Come i giornali han documentato, è andato in scena ieri il rituale annuale che i “padroni” della morale chiamano “la giornata degli stati vegetativi (pro-life).”
Il 9 febbraio, perché è la stessa data in cui morì Eluana Englaro.
Dolente da guardare ma pure assai istruttivo.
Gli integralisti da volantinaggio che fanno i gradassi sulla vita e sulla morte (degli altri), ci danno preciso il ritratto di quel che sono, e di come vorrebbero questo Paese:
arretratezza, malafede e dogma.
Falsa coscienza, ma vera cattiveria.
Non ce n’è uno, di questi soldatini della fede, che piantando un altro chiodo sulla croce di papà Englaro non gli dica “poverino”, “gli siamo vicini”.
E giù un altro chiodo. Ma poi si svelano. Dicono, come ha detto Antonella Vian che coordinava la manifestazione lecchese, “Eluana è stata ammazzata”.
Che “Eluana voleva vivere”. Che se fosse rimasta dalle suore sarebbe ancora viva e magari avrebbe potuto addirittura svegliarsi
Una violenza e falsa testimonianza da rimanerci ogni volta male.
Perché è proprio sull’odio per chi reclama diritti che gli integralisti religiosi di pronto intervento sguainano la spada.
Capisco che i “padroni” della morale vogliano sottolineare il loro ruolo autoreferenziale continuando a comportarsi come tali, però anche basta.
Basta!!
Il Padre di Eluana ha combattuto, alla luce del sole, non contro qualcuno ma solo per Eluana. Ha chiesto solo la libertà, il diritto, di scelta per lei, non l’obbligo per tutti e su tutti, a mettere fine alla sua non vita.
Quindi Basta!! Basta!!