Fischiare un rigore che non c’è perchè prima si è convalidato un gol in fuorigioco alla squadra avversaria non è cancellare l’errore precedente ma commetterne due.
Non è che una schifezza più grande cancella quella più piccola però, forse, quella più macroscopica dovrebbe trovare maggior dibattito, ricerca di maggiori spiegazioni: “Come è stato possibile?” “Non serviva nemmeno la moviola”, “l’hanno visto tutti”.
Nel calcio, però, ci fanno settimane di dibattiti tv, strilli di giornale, processi a reti unificate, servizi in tutti i tg. In politica no. La politica non è il calcio. Evidentemente è meno seria.
Fateci caso, Libero ed il Giornale, da settimane, ogni giorno, tutti i giorni, stanno martellandoci le vacanze aggiornandoci, segnalandoci, urlandoci, sull’errore, meno evidente (ma comunque grave): la vicenda “casa a Montecarlo del clan Fini”, ma non trattano, nemmeno per sbaglio, nemmeno con un decimo dell’intensità messa per segnalarci il primo errore, di quello più grande, più evidente, il secondo, la “Legge ad aziendam” che il Governo Berlusconi ha varato poche settimane fa per permettere alla Mondadori di proprietà di Berlusconi, e gestita dalla figlia, di non pagare una contestazione di evasione fiscale di 350milioni di euro.
Un fallo da espulsione (350 mil.di multa), trasformato in un buffetto (paterno è proprio il caso di dire) sulla guancia (multa ridotta e sanata per Legge con 8,6mil) con la leggina (ddl 40, art.3, comma 2 bis) votata anche da finiani e leghisti, quelli che si autoproclamano vicini al popolo.
Non stiamo parlando di qualche casetta venduta a discapito delle casse del partito e poco più. Qui stiamo parlando di tasse -contenzioso su tasse evase- che, tocca ammetterlo, è di una gravità e danno collettivo ben più alto. Naturalmente continueremo a sentire nei Tg e soprattutto su quella stessa stampa che Fini sembra sempre di più proprio un “ciula”, ma del super-sconto di famiglia direttamente da Berlusconi a Berlusconi non ci diranno nulla.
La Mondadori ha rispondo: “Abbiamo agito secondo le regole, siamo corretti”… che verrebbe voglia di mollare tutto e dedicarsi al ricamo.
Perché noi viviamo in un Paese che fa le regole, questo ormai lo sanno tutti. Lo sanno bene i rom, i clandestini, i ladri di polli e via di seguito. Il guaio sta nel fatto che abbiamo un Governo che fa le regole su misura degli interessi del suo capo, dei suoi amici. Leggi votate da tutti, compresi finiani e leghisti. Ecco spiegato perché succede, per esempio, che a fronte di qualche spicciolo di debito di tasse, tributi o di quant’altro, non pagato o fatto in ritardo, in Italia salta fuori una “Equitalia” qualsiasi che porta via la casa, l’auto ed altro agli sfortunati inadempienti, spesso nemmeno preavvisati del provvedimento… Anche questa gente tartassata sarebbe felice di applicare le regole se anziché rimetterci tutto andando in rovina irreversibile, potesse essere aiutata da leggi su misura, come nel caso della Mondadori berlusconiana.
Ogni volta mi auguro e mi ripeto che l’operaio, il lavoratore dipendente, il pensionato, l’imprenditore onesto non esistono, che non c’è gente che si fa il “mazzo” tutti i giorni e poi vota questa Lega, questo Berlusconi, questo Governo. Poi però mi ricordo che qui al Nord (ma non solo) è pieno di famiglie leghiste, di lavoratori e cassintegrati leghisti, e siccome non sono certo tutti banditi ed evasori…
Ecco, è esattamente a questo punto che mi prende la disperazione.