
Uno con 36 milioni e un altro con 12

Si han già dei sospetti, da indizi trovati in loco

È stata accertata la fondamentale presenza di un complice interno che è da accertare se abbia fornito la combinazione o, come sembra dai primi rilievi, addirittura aperto la cassaforte

Le iniziali fornite alla stampa sono R.L.

Emergono particolari allarmanti
Il basista nonostante fosse già conosciuto nell’ambiente, lavorava, da anni, nel Palazzo, apparentemente per Servizi ai cittadini
Sebbene mai condannato, pare aver già sottratto risorse a locali aziende sanitarie pubbliche costringendo queste poi a ridurre personale, posti letto e la propria rete territoriale

Da controlli sui Bilanci degli ultimi 3 anni pare sia emerso che, indisturbato, abbia sottratto centinaia di milioni
Le carte in mano ai giudici dicono che nel 2017 il totale era di 255 milioni, nel 2018 già erosi a 218,8 per poi restare soli 77,12

Si parla di una copertura per queste e altre azioni di un numero imprecisato di complici esterni, diffusi in tutte le province, che, dal nome del fascicolo aperto dagli inquirenti vengon chiamati “i cornuti e mazziati”

Il basista RL risulta da voci autorevoli rispondere al nome di Regione Lombardia, i complici sono stati riconosciuti nella maggioranza degli elettori e la pista dei 48 milioni porta alla sanità privata.

XI 4433 infatti pur restando una combinazione di cassaforte, è il numero della Delibera di Giunta Regionale del 17 marzo, con relativo protocollo d’intesa, che assegna altri 48mil€ alla sanità privata per il Piano vaccinale Covid

IMG_20210401_133727Qui a Lecco siam dovuti andare come dei cani bastonati dagli imprenditori per trovare 40.000 eur, abbiam chiuso centri vaccinali locali e, nello stesso momento, la Regione girava 48 milioni € alle cliniche

I tagli continui alla sanità pubblica intanto han comporto oltre alla precarietà nell’affrontare il Covid, chiusure di reparti, personale sanitario all’osso, tagli di posti letto e ritardi indecenti per visite ed esami che costringono, soldi in mano, a rivolgersi alle cliniche private, le stesse che han preso questi 48 milioni €. Nostri

Da paziente a cliente

IMG_20210401_133816

PERCHÉ E PERCHÉÉEÉ (VACCINI E VACCATE)

FB_IMG_16173567452516520C’è sempre un perché. È che non sempre è un perché che si comprende. Soprattutto se i perché vanno a due a due come le ciliegie e ti fan dire “ma no, ma perchééeé?”.

Uno di questi è la chiusura/mancata apertura dei centri vaccinali territoriali

Il perché dicono è: mancano i vaccini

Il “ma no, ma perchééeé?”
È quello dopo aver letto le parole del Sindaco di Calco sulla chiusura di quello di Olgiate, aperto solo 5 giorni prima, dove ne eran programmati 1200 e già fatti 500 e ora “i cittadini verranno dirottati su Lecco e Barzanó”

Già uno si chiede che programmazione fa iAts se non è in grado di abbinare nemmeno per una sola settimana gente e vaccini

Poi il secondo “ma no, ma perchééeé?” ti viene quando rifletti sulla parola “cittadini dirottati su”. Vuol dire che “su” i vaccini ci sono
Dirottare vaccini e non persone è così improbo?

Poi leggi che non aprono più Calolzio, Merate Casatenovo, Oggiono ect. Ats ha detto stop dopo solo una manciata di giorni dal sì aprite.

Il perché dicono è: mancano i vaccini

Calolzio, per es., aveva personale, sicurezza, volontari, aveva pure pulito il Palazzetto e a breve anche tagliato pure 201 alberi lì vicino, dall’entusiasmo di aprire il 31 marzo

Il “ma no, ma perchééeé?”
È quello dopo che il presidente di Lariofiere, Dadati conferma che li a Erba partiranno il 31 marzo e faranno fino a 2500 vaccini al giorno, e tu pensi che Ats gestisca i calendari ancora osservando le stelle in una notte nuvolosa

Poi pensi che pure al PalaBachelet di Oggiono avevan pulito e sistemato e ora tutti a casa ma non per colpa della zona rossa

Il perché dicono è: mancano i vaccini

Il “ma no, ma perchééeé?”
È quello dopo aver letto la Delibera Ats nr197 del 22/3 all’Albo il 26, dove “si approva una o più linee vaccinali presso gli spazi ambulatoriali ATS di Via Longoni 13”
Un posto infausto, dentro una stradina e con parcheggi auto come se fossimo ante 1886

Ecco. È il caso di chiedere:
– una pianificazione non umiliante per cittadini e amministratori.
– che richieste e soprattutto le consegne in ASST dei vaccini siano rese pubbliche, documentate e trasparenti
– che Ats renda trasparente a tutti, cittadini in attesa di vaccino compresi, la pianificazione ai vari centri territoriali grandi o piccoli, oggi pare così confusi e inspiegabili.

Perché? Perchééeé? Perché sì Ecchecazzo
Basta guardare il caos lombardo

QUEGLI INFERMIERI DA ANGELI A UNTORI

FB_IMG_16173565488468504È talmente logico da sembrar giusto

Ma non lo è. E non per la “rivoluzione a costo zero”. Per il “credere nella scienza”
Per il pulpito dove è scritto e Serra che a proposito di culo al caldo…

Non è ingiusto/giusto per pancia, insomma

– È ingiusto per una questione di Diritti
E i Diritti si estendono non si riducono
Certo van bilanciati con quelli della collettività ma bilanciati non sottratti

– È ingiusto perché quei medici e infermieri son gli stessi che eran angeli e eroi solo una manciata di mesi fa

– È ingiusto perché son gli stessi che non si son tirati indietro quando non c’erano i dpi, o dovevan andare a lavorare con la febbre e turni da mulo

– È ingiusto perché si alimenta, non bastasse, la generalizzazione anche verso chi non si vaccina non perché “non ha etica” è “un rivoluzionario a costo0”, per dirla alla Serra, ma semplicemente perché non può, per patologie

– È ingiusto perché cosa non si capisce della dicitura “procedura di emergenza” nei vaccini?

– È ingiusto perché si fa credere che il personale sanitario non sia monitorato e vada in giro nudo a limonare duro con i pazienti invece che, ora, con protezioni, mascherine ffp2/3 visiera e sti cazzi, gli sticazzi non perché girano nudi

– È ingiusto perché non si capisce per quale motivo essere scettici su un farmaco o una classe di farmaci dovrebbe corrispondere ad essere “contro la scienza”.. Mah

– È ingiusto perché il vaccino (basta leggere le faq Aifa,) non pare fermare la trasmissione del virus ma bloccare le forme gravi del virus. Tanto è vero che il personale sanitario ma in generale i cittadini debbono sempre tenere mascherina, disinfettante ect anche da vaccinati

– È ingiusto perché se il problema sono i morti e ospedali pieni van vaccinati gli anziani e le persone fragili e non il personale sanitario in salute, ossia intervenire su chi gli ospedali li riempie e ci esce morto non su chi ti cura

– È ingiusto perché si sta focalizzando l’attenzione su un 5% che in salute non vuole vaccinarsi, togliendo dosi a chi è a rischio grave
A me non pare giusto e sensato

IL VIRUS DEL LINGUAGGIO

FB_IMG_16154825936455696Parliamo di un altro virus che non è il Covid ma l’insistenza a sminuire le battaglie, piccole o grandi, di genere e l’affrancamento da stereotipi?

Ieri a Sanremo Beatrice Venezi, presente come ospite, ha rivendicato di voler essere chiamata “direttore d’orchestra” e non “direttrice”.
Dando questa motivazione: “la posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore di orchestra, non di direttrice”.

Quindi non è una questione di libertà individuali, lei infatti è liberissima di farsi chiamare e pure pretendere di essere chiamata come meglio preferisce

Il cortocircuito sta e con essa la gravità, oggettiva, nella sua spiegazione: “la posizione ha un nome preciso…..”
Non capendo o sottovalutando che questa è proprio una convenzione figlia del maschilismo, del patriarcato, delle convinzioni imposte da un modello culturale.

E il linguaggio, le parole, contribuiscono in modo potente decisivo a creare la realtà che viviamo.
I linguaggi non sono forma (eventualmente, hanno forma), sono sostanza.

Siamo tutti liberi di scegliere e di utilizzare le parole che desideriamo come meglio crediamo ma è necessario assumerci la piena responsabilità di questa scelta e di quest’uso

A parer mio sarebbe buona cosa prenderne consapevolezza, soprattutto quando si è davanti a una platea popolare televisiva così ampia Continua la lettura di IL VIRUS DEL LINGUAGGIO

Eluana: per non piantare un altro chiodo sulla croce di papà Englaro

untitledCome i giornali han documentato, è andato in scena ieri il rituale annuale che i “padroni” della morale chiamano “la giornata degli stati vegetativi (pro-life).”​
Il 9 febbraio, perché è la stessa data in cui morì Eluana Englaro.

Dolente da guardare ma pure assai istruttivo.
Gli integralisti da volantinaggio che fanno i gradassi sulla vita e sulla morte (degli altri), ci danno preciso il ritratto di quel che sono, e di come vorrebbero questo Paese:
arretratezza, malafede e dogma.

Falsa coscienza, ma vera cattiveria.

Non ce n’è uno, di questi soldatini della fede, che piantando un altro chiodo sulla croce di papà Englaro non gli dica “poverino”, “gli siamo vicini”.
E giù un altro chiodo. Ma poi si svelano. Dicono, come ha detto Antonella Vian che coordinava la manifestazione lecchese, “Eluana è stata ammazzata”.
Che “Eluana voleva vivere”. Che se fosse rimasta dalle suore sarebbe ancora viva e magari avrebbe potuto addirittura svegliarsi

eluanaenglaro_1

Una violenza e falsa testimonianza da rimanerci ogni volta male.
Perché è proprio sull’odio per chi reclama diritti che gli integralisti religiosi di pronto intervento sguainano la spada.

Capisco che i “padroni” della morale vogliano sottolineare il loro ruolo autoreferenziale continuando a comportarsi come tali, però anche basta.
Basta!!

Il Padre di Eluana ha combattuto, alla luce del sole, non contro qualcuno ma solo per Eluana. Ha chiesto solo la libertà, il diritto, di scelta per lei, non l’obbligo per tutti e su tutti, a mettere fine alla sua non vita.

Quindi Basta!! Basta!!

IN PIAZZA PER LA SCUOLA A SCUOLA

IMG_20210111_223647La “classe” auto-organizzata di studenti delle scuole di Lecco nella piazzetta del Broletto lunedì per fare lezione in Dad è da togliere il fiato

Segno insieme di bellezza e di disagio

Non possiamo fare finta e sottovalutare che in Italia: – abbiam chiuso le scuole per primi e siamo gli ultimi a riaprirle
– che ogni 3 giorni cambiamo idea e decidiamo di riaprirle per chiuderle 8 ore prima della riapertura.
Solo questa settimana già 4 volte.

Già dal primo lockdown, a differenza di diversi Paesi europei, abbiamo sacrificato il sapere degli adolescenti. Creando insofferenza e sofferenza.
Alimentando e ampliando i divari di saperi

Abbiamo investito in banchi a rotelle e nulla in personale. Gli studenti e chi abita la scuola è costretto a vivere alla giornata.

Presidi e personale Ata han dovuto inventarsi arredatori di interni, ingegneri gestionali e crew di sicurezza. E dopo aver redatto e applicato, in ogni singola scuola, protocolli su protocolli, la politica non ha fatto nulla, se non farli chiudere

E così studenti a casa, davanti a uno schermo, in pigiama con la speranza che la connessione regga o non regga.

E a ogni annuncio da parte di CTS (il comitato tecnico scientifico) e OMS che la scuola è sicura e si può fare in presenza, a prescindere dai vaccini, la politica rinviava e rinvia. Annuncia e rinvia.

Sono aperti i luoghi di lavoro, negozi, tabacchi ect ma le scuole non vanno sotto la voce economia

Quindi vedendo questi studenti ieri credo sia necessario che la solidarietà ricevuta dai passanti sia estesa, collettiva e pubblica, anche simbolicamente, da parte anche del loro corpo insegnante e, non potendo far con loro lezioni ufficiali all’aperto, si concordasse, se condiviso da entrambi, una lezione (fuori orario) in più luoghi pubblici diffusi, contemporaneamente.

Una scuola a scuola in piazza
In piazza per la scuola a scuola

Aperta ai passanti, alla cittadinanza.