TRA EDUCAZIONE E RECIDIVA: I CONTROLLORI

images (3)Dentro la deprecabile storia, ormai nazionale, successa l’altro giorno su un nostro bus e documentata in parte da un breve video, resta purtroppo in secondo piano ciò che meriterebbe invece la massima diffusione: la lettera di risposta, dopo i fatti e la loro diffusione, scritta dalla ragazza protagonista, suo malgrado, della vicenda.

Questo perché contiene due elementi importanti, qualificanti: educazione e recidiva.

L’educazione: come una specie di predisposizione umana alla “giustizia riparativa” la ragazza aggredita racconta, spiega, denuncia ma non infierisce, tende la mano ma non sminuisce la gravità dell’accaduto, con umanità non ne approfitta.

Non chiede licenziamenti, pensa – ed è un segno di attenzione e preoccupazione – che il controllore possa avere famiglia e col lavoro mantenerla.
Non giustifica ma non la butta in politica, contiene e limita la variante razzista.

Un’intelligenza, anche emotiva da sottolineare

A quel volgare “voi” urlatole reiteratamente in faccia da un piccolo uomo non ci ha costruito un “baluba” di consenso ma un “noi”, tutti noi, di possibili e facili soggetti aggredibili.

E qui arriviamo al secondo elemento importante, la recidiva: la ragazza ha tenuto a ricordare che il controllore non è razzista, perché con lui quello successo poteva capitare a chiunque. Ed è capitato.

Emerge così un dato ancor più grave del grave che già è.

Si legge, si è letto, ci si ricorda, si riconferma che non è novità questo tipo di aggressioni. Ragazzi, anziani, donne, persone di etnie diverse, la fragilità presunta o meno, viene manipolata dai comportamenti fuori luogo.

Si legge che ci son state più e reiterate segnalazioni alla direzione di LineeLecco, ma leggendo chi le ha fatte, pare che mai queste abbiano trovato risposta, provvedimenti, solidarietà. E’ dovuto sbucare un video, “rubato”, e allora Istituzioni e Azienda quasi “costrette” si sono esposte. Consenso facile facile.

Forse è l’occasione per rivedere oltre al contratto dei controllori anche chi controlla i controllori.

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