IN PIAZZA PER LA SCUOLA A SCUOLA

IMG_20210111_223647La “classe” auto-organizzata di studenti delle scuole di Lecco nella piazzetta del Broletto lunedì per fare lezione in Dad è da togliere il fiato

Segno insieme di bellezza e di disagio

Non possiamo fare finta e sottovalutare che in Italia: – abbiam chiuso le scuole per primi e siamo gli ultimi a riaprirle
– che ogni 3 giorni cambiamo idea e decidiamo di riaprirle per chiuderle 8 ore prima della riapertura.
Solo questa settimana già 4 volte.

Già dal primo lockdown, a differenza di diversi Paesi europei, abbiamo sacrificato il sapere degli adolescenti. Creando insofferenza e sofferenza.
Alimentando e ampliando i divari di saperi

Abbiamo investito in banchi a rotelle e nulla in personale. Gli studenti e chi abita la scuola è costretto a vivere alla giornata.

Presidi e personale Ata han dovuto inventarsi arredatori di interni, ingegneri gestionali e crew di sicurezza. E dopo aver redatto e applicato, in ogni singola scuola, protocolli su protocolli, la politica non ha fatto nulla, se non farli chiudere

E così studenti a casa, davanti a uno schermo, in pigiama con la speranza che la connessione regga o non regga.

E a ogni annuncio da parte di CTS (il comitato tecnico scientifico) e OMS che la scuola è sicura e si può fare in presenza, a prescindere dai vaccini, la politica rinviava e rinvia. Annuncia e rinvia.

Sono aperti i luoghi di lavoro, negozi, tabacchi ect ma le scuole non vanno sotto la voce economia

Quindi vedendo questi studenti ieri credo sia necessario che la solidarietà ricevuta dai passanti sia estesa, collettiva e pubblica, anche simbolicamente, da parte anche del loro corpo insegnante e, non potendo far con loro lezioni ufficiali all’aperto, si concordasse, se condiviso da entrambi, una lezione (fuori orario) in più luoghi pubblici diffusi, contemporaneamente.

Una scuola a scuola in piazza
In piazza per la scuola a scuola

Aperta ai passanti, alla cittadinanza.

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