L’abbiam già visto ogni anno, da anni. La Giornata del Ricordo, è un grimaldello di strumentalizzazione e legittimazione che destre, fasci e nazionalisti manipolano a proprio favore
Ho sempre pensato che fosse doveroso e civico, per questo, cambiare nome a quel pezzo di riva del nostro lungolago, teatro di questa retorica
Una ricorrenza che nostalgici e non solo, vogliono equiparare alla Giornata della Memoria, celebrata nel giorno della Liberazione di Auschwitz
È quindi un’urgenza, civica direi, fermare il meccanismo che si è messo in moto, impedire che il Giorno del Ricordo diventi una data memorabile fascista
Le Istituzioni però non vogliono togliere i nomi alle vie e ai propagandisti almeno il monopolio delle celebrazioni
Si presenzi e si dica, in forza della Storia del Novecento e della verità, che le foibe non possono essere in alcun modo considerate un tentativo di genocidio.
E sebbene non si vuole né sminuire la tragedia né la violenza, anche sulle foibe bisogna attenersi a fatti storicamente accertati.
E non su quelle “verità” figlie di mistificazioni, di imbrogli retorici, di convenienze politiche, che si riempiono la bocca appunto di genocidio, “pulizia etnica”, di “centinaia di migliaia” persone prima arrestate, poi torturate e infine infoibate, cioè gettate vive nelle voragini, perché non è vero.
È grave davanti a ciò, lasciare toponomastica che alimenta questa propaganda, star dentro celebrazioni con parole di riconciliazione e legittimazione
È dimenticarsi di essere partigiani, antifascisti, è irrispettoso della Storia, di Auschwitz, Lotta Partigiana, guerre mondiali, Leggi razziali, Stragi e Eccidi.
“E allora le foibe?” è e resta solo il tormentone della destra quando è obbligata a fare i conti con la Storia del Novecento.
Ps: c’è ora un agile e utile libretto in libreria di Eric Gobetti: “E allora le foibe?” ed. Laterza