CI HA SCRITTO un tale VALSECCHI
Se c’è qualcuno che avvelena il clima politico italiano sono proprio i personaggi come Travaglio (colui che in un suo applaudito articolo si vanta di “odiare” l’avversario politico), Santoro, Di Pietro, Bindi, De Magistris e i quotidiani come La Repubblica o Il Fatto, ecc.
Del resto basta leggere gli articoli di questa stampa per rendersi conto da che parte proviene l’odio politico in questo Paese!
Ma quando finalmente avremo, anche nel nostro Paese, una sinistra seria come quella di Zapatero o Blair invece che ritrovarci delle macchiette come Di Pietro?
RISPONDE qui sotto, IL NOSTRO EX KHORAKHANEKER Francesco.
L’odio di classe è necessario e sano in una società divisa in classi. L’anomalia italiana, frutto di un bombardamento mediatico ventennale (nel ’92 a favore dei magistrati, Di Pietro in primis, e contro l’intera classe politica di allora) consiste nella suddivisione in tifoserie pro e contro due gruppi editoriali. Divide et impera è una locuzione ben antecedente ai gruppi Fininvest e L’Espresso e questi ne hanno fatto una strategia per dividere la stragrande maggioranza del paese (che non ha alcun interesse e tornaconto economico in entrambi i gruppi) in tifosi inconsapevoli dell’uno o dell’altro, da premiare col voto, consenso, copie vendute. Col risultato di disperdere l’odio di classe a favore di un odio ottuso, improduttivo, fra tifosi di opposte fazioni.
(P.s. personalmente non nutro alcun odio, ma molto disprezzo, in ugual misura per Berlusconi e per De Benedetti, come per tutti i padroni).