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AVVISO DI INSURREZIONE parte IX: Golpe dei fighetta

Consueto pienone ieri alla taverna dei cattivi tecnicismi, dove il noto tizio ha tenuto un sobrio e secco (come il Martini dry che aveva appena sorseggiato) intervento sull’attualità politica: Parliamoci chiaro, lo spettacolo cui stiamo assistendo in questi gironi è una vera e propria (e sacrosanta) caccia all’uomo finalizzata a sovvertire quella che viene impropriamente definita ‘volontà popolare’ , come se un popolo comprendente una fetta decisiva di qualche milione di elettori che non sanno assolutamente nulla della politica di Berlusconi, ma che lo votano solo perché è famoso come farebbero con Fiorello o Bonolis, fosse in grado di intendere e volere. Se tutto va come deve andare ci dovremmo trovare da qui a breve con un governo tecnico guidato da Monti, o Draghi, o Profumo, o Montezemolo. Concordo con chi dice che un governo del genere non promette nulla di buono sul piano economico e sociale, per noi. Per noi intendo proletariato (e siamo tutti proletari, escluse poche migliaia di persone in questo Paese, se ancora non lo avete capito). Tuttavia la politica, la società, la nostra vita quotidiana non si riduce alla sola economia, benché ne sia pesantemente condizionata. Esiste un quadro di regole democratiche che si sostanziano nell’equilibrio dei poteri, nel pluralismo dell’informazione, nell’unità nazionale, insomma nella lettera del dettato della Costituzione ora pericolosamente a rischio. Un conto è proseguire l’inevitabile, necessaria lotta di classe all’interno di una democrazia liberale che intende restare agganciata all’Europa e un conto è farlo (e parlo di cose concrete come la libertà d’espressione e l’incolumità fisica) in un sistema che tende ad assecondare derive populiste per mirare ad un approdo di regime alla Putin, alla Lukashenko, alla Gheddafi.

Compagni, chi vuole tutto e subito ottiene poco o niente, come insegna l’esperienza del ’68. Prima spazziamo via i padroni rozzi, beceri, bifolchi e poi pensiamo ai padroni fighetta.

Una cosa per volta, per favore …

Qualche mugugno in sala …

DALLA LUCIDITA’ DEL NOSTRO LAMPADIERE POCOCURANTE

VI CEDIAMO LA NOSTRA PANDA VERDE

UN NOSTRO CARO AMICO SINDACO LANCIA UNA PROPOSTA SERIA A TREMONTI E BERLUSCONI… ma forse non solo a loro

Egregi membri del Governo, perdonate questa mia informale lettera, che potrà apparire sarcastica, ma è in realtà molto meno irreale, molto più giusta e concreta e molto più vicina alle regole del buonsenso rispetto alle soluzioni per la crisi che state proponendo al paese. Avete confezionato una manovra economica da 24 MLD di Euro. Ce lo chiede l’Europa. Ce lo chiede il mercato. Ce lo chiedono le banche. Ce lo chiedono le imprese. Ce lo chiedono tutti. Bene, bene… Continua la lettura di VI CEDIAMO LA NOSTRA PANDA VERDE

LA MAPPA SU ALTReCONOMIA

Contro i luoghi comuni. La ‘ndrangheta è una “questione meridionale”, e i matti è meglio rinchiuderli. Se qualcuno crede ancora a queste “frasi fatte” sfogli la mappa “La mafia a Lecco non esiste”.

Una volta vidi su Raiuno una puntata de “La signora in Giallo”. In quell’episodio la scrittrice-detective lasciava gli amati Stati Uniti d’America per venire in Italia e indagare sul solito misterioso omicidio. Arrivata a Milano si recava a Torino attraversando le polverose e non asfaltate strade del Nord Italia. Giunta nel capoluogo piemontese riusciva finalmente ad identificare il pericoloso killer autore del delitto avvenuto nella celeberrima Scala di Torino. Allo scorrere dei titoli di coda mi chiesi se lo sceneggiatore dell’episodio fosse mai venuto in Italia. La risposta era ovviamente negativa: le carrettiere che univano Torino e Milano erano degne delle periferie della Colombia (che per inciso è un Paese che io ho visto solo al cinema, dunque forse anche in Colombia ci sono le strade asfaltate).

Una descrizione così errata e lontana dalla realtà del Nord Italia non l’ho mai più vista. Continua la lettura di LA MAPPA SU ALTReCONOMIA

AVVISO DI INSURREZIONE parte VIII: Network eversivi e nostalgie canaglia

Intervento pomeridiano ieri alla ‘taverna dei cattivi allievi’ del solito tizio, noto a tutte le questure, perché poi doveva andare a prendere l’aperitivo organizzato per l’inaugurazione della seconda taverna del network eversivo:

“Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione politica (non proprio limpidissima, un tantino incerta, non trovate?) consiglia e induce i burocrati manutengoli del potere costituito a ripensamenti, riposizionamenti e financo a iniziative e intimidazioni bislacche, stravaganti.

Questi burocrati prenderanno anche un bello stipendio, ma senza quello farebbero la fame. Teniamo a mente questo punto e mettiamolo da parte.

La situazione economica non necessita di tante sofisticate analisi econometriche, basti dire che con 1.200/1.300 euro al mese non si vive. Basta. Punto. Il sistema così non può reggere. Siamo agli sgoccioli, l’acqua è finita.

Ma vi sembra normale la repentina diffusione degli esercizi “Compro Oro” sorti come funghi in ogni città? Quanto potrà durare una società dove le famiglie per sopravvivere sono costrette a vendere i gioielli della nonna? La situazione è eccellente. Se comanda il dio denaro, trasformiamo la minaccia in opportunità, facciamo esplodere le contraddizioni di questo sistema perverso.

In questo contesto è comprensibile che le vestali del potere, le prefiche alla Maroni, Sacconi, Bonanni piagnucolino evocando e invocando il ritorno dei famigerati anni ’70. Che si spediscano buste con proiettili per destare i fantasmi del passato, per resuscitare le brigate rosse … Ah, le brigate rosse! Quanto hanno fatto comodo a Cossiga, Andreotti… se non ci fossero state si sarebbe dovuto inventarle, o quantomeno infiltrarle. Hanno consentito al potere democristiano di attraversare la crisi degli anni ’70 e sopravvivere fino al ’92 …Che nostalgia!

Gli anni ’70 sono la vittoria della reazione. Sono la sconfitta delle ragione del movimento spazzate via dalla logica emergenziale. Una bella emergenza è ciò che ci vuole per cavare d’impaccio un potere in sfacelo. Fra breve occorrerà qualcosa di più forte per distrarre l’attenzione che gli sproloqui di Bossi, le case di Fini, le escort di Berlusconi. Niente di meglio che vellicare gli istinti degli amanti del vintage dirottando l’attenzione sui cattivi allievi e i cattivi maestri.

Per dividere i buoni dai cattivi, il bene dal male, il grano dal loglio, e tacitare ogni voce critica. Finalmente qualcosa di serio di cui parlare: fatti di sangue! Col sangue si va sul sicuro, il successo è assicurato. Il popolino adora il sangue. Cogne, Garlasco …il Paese si blocca. Già me lo vedo Vespa con l’acquolina in bocca, che pregusta la puntata speciale in prima serata …

Beh, non contateci. Solo gli stupidi ricascano negli errori del passato.

Iniziate ad inquietarvi: non abbiamo armi da fuoco. Quelle sono esclusivo appannaggio delle forze dell’ordine che sono retribuite con 1.100 euro al mese.

Cominciate a tremare: non sarà come gli anni ‘70”

Applausi (x Fibra)

DAL NOSTRO LAMPADIERE POCOCURANTE

AVVISO DI INSURREZIONE parte VII: Cristo, Tolomeo, Copernico e Marchionne

Discreto pienone post-ferragostano ieri sera alla ‘taverna dei cattivi presagi’, dove ho ritrovato il solito tizio, abbronzato e già bello carico dopo essersi scolato due cartoni di tavernello:
“Dunque, siamo entrati nell’èra del ‘Dopo-Cristo’ per quanto concerne le relazioni industriali, sindacali, secondo la definizione coniata da Marchionne. Siamo entrati nella modernità, quella che vede refrattari la Fiom e pezzi della sinistra che ‘ancora non ha capito’. Si è aperta la via e altre aziende, altri settori seguiranno. Anche quello bancario, perché no?

Se si incontrano difficoltà nel far sottoscrivere a tutte le sigle condizioni peggiorative per i lavoratori, si disdice il contratto nazionale, si crea una newco, si licenzia tutti e si riassume solo quelli disposti a sottostare a clausole vessatorie. Es. lavorare di più (anche al sabato) con paga uguale, oppure lavorare uguale ma con paga ridotta (diciamo un 5%). Oppure in un futuro prossimo, lavorare di più ed essere pagati di meno, e senza pausa pranzo, che distrae. Perché non dovrebbero farlo anche le banche? Ditemi perché no. Se lo richiede il mercato, si fa … Del resto, come ci spiegano le persone ragionevoli, meglio lavorare tanto e essere pagati poco piuttosto che essere disoccupati, no?

Non fa una grinza. In realtà, saremo pure del ‘D.C.’, ma ancora in pieno medioevo, con il suo corollario di vassallaggi, feudalesimi, schiavismi, però moderni! Siamo nella più piena affermazione del sistema tolemaico, che vede l’economia al centro, e tutto il resto, innanzitutto la vita delle persone, che vi gira intorno. È modernità piegare la vita affettiva, familiare di uomini e donne alle esigenze delle macchine?

Guai a chi fa notare che il sistema tolemaico è ingiusto, è sbagliato.  Che ora più che mai è necessaria una rivoluzione copernicana. Che si mettano le persone al centro dei rapporti di produzione e tutto il resto (aziende, bilanci, mercati) a girarvi attorno.

Il Sant’Uffizio dei Marchionne, dei Sacconi, delle Marcegaglia vi condannerà al rogo dell’anti-modernismo, alle scomuniche, alle rappresaglie, ai licenziamenti individuali. A meno che non vestiate di bianco e risediate oltre Tevere, nel qual caso, qualora affermiate i medesimi concetti, scampereste gli anatemi e ve la cavereste con un assordante silenzio come risposta. Eppur si muove, il mercato. E sappiamo tutti dove sta andando: in vacca. Il potere è folle. Consuma le risorse del pianeta come se fossero inesauribili. Fabbrica ancora auto che necessitano di petrolio. Venera il totem della crescita e stila budget come se non esistessero i limiti fisici dei mercati, come se il margine di incremento della domanda fosse infinito. Il potere industriale, politico, economico si giustifica come i nazisti che non potevano che obbedire agli ordini del fuhrer-mercato. Si comporta come quei clan camorristi che si arricchiscono sversando rifiuti tossici e avvelenando le falde acquifere del proprio territorio, dove costruiranno le loro stesse ville. Il potere è folle, si alimenta di non senso. Costringe tapini strafatti di bamba a salire su un palco ad arringare dei direttori, i quali, tapini a loro volta, capiscono male e si sentono in dovere di ciulare i 50€ al pensionato.

E con quei soldini, guadagnati così onestamente, circondarsi di aggeggi elettronici che forniranno le risposte a tutte le loro domande, tranne una. Quella che dovrebbero porsi la domenica mattina seduti sul water: io chi sono? Il potere è folle, ma non stupido. Ha individuato esattamente ciò che potrebbe nuocergli: la micro- conflittualità. Perciò lorsignori ci vogliono tutti coperti e allineati. Omologati, soprattutto nel pensiero.

Quando si dichiara guerra ai diritti dei lavoratori, si risponde con l’unica soluzione storicamente più efficace per contrastare ogni guerra: la guerriglia. Azienda per azienda, fabbrica per fabbrica, ufficio per ufficio. La guerriglia è la sabbia che inceppa gli ingranaggi di ogni guerra. Ognuno porti il suo granello. Non esiste piano perfetto che possa sopraffarci (La mente degli uomini compie strane evoluzioni e non esiste un piano che possa comprenderle tutte. Questo impedirà ad ogni vittoria di compiersi fino in fondo …Non esiste un piano che possa prevedere tutto. Altri solleveranno il capo, altri diserteranno. Q, L. Blisset, 1999).

Il mondo deve sapere. Il mondo deve vedere che non siamo protesi per macchine e macchinari, ma persone vive! Ogni singolo lavoratore che prende coscienza diviene protagonista e stratega della rivoluzione necessaria, poiché vi è della ribellione già solo nell’immaginare di potersi ribellare. Non si prosegua l’azione secondo un piano …”

Standing ovation.

DAL GENIO OSSERVATORE E LAMPADIERE DI POCOCURANTE