E’ apprezzabile la trasparenza che l’on. Codurelli esplicita, da tempo, sull’ammontare della sua retribuzione da parlamentare.
Ma credo che le lodi debbano finire qui. Se facessimo caso ai dati sarebbe tutto più semplice.
L’on. Codurelli, come tutti i parlamentari, e se vogliamo essere precisi anche i politici locali, girano parte del loro stipendio al partito. Evidentemente in segno di gratitudine per aver contribuito a farli entrare nella Casta.
Quindi nel caso specifico dell’on Codurelli, pubblicizzato ieri su La Provincia di Lecco, perché bisogna evidenziare che prende 3.390 euro netti al mese per 12 mensilità, non essendo vero? La somma è un’altra. Molto più alta. Quasi 10.000 euro.
Si evidenzia nell’articolo, infatti, una cifra dimenticando di sommare diversi addendi che vengono solo specificati ma che, immotivatamente, non fanno totale. Nello stipendio dell’onorevole vanno invece sommati dei bei danari annui. 39.000 euro al partito, 10 mila di beneficenza, 25.000 per pubblicità propria e stampa.
Non conteggiare (almeno) queste voci è come non considerare stipendio i soldi spesi da un operaio ordinario per l’acquisto del giornale la mattina, la beneficenza che fa in chiesa o a qualche associazione caritativa e il pagamento dell’utenza telefonica ecc.
Queste voci di spesa non sono denari da sottrarre allo stipendio di un lavoratore normale?
Se poi vogliamo essere ancora più precisi i 21.000 euro che il parlamentare spende per il suo collaboratore non dovrebbero essere uguali a quelli per la collaboratrice domestica o la badante che una famiglia normale paga? Questa voce di spesa non è denaro da sottrarre allo stipendio di un lavoratore normale?
Se vogliamo essere ancora più precisi si potrebbe aggiungere anche i 25.200 euro per l’affitto e il vitto della casa di Roma non dovrebbero essere differenti dall’affitto e vitto che una famiglia normale paga. Questa voce di spesa non è denaro da sottrarre allo stipendio di un lavoratore normale?
Se vogliamo essere ancora più precisi, servirebbe solo una piccola conferma dall’onorevole stessa, questa retribuzione così dura da sopportare di “soli” 3390 euro al mese è decurtata a questa cifra perché ci paga sì le tasse ma anche i contributi che poi diventano pensione/vitalizio al termine del mandato parlamentare. Importi di migliaia di euro al mese. Vita natural durante.
Quindi riassumendo, malgrado un referendum, i cittadini finanziano ancora i partiti, permettono agli onorevoli di andare in pensione con un assegno che manco per sbaglio loro prenderanno con 40 anni di contributi, e ci aggiungono anche la beffa che i rimborsi spese ai parlamentari non sono tassati (nel caso analizzato trattasi in totale di ben 112.000 Euri annui) mentre i comuni contribuenti prima pagano le tasse e poi, con quel che avanza, spendono per l’affitto, il collaboratore, il vitto, il telefono, il giornale….e l’elenco è ben lungo, lo sappiamo tutti.
In questi tempi di crisi non ci sottrarremo quindi ad ospitare per il Pranzo di Natale un parlamentare bisognoso alla nostra tavola. Io mi prenoto fin d’ora.
Diamo il via alla campagna: addotta un Parlamantare bisognoso per il Pranzo di Natale.
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