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PADOA SCHIOPPA: le tasse

L’altro ieri è morto un politico di primo piano che troppi ricorderanno a distanza di tempo solo per la frase sui “giovani bamboccioni“.
Io credo che vada ricordato invece soprattutto per questa: 

“Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente”.

E’ più scomoda e oggi come oggi rivoluzionaria.

FACEBOOK

Mi chiedo perché esistano ancora persone che non sono su facebook. Cosa hanno da nascondere? Perché negare alla blogosfera di conoscere e condividere chi siamo veramente? La sindrome da gf, da ‘casa di vetro’ incontra ancora qualche sparuta resistenza.

E’ un po’ sospetto che qualcuno esiti a mettere in piazza le proprie preferenze, attitudini, amicizie … non trovate? Non siete fotogenici? Ma le foto sono superate, presto i body scanner verranno incontro alle esigenze di chi vuole sapere tutto e, soprattutto, vuole che si sappia tutto di lui. Apritevi, mettetevi a nudo come si è uso fare ormai dappertutto anche in Tribunale, dove ognuno dice tutta la verità su sé stesso, no?

RITORNO AL FUTURO

Quando avevo 5 anni i miei fratelli ne avevano 15.

Quando i miei fratelli avevano 15 anni non c’erano:
il telefonino
il telefono
il computer
il bancomat
la discoteca
lo spritz
la play station
la maria
il motorino
la televisione
il centro commerciale
il pub
la griffe
il cinema multisala
la velina
l’eroina
la cocaina
face-book
i-phone
i-pad
i dvd
i cd
sky e soprattutto sghei

C’erano:
il campo della fiera e un pallone di cuoio spellato e sgonfio
la riva dell’adige
il cinegiornale prima di Ombre Rosse all’Esmeraldo
la macelleria comunale
l’asilo
la scuola elementare
la scuola media
un’altra scuola, lontana però, che ci andavano pochi e in corriera.
un posso farti compagnia?…ma con molto coraggio e il cuore in gola.

Non sarà che, nonostante i preziosi consigli di Giovanardi e Lupi, fare bravi i genitori sia diventato ancora più difficile che fare i bravi figli?

L’ODIO DI CLASSE

CI HA SCRITTO un tale VALSECCHI

Se c’è qualcuno che avvelena il clima politico italiano sono proprio i personaggi come Travaglio (colui che in un suo applaudito articolo si vanta di “odiare” l’avversario politico), Santoro, Di Pietro, Bindi, De Magistris e i quotidiani come La Repubblica o Il Fatto, ecc.

Del resto basta leggere gli articoli di questa stampa per rendersi conto da che parte proviene l’odio politico in questo Paese!

Ma quando finalmente avremo, anche nel nostro Paese, una sinistra seria come quella di Zapatero o Blair invece che ritrovarci delle macchiette come Di Pietro?

RISPONDE qui sotto, IL NOSTRO EX KHORAKHANEKER Francesco.

L’odio di classe è necessario e sano in una società divisa in classi. L’anomalia italiana, frutto di un bombardamento mediatico ventennale (nel ’92 a favore dei magistrati, Di Pietro in primis, e contro l’intera classe politica di allora) consiste nella suddivisione in tifoserie pro e contro due gruppi editoriali. Divide et impera è una locuzione ben antecedente ai gruppi Fininvest e L’Espresso e questi ne hanno fatto una strategia per dividere la stragrande maggioranza del paese (che non ha alcun interesse e tornaconto economico in entrambi i gruppi) in tifosi inconsapevoli dell’uno o dell’altro, da premiare col voto, consenso, copie vendute. Col risultato di disperdere l’odio di classe a favore di un odio ottuso, improduttivo, fra tifosi di opposte fazioni.

(P.s. personalmente non nutro alcun odio, ma molto disprezzo, in ugual misura per Berlusconi e per De Benedetti, come per tutti i padroni).