Non c’è bisogno nemmeno di rileggere la lettera dei sindacati sulla vicenda Cave del Magnodeno per confermare che da tempo dovrebbero dedicarsi esclusivamente a redigere 730.
L’ipocrisia e la paraculaggine è un disco ormai ripetuto e ripetitivo che usan da decenni.
Bisogna tutelare l’ambiente, il bene comune ma…
C’è sempre un “ma” e questo ma è il lavoro come se questo fosse inamovibile nella sua legittimazione.
Come se il lavoro fosse possibile farlo in una sola maniera.
È un gioco al ribasso, sulla pelle delle persone da decenni, Porto Marghera, la Breda e l’amianto, le mine autiuomo, l’Ilva di Taranto.
Va tutelata la salute, il bene comune ma…
È così da sempre.
E se bene comune cozza con il lavoro, sia chiaro in quel modo di svolgere il lavoro, allora non si studia un nuovo modo di lavorare, si mette una tacca sotto tutto il resto.
“La fabbrica del panico” di Stefano Valenti e “Il Pane e la morte” di Renato Curcio son due libri che andrebbero letti e allegati ai contratti di lavoro.
Ogni volta si è sempre lì, un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Scrivono: “Riteniamo che non si debba mettere in contrapposizione il lavoro con l’ambiente, ma di cercare ogni miglior strategia che consenta di garantire un futuro economico ai lavoratori dell’ Azienda e che allo stesso tempo venga tutelato il Territorio…”
E se non si può che si fa?
Dagli stessi che erano favorevoli a aprire Cave sul Cornizzolo e a un metro dall’Abbazia di San Pietro al Monte, non si può chieder troppo in effetti.
Nell’occasione del Magnodeno i sindacati nemmeno mettono in subordine il ripristino ambientale, la puntuale verifica dei possibili danni già avvenuti, del prendersi il tempo necessario per fare, gli organi competenti, le verifiche sulle criticità emerse.
No, loro vogliono che si approvi l’autorizzazione. Domani.
L’ambiente ed eventualmente la salute va bene la teoria, ma proprio il mio lavoro devi controllare?
Abbiam fatto caso che è sempre “un periodo particolare” quando si chiede di rispettare la salute, l’ambiente, il bene comune e progettare correzioni e riconversioni?
Siam sempre dentro il perverso gioco se è meglio morire di fame o di salute.
E da decenni il sindacato non è in grado di promuovere l’avanzamento della qualità del lavoro, degli investimenti in innovazione e del bene comune.
Si limitano a fare i 730