QUI SCUOLA (pubblica) A VOI COMUNE ora: – FAVOLE + ARITMETICA

C’è un tempo per la semina ed uno per il raccolto.

Da qui evidentemente è partito il Comune quando ha scelto di pagare – con le tasse, cioè i soldi, delle famiglie lecchesi – oltre 1.340.000 euro, cioè ben il 40% delle rette delle scuole materne private anche per chi non è residente in città. (La Regione si ferma sotto il 3%).Intanto nelle scuole primarie pubbliche non ci sono soldi per fare delle banalissime fotocopie e portano da casa pure sapone e carta igienica.

Non di solo pane vive l’uomo.

Da qui evidentemente è partito il Comune quando ha scelto di spendere – con le tasse delle famiglie lecchesi – oltre 25.000 euro per due soli concerti in Piazza, visti da meno di 900 persone.Intanto, malgrado certifica uno spreco del 30% di cibo, aumenta il costo dei buoni pasto per la mensa scolastica fino a 5,30 euro al giorno (anche per chi, non residente, ha un reddito bassissimo) perché, dice, non ha più soldi.Se pensiamo poi che in un Ristorante a pranzo, servito e riverito, il menu completo di un adulto costa 9/10 €qualcosa non regge.

Porgi l’altra guancia

Da qui evidentemente è partito il Comune quando ha scelto di buttare – sempre con le tasse dei lecchesi – 15.000 euro in un software per vendere gli abbonamenti del Teatro Sociale, che già ora vanno esauriti in 3 giorni. Intanto annuncia di dover togliere il contributo per i libri di testo dei bimbi, e mette in forte dubbio il Cres estivo perché dice non ha più soldi.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Essere all’oscuro di questo proverbio deve aver permesso al Comune di istallare recentemente – anche questa volta con le tasse delle famiglie – in 5 punti del centro, il wifi gratis per la connessione internet.Intanto malgrado le promesse, di anni, non ha ancora dotato le sue scuole di una linea a banda larga, indispensabile per un utilizzo decente dei computer e per una didattica non da terzo mondo. Questo perché ci ricorda di non aver più soldi.

 

Potremmo sconsolatamente continuare a lungo, attingendo anche dalla campagna sugli sprechi degli Enti locali, che il quotidiano La Provincia di lecco ha recentemente pubblicato: costi portavoce del Sindaco, vasi illuminati, contribuiti ad associazioni amiche, ma il quadro è oggettivamente già chiaro e desolante così. Al Sindaco bisogna ricordare che serve un colloquio più stretto con le famiglie. La lettera che ha scritto dopo il consiglio – far credere di dire tutto per non dire in realtà niente – fa parte proprio di quella politica che vorremmo andasse in pensione.

Meno favole, più aritmetica.

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