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E ALLORA LE FOIBE?

unnamedL’abbiam già visto ogni anno, da anni. La Giornata del Ricordo, è un grimaldello di strumentalizzazione e legittimazione che destre, fasci e nazionalisti manipolano a proprio favore

Ho sempre pensato che fosse doveroso e civico, per questo, cambiare nome a quel pezzo di riva del nostro lungolago, teatro di questa retorica

Una ricorrenza che nostalgici e non solo, vogliono equiparare alla Giornata della Memoria, celebrata nel giorno della Liberazione di Auschwitz

È quindi un’urgenza, civica direi, fermare il meccanismo che si è messo in moto, impedire che il Giorno del Ricordo diventi una data memorabile fascista

Le Istituzioni però non vogliono togliere i nomi alle vie e ai propagandisti almeno il monopolio delle celebrazioni

Si presenzi e si dica, in forza della Storia del Novecento e della verità, che le foibe non possono essere in alcun modo considerate un tentativo di genocidio.
E sebbene non si vuole né sminuire la tragedia né la violenza, anche sulle foibe bisogna attenersi a fatti storicamente accertati.
E non su quelle “verità” figlie di mistificazioni, di imbrogli retorici, di convenienze politiche, che si riempiono la bocca appunto di genocidio, “pulizia etnica”, di “centinaia di migliaia” persone prima arrestate, poi torturate e infine infoibate, cioè gettate vive nelle voragini, perché non è vero.

È grave davanti a ciò, lasciare toponomastica che alimenta questa propaganda, star dentro celebrazioni con parole di riconciliazione e legittimazione

È dimenticarsi di essere partigiani, antifascisti, è irrispettoso della Storia, di Auschwitz, Lotta Partigiana, guerre mondiali, Leggi razziali, Stragi e Eccidi.

“E allora le foibe?” è e resta solo il tormentone della destra quando è obbligata a fare i conti con la Storia del Novecento.

Ps: c’è ora un agile e utile libretto in libreria di Eric Gobetti: “E allora le foibe?” ed. Laterza

2 AGOSTO 1980 H.10:25 perché i nomi sono volti, carne, Storia

famiglia-mauri-strage-bologna0208801 (1)Come tutti gli anni pubblico qui e mando ai giornali, la stessa lettera, come ricordo, come memoria per capire, perchè non è vero che il passato si ripete se non lo si ricorda. E’ vero purtroppo che il passato si ripete se non lo si capisce, la Storia di una famiglia del nostro territorio, proprio perchè, sempre, in questi tempi di terrorismi, che sono lunghi e strazianti, i nomi sono volti, carne e storia.

La storia ha tre protagonisti.

Si chiamano Carlo, Anna Maria e Luca.

Carlo e Anna Maria sono una giovane coppia di sposi, Luca è il loro bambino. Sono una famiglia normale, come ce ne sono tante in Brianza, che ad agosto, come ogni anno, va al mare. Carlo, Anna Maria e Luca salutano i genitori di lei, piccoli imprenditori locali, e partono con la loro macchina verso il luogo delle vacanze. Il caldo, le code, i caselli… Storie quotidiane che si ripetono ogni estate.

All’improvviso in autostrada la macchina si rompe. Non si può più proseguire. Carlo e Anna Maria decidono di tornare a casa, ma Luca insiste e alla fine scelgono di andarci in treno al mare.

La mattina del 2 agosto 1980 alle ore 10 25′ sono nella stazione di Bologna. Oggi i loro nomi sono scritti nella lapide di marmo che si trova nella sala d’aspetto di 2^ classe.

La storia non finisce qui, la storia aggiunge a quelle vittime altri nomi.

Il papà di Carlo, Guglielmo, muore, subito dopo quell’ora pietrificata, di crepacuore. La mamma Giuseppina (cioè la nonna di Luca) entra in monastero. Eppure questa storia non è solo una storia triste, una delle tante storie d’impunità della terra, è anche una piccola-grande storia di resistenza. Ogni anno sul quotidiano locale La Provincia tutti i lecchesi e i comaschi possono leggere un breve necrologio che ricorda i loro nomi. Ogni anno, fino al 2007 quando è morta è stata la mamma di Carlo a pagare, a sue spese, dal monastero, quel piccolo riquadro di memoria che ricorda a tutti i lettori de La Provincia Carlo, Anna Maria e Luca. Ora lo stanno facendo altri famigliari.

Custodire la memoria è quindi un impegno che dobbiamo sentire ognuno e insieme. Una memoria però per capire, perchè non è vero che il passato si ripete se non lo si ricorda. E’ vero purtroppo che il passato si ripete se non lo si capisce. Ed è in questo modo  che non dobbiamo dimenticare in ogni luogo dove ci troviamo e ci troveremo il 2agosto. Le vacanze estive, o ancora sul posto di lavoro, dalle pagine del nostro quotidiano, dal nostro profilo social, ovunque siamo, ovunque saremo, qualunque urgenza avremo. Un impegno di memoria e civiltà.

Anche per Carlo, Anna Maria e Luca. Che molti di noi non conoscevano ma che erano cittadini, uomini, famiglia, futuro. Come lo siamo noi

OGGI, 75 ANNI FA, CI PROVANO ANCORA

25-aprile-resistenza-morto-liberta75 anni fa a Bonzanigo veniva fucilato Mussolini e i suoi gerarchi fascisti da Michele Moretti il partigiano Pietro Gatti.

75 anni fa allo Stadio di Lecco venivano fucilati 16 ufficiali e sottufficiali fascisti della Brigata Nera Leonessa

Oggi il Coronavirus, forse, eviterà a neofascisti, furbastri e meschini militanti di sfilare davanti a questi luoghi per commemorazioni di un regime nefasto e ladro.

In entrambi i luoghi finì l’allora presente della Dittatura.

Da lì troppi nostalgici e vigliacchi, ammantano di epica le gesta di quei gerarchi e militi

Ogni anno ci provano a raccontare che:
“Hanno dato la propria vita per un ideale” . Dimenticando di dire che l’ideale era quello nazifascista che da oltre 20 anni stava massacrando e umiliando popoli e cittadini.

Ci dicono anche che:
volevano un Paese vero”. Dimenticando di dire quale. Il loro Paese vero era quello nazista e fascista, dittatoriale e razzista. Quello delle Leggi razziali, delle violenze, dei campi di sterminio, delle torture, dei soprusi, della guerra, dei gas….
Un Paese così vero che negava democrazia, libertà, giustizia e solidarietà.

A Lecco i fascisti coi nazisti hanno, tra le altre nefandezze, mandato a morire in campi di concentramento e sterminio ragazzi, uomini e donne che il 7 marzo del 1944 hanno avuto forza e dignità di rivendicare pane e libertà.

Eppure ogni anno, oggi, nostalgici fascisti tendono ancora il braccio teso verso la vergogna.

Ci dicono anche che:
I morti sono tutti uguali” ma è da vivi che si giudicano le persone. E poi, per questo, si onoran da morti.

I partigiani lottavano per la libertà I fascisti stavano con i nazisti.
Ricordarlo a chi presenzia al ricordo di uomini indegni da vivi, sarà retorica – e pure inutile – ma è bene riperterlo. E ripeterselo!

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DAVVERO NON VI FANNO PAURA?

DSCN0499Resto ancora incredulo e stupefatto dalla scelta di divulgare il filmato ufficiale, quindi da parte di Ferrovie o Polizia, della violenza avvenuta in stazione a Lecco lunedì scorso. Un video (se vi va cercatelo voi) che ha contribuito – in maniera determinante – a scatenare la rissa e le peggio cose su Internet e, vedendo le dichiarazioni dei politici, purtroppo non solo lì.

Quale sono le ragioni? Educative? Di prevenzione o l’avviso un po’ becero a guardarsi ovunque da chiunque fino a salire, nella linea del peggio, a specifici ragazzi? Perché quelle di indagine non sembrerebbe proprio. Il reo era infatti stato già immediatamente individuato e fermato. Resto ancora incredulo e stupefatto della messa a disposizione del video più che dalla pubblicazione sui siti online che potrebbero, legittimamente, affermare che esiste un dovere e un diritto di cronaca.

La divulgazione del video, ed è l’aspetto che vorrei rimarcare, ha alimentato (consapevolmente o meno) un fuoco e un odio incanalato su binari da avere paura, qui si, d’incrociare tutte quelle persone che si professavano per bene, democratiche, oneste, civili e vomitavano contemporaneamente tutta quella violenza nei loro commenti.

Commenti indecenti, falsi, spaventevoli e vigliacchi: deve morire” “da impalare nella piazza” “lui e tutti i negri di merda” “risorse boldriniane”, “va massacrato di botte” “va messo su una barca e affondato” “grazie pd” “Basta buonismo, se fosse stata tua madre o tua sorella?” “meno balle più botte” “nome cognome e domicilio” “quando inizieremo ad appenderli in piazza sarà sempre troppo tardi purtroppo” “pastura per i pesci” “bisogna bruciarli vivi sti pezzi di merda e quei politici del cazzo che li hanno fatti entrare in Italia” “mi vesto da Diabolik e vado in giro di notte a farli fuori tutti” “stronzi gli devono strappare le unghie e marchiarli col fuoco sti stronzi animali di merda”. E questi sono i più ripetuti.

Supportati e alimento di una strumentalizzazione brutta e schifosa che sta mettendo in campo la politica. La soluzione proposta, la più educata è cacciamo i negri da Lecco e dall’Italia.
Non i delinquenti, chi ha già il foglio di via ect., no tutti, perché vedi in stazione cosa succede? Serve prevenzione, certo, educazione, ovviamente, cultura, in abbondanza, repressione, con giudizio, certezza della pena, con serietà, serietà di giudizio, sempre strumenti preventivi e percorsi medicali ect ma, a mio parere, la divulgazione del video non ha permesso una lucidità su questo, ovvero una cosa totalmente diversa dal dibattito, dai commenti, dalle esternazioni che abbiamo sentito dalla politica e dai commenti.

Questi politici, questi commentatori sono intorno a noi, perché di questo non se ne parla e soprattutto non abbiamo paura?

L’AUTOINDULGENZA DI FARE LA DESTRA PER NON AVERE LA DESTRA

altan-coerenza-sempre-piu-fitta-cipputiA me fa sempre impressione la capacità di auto-indulgenza che politici e militanti grillini hanno nei confronti di sé stessi.

 Ci sono voluti 70anni per (auto)distruggere credibilità e reputazione di Dc/Pci, è bastata una manciata di mesi al Governo per quella del M5S.

Se nei partiti della Prima Repubblica spesso si sono salvati i militanti, diversi dai propri vertici, così non è nel M5S che vede i propri giustificare ogni qualsivoglia piroetta, cambiamento, retromarcia, promessa rimangiata dai propri vertici politici, e nemmeno l’umiltà di dismettere il tono predicatorio e spocchioso da “e allora il pd?”, come se vivessero in una specie di extraterritorialità che li esime da ogni responsabilità.

La scusa, lo leggiamo anche dal più insignificante rappresentante locale, è che senza di loro ci sarebbe un Governo di destra. Questo evidentemente li (auto)giustifica nel fare politiche e approvare Leggi di destra. Ultima il Decreto “Sicurezza bis”.

La capacità di autoindulgenza che politici e militanti grillini hanno nei confronti di sè stessi è infinita e ingiustificata: Condoni, Tav, Ilva, migranti, tasse, Rai, Ambiante, voti di fiducia, trasparenza, NoEuro, mai con la Lega, basta aiuti alle banche ect ect

Invece si chiama accondiscendenza, si chiama complicità perché si cincischia un po’ e poi si accetta tutto e all’origine c’è, è inutile negarlo, il via libera alla possibilità di comandare data a Salvini pur avendo, il M5S, oltre il 30% di consensi in Parlamento contro la metà dell’alleato.

Il M5S non ha tenuto fermo nemmeno qualche buon principio. Malgrado tutte queste piroette, cambiamenti, retromarce, promesse e impegni rimangiati, militanti e vertici non hanno dismesso il tono predicatorio e spocchioso e ancora fan finta di denunciare continuamente i mali della società legati al sistema della politica e dell’informazione, come se loro vivessero in una specie di extraterritorialità che li esime da ogni responsabilità. Per non fare arrivare le destre ma approvandone i loro provvedimenti e modalità, hanno creato un danno ancor più grave. Quello culturale: Che uno vale uno, come la democrazia insegna, ma che dobbiamo alzare il livello, non abbassarlo.

GLI SPARI SOPRA NON SONO SOLO PER NOI

armiPossiamo continuare a crederci. Oppure possiamo ricrederci.

Ma, oggettivamente, è socialmente più pericoloso Salvini di un criminale guidatore di autobus. Solo che ci fa più ribrezzo il criminale canonico. È semplicemente una questione dovuta alla parte in cui i due rivolgono la loro arma. Il terrorista islamico crediamo ce l’abbia puntata contro di noi (anche se i primi martiri e vittime del terrorismo islamico sono proprio i musulmani ma fa comodo dimenticarlo). Salvini crediamo che la punta del suo “fucile” non sia rivolta contro di noi.

Mettiamo invece in fila due dati, facciamo un’analisi, guardiamo al di là della propaganda e vedremo che Salvini (e prima ancora l’ex ministro Minniti, perché è vero e perché così evitiamo di dirci dire che l’opposizione fa propaganda) non si fa scrupoli nell’aggravare i rischi del mare per chi prova a venire da questa parte della rapina.

Non ha scrupoli a consegnare a chi, certificato e comprovato, uccide, tortura, violenta e rinchiude i migranti: bambini, uomini e donne, nei lager libici. Solo che ci fa comodo sentirci assolti, non vedere quello che si sa ma non passano in tv e poche volte sui giornali.

È più facile e anche comprensibile, il primo attimo, stare empaticamente con i nostri di figli, i nostri di bimbi sui pullman in gita. Sono sempre gli altri quelli che devono spiegare, giustificarsi, quelli che hanno la lettera scarlatta. Quelli che possono e devono morire. Invece non dovrebbe morire nessuno, forse sarebbe più facile non trovare il colpevole, ma ritrovare noi.

Non è importante ovviamente il nome Salvini o nonno lupo. Non fermiamoci solo al nome, però guardiamo ai fatti e agli argomenti. Vediamo il clima sociale e di precarietà, di insicurezza e disumanità che si sta alimentando e chi lo fa.

Io non voglio dimostrare niente, voglio mostrare tutto.