divieto di sosta, divieto di transito, dare la precedenza. vietato l’accesso, attento che stanno facendo le righe, vai per di qui, non sorpassare, stop. Spendiamo troppo per la segnaletica stradale e poco per consolidare gli argini dei fiumi…
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L’EROICA NONNINA su striscia la notizia
“Ve comprate ‘a ggente”, «ma che cultura de governo: so 16 anni che ci portate disgrazia»
Annarella. Piccoletta e combattente. Capelli argento e lingua affilata. In piazza Montecitorio le ha cantate per bene alla portavoce vicaria del Pdl, Anna Maria Bernini, e al deputato Benedetto Della Vedova. Li ha messi nel panico ed è diventata il mito della rete. Diversi i gruppi su Facebook: «La nonnina combattente» (1687 iscritti) e «Primarie: io voto Annarella» (264). E il video della sua “trappola” ai non-più compassati deputati, mandato in onda per la prima volta da Striscia la Notizia impazza su You Tube conta: 141.370 visite in pochi giorni. «Ve comprate ‘a ggente», «ma che cultura de governo: so 16 anni che ci portate disgrazia», «Perché non mandate via quei zozzi». Un’incursione in piena regola non riuscita neppure ai più duri “resistenti”. Perché Annarella, con la borsa della spesa e le chiome insospettabili, s’è infilata tra una giungla di microfoni e telecamere. E a interviste in corso. Impossibile non registrarla.
i nonni ci vogliono bene…..
QUI LECCO LIBERA ANCHE A ROMA, evidentemente
GIUSTO IERI
Dal momento in cui scocca la scintilla dell’identificazione del capo con la massa, il dittatore sente moltiplicare in modo vertiginoso le sue forze. L’identificazione sociale è appunto il processo discriminatorio che fa emergere l’eletto dal gregge dei chiamati. L’eletto ne esce trasfigurato. Egli perde i connotati individuali e assume quelli sognati da milioni di concittadini. Egli diventa, alla lettera, il prodotto individualizzato d’un irresistibile bisogno collettivo. Nell’attuale civiltà di massa tutte le risorse della tecnica contribuiscono all’esaltazione dell’eletto. I pochi tra i connazionali che sfuggiranno all’ipnosi e cercherano di discuterlo e denigrarlo, ricordando le sue origini, la sua neghittosa gioventù, la sua limitata cultura, la sua vigliaccheria, la sua inadattabilità a una vita normale, faranno opera vana… Anche se il capo dice e fa oggi il contrario di quello che diceva o faceva ieri…che importa?
Il legame più forte che lega il capo alla sua massa non è ideologico o programmatico o etico. ‘Se il mio capo agisce in quel modo, vuol dire che avrà delle ragioni per farlo’, pensa il fascista o il comunista. E poiché lui è convinto di non avere avuto nella vita il meritato successo solo per mancanza di furberia ed eccesso di scrupoli, egli è perfino fiero che il ‘suo’ capo sia così abile e forte e sappia così bene sterminare gli avversari.
La scuola dei dittatori (1938 Ignazio Silone)
MA CHE RAZZA DI FEROCIA E’?
Leggendo recenti fatti di cronaca che hanno visto giovani donne brutalmente uccise, in alcuni casi da parenti stretti, ho constatato si sono per lo più collegati i fatti a devianze di origine razziale, religiosa, culturale.
Qualcuno anche di “autorevole” o meglio con cariche importanti, nostri rappresentanti istituzionali, han parlato di razze inferiori. Ora che la cronaca odierna riporta avvenuto un episodio che neppure la più perversa e fervida immaginazione avrebbe potuto ipotizzare possibile, mi chiedo con un pugno piantato nello stomaco che razza di ferocia sia mai questa. Talebana? Pakistana? Italiana?
Sono gli uomini che rendono feroci gli uomini non le razze.
dal nostro ex Khorakhaneker Francesco
QUINDI
C’è gente in farmacia, l’Italia è un paese di ammalati.
Il treno era pieno di gente, neanche un posto a sedere, in Italia si usa poco l’automobile.
Ai giardini era pieno di bimbi, gli italiani fanno molti figli.
Devo aspettare due mesi per una visita dall’otorino, in Italia siamo tutti sordi.
Alla partita, Ponzilovo contro Tombazossana c’era poca gente, agli italiani non piace il calcio…
LE RAGIONI DI UNA BANDANA
Chi ha una certa età ricorderà per aver visto direttamente, o perchè gli è stato raccontato, L’uso del tappo di sughero bruciacchiato. La patina nera veniva utilizzata da chi aveva problemi di calvizie o diradamenti per annerire il cuoio capelluto, così da mitigare il “difetto”.
Il tempo passa, le tecniche evolvono e si è passati al tatuaggio. il nuovo sistema, permanente, non necessita di ritocchi giornalieri. L’unico inconveniente, noto anche a coloro che sfoggiano l’ancora sulla spalla od il fiore sul polso, è che per le prime due settimane bisogna utilizzare un gel antibiotico ed evitare di esporre al sole la zona interessata. Si sta ora studiando come dare colorito al viso, sostituendo il cerone.