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PGT: La Partecipazione dove siederà?

invernizziDevo mettere il vestito buono e chiamare la baby-sitter per i miei due gemellini.

Tailleur gessato blu, camicia bianca con manica raglan, collana di piccole pietre dure, scarpe tacco 10 e solo un filo di trucco. Son pronta. Devo andare a teatro. Va in scena la commedia della partecipazione.

Settimana prossima, infatti, parte il tour del Comune per presentare ai cittadini il PGT, il Piano di Governo del Territorio. Se ha lo stesso successo e la stessa organizzazione del tour per il Bilancio, dello scorso giugno, ci saranno 30 persone. Non a tappa ma in tutto il Tour. Se di questi 30 togliamo giornalisti, parenti e fancazzisti si corre il rischio di sospensione per mancanza di interlocutori.Questa volta in Comune fan conto sugli interessi particolari ed individuali dei singoli per non scaldare a vuoto le sale degli incontri.Puntano su una possibile pratica per alzare il sottotetto, per avere parcheggi sotto casa e poco altro. Se non l’hai studiato prima, se non l’hai visto prima, puoi star così lì a partecipare ma difficilmente riuscirai a farti un’idea. Ad entrare compiutamente nel merito. Non hai mica lì gli appunti dell’Assessore. Del Sindaco.

Hanno cioè una capacità di costruire partecipazione, consapevole e responsabile al posto della solita finta e trita sfilata vuota di amministratori che imbarazza per la pochezza.

Per questo vado tutta in ghingheri, se non c’è nessuno mi ubriaco con una bottiglia di Chateauneuf-du-Pape Blanc, se c’è movimento mi ubriacheranno loro.

Quello che già oggi so è chi ci sarà e chi non ci sarà.

Chi non ha bisogno di fare anticamera, di sorbirsi “un faremo”, “abbiamo predisposto”, “abbiamo pensato”, “appena il Patto lo consentirà”….

Chi non ci sarà è Giuliano Pisati, il padrone dell’area Leuci.

Lui non ci sarà perché la sua richiesta di far diventare quei mattoni – intrisi di sudore e lotta di generazioni di uomini e operai – in più redditizi palazzoni a specchio con idromassaggio Jacuzzi è già stata esposta e pre-acettata dal Comune con la lettera di intenti che tenevano nascosto.. pronta da palesare all’ultimo secondo, se non fosse stato per quegli impertinenti di Qui Lecco Libera che l’hanno scoperta e portata alla luce del sole.(tirandosi addosso gli strali di chi è stato scoperto con le mani nella marmellata)

Ci sarà invece, anche se non lo vedremo tra il pubblico, il geom. Simone Paramatti, amministratore dello Studio Paramatti & Associati.

So per certo che ci sarà non tanto e perché ha scritto una lettera pubblica dove si fa auto-pubblicità, invitando aziende e cittadini a servirsi della sua consulenza – dei suoi buoni uffici.

Scrive infatti: “Oggi e per 60 giorni potranno essere depositate le osservazioni al piano…. Come studio stiamo già assistendo diverse società e privati, tireremo le somme del piano dopo questo importante periodo di discussione, dove sicuramente faremo la nostra parte con richieste concrete di valorizzazione”.

So che ci sarà, senza farsi vedere, perché delegherà il suo direttore tecnico-ingegnere civile che sta già assistendo diverse società e privati a tirare le somme. Per fare richieste concrete di valorizzazione… irrifiutabili, pertanto.

E sapete chi è il suo direttore tecnico? E dove siederà?

E’ probabile vederlo in questo tour al centro del Banco dei relatori, dell’Amministrazione. E’, infatti, l’ing. Alberto Invernizzi, consigliere comunale di Appello per Lecco, e Presidente della V Commissione: “Pianificazione, sviluppo territoriale…” (video)

Sul sito dello Studio lo presentano con un papiro di curriculum e una sfilza di incarichi, ma, che sbadati, quello in Comune a Lecco non lo scrivono.

Lo tengono come la ciliegina sulla torta

 

Sipario: va in scena la commedia – comica – della partecipazione.

CARTA VETRATA

 

Leuci: LO SCHIAFFO DEL SOLDATO

 La Lealtan futuro attualmente non disponibileuci è morta. Viva la Leuci.

Ieri sera a cena con mio marito e alcuni amici abbiamo conversato sull’ennesimo schiaffo preso dalla città.Se la mano del mercato è cieca, come ci insegnavano a scuola, ha, però, una mira pazzesca nel colpire sempre gli stessi.

Una carezza in un pugno cantava Celentano solo quando ero giovane io.

Ora che son diventata “vecchia” i fattori si son capovolti. Un pugno in una carezza.

La mobilità e la presunta assunzione di poco più di una manciata di prescelti in cambio della trasformazione dell’area da produttiva ad altro.

In cosa altro non si sa, ma certamente – essendo il proprietario della stessa a chiederlo – in qualcosa decisamente più redditizio. Redditizio per lui ed, in subordine, va tenuto a mente, per il Comune ed il suo Bilancio – come ci faceva notare il marito della mia cara amica Cassandra.

In mezzo i lavoratori, generali convinti di avere alle spalle un esercito: la cittadinanza ed il territorio, ed al fianco colonnelli e forze alleate: Provincia, Comune e sindacati.

Ma che non è vero, ma non lo sanno. Non lo sanno solo perché non vogliono girarsi indietro e, tantomeno, guardare ai lati. Come cavalli da corsa proseguono imperterriti verso il sol dell’avvenire. Che, come si sa, è stato un fallimento. Se non individuale certamente collettivo.

Quando si sentono e si leggono slogan tipo: “La Leuci non si tocca” a me, casalinga inacidita ma non smarrita, viene in mente la battuta in voga alla metà degli anni settanta atttribuita ad Agnelli. Quando il lavoratore gridava: “Giù le mani, il lavoro non si tocca” sembra che Agnelli, l’Avvocato, avesse risposto: “e chi lo tocca, mi fa anche schifo”.

La Leuci non si tocca! ma poi se si vanno a leggere le carte, segrete, “all’insaputa” di chi le ha pensate, scritte e condivise, si scopre che Pisati, il padrone, ha vinto su tutta la linea.

La Leuci S.p.a. conferma che la sua disponibilità alla vendita dell’immobile identificato come “magazzino materie prime” è condizionata al cambiamento di destinazione d’uso della restante parte dell’area;”

Si scopre che la Provincia è vaselina per accordi carbonari da presentare ai lavoratori a giochi fatti.

Si scopre che il Comune di Lecco, (l’Assessore Volontè e la Giunta Brivio) contraddicendo un pronunciamento ufficiale del Consiglio Comunale fa una inversione a U e si mette la casacca dell’imprenditore: Tutto non possiamo darti Pisati, ti va bene la parte più pregiata, la polpa e il contorno?

Si scopre che il Sindacato, che dovrebbe rappresentare i lavoratori e non i padroni, passa da frasi del tipo: giù le mani dalla Leuci, a, Va bene dai lasciaci almeno una fettina di area, 1/3, non servirà per sviluppare nel concreto il progetto della Cittadella ma fa nulla, fra poco è Carnevale, possiam mica star qui in eterno, devo portare il bimbo alla sfilata in maschera”, con in mezzo: “tutta l’area è e deve restare industriale” “siam pronti per l’esproprio”.

Di sto passo, dieci giorni ancora e si facevano assumere tutti come consulenti di Pisati.

I lavoratori, diceva mio marito ormai un poco brillo dopo l’ennesimo bicchiere di Brunello, sbagliano a ragionare misurando la forza delle buone idee, perché in politica vale la forza dei numeri. Così vanno le cose, così devono andare.

E nel frattempo che i veri decisori, su altri tavoli, tirino a sorte le sorti dell’Impero romano e la sua spartizione, la truppa dei lavoratori è accerchiata da questi figuri che roteano l’indice e stanno giocando allo schiaffo del soldato.

Carta Vetrata

ps: QUI I VARI POST, ANCHE VECCHI DI ANNI, DOVE come esserevento PARLAVAMO DI LEUCI

 

Le nuove balle da Campione

Buongiorno Cara Provincia,
Leggo oggi le nuove dichiarazioni del Sindaco di Lecco, dr. Brivio, sul tormentone dell’estate: la viabilità del Ponte vecchio.
Sbaglio o è la ventunesima o ventiduesima versione che l’Amministrazione del capoluogo espone pubblicamene alla cittadinanza?
Abbiamo letto le versioni plurime del vicesindaco e assessore alla mobilità in queste settimane che mai una volta accennavano al fatto che “il ponte vecchio non ce la fa più”.
Una volta era per tutelare il pedone, una volta per le biciclette, un’altra volta per non far fare un giro dell’oca a chi utilizza il Ponte Vecchio ora che non ci sono più le passerelle, poi è stato detto che appena si riesce a rimettere le passerelle tutto tornerà come prima, poi è stato detto che le passerelle dipendono dalla Sovrintendenza e quindi ci vorranno mesi.
Ora il Sindaco, dopo queste e altre versioni evidentemente farlocche, ne mette sul tavola una non secondaria.
“il ponte vecchio non ce la fa più”. Che mi pare superi e renda ininfluente il fatto che ora o fra 6 mesi ci siano nuovamente o meno le passerelle.
Il problema, se questa nuova e ennesima versione è finalmente quella vera, è ben più grave e strutturale.
Da qui mi chiedo…..
Perchè si ritiene sempre il cittadino e il lettore non in grado di capire? Perché questi politicanti da due soldi continuano a prendere in giro le persone?
Perché non dire subito la verità e farla sembrare invece una lotta tra Amministrazioni sulla testa dei cittadini? Perchè far credere di avere a cuore la mobilità dolce, di pedoni e ciclisti quando il problema è tecnico e non di scelta politica?
Ma che politici farlocchi abbiamo? Ce li meritiamo davvero?
http://www.laprovinciadilecco.it/stories/Cronaca/ponte-visconti-a-senso-unico-e-per-la-sicurezza-di-tutti_1020949_11/

PIANO CAVE IN COMUNE

Lo scorso giovedì 14 marzo abbiamo assistito alla Commissione comunale avente per oggetto l’illustrazione della proposta del nuovo Piano cave provinciale, in vista della sua imminente approvazione. Oltre agli amministratori, i commissari e i tecnici provinciali, non c’era nessuno. Salvo noi, tra il pubblico (quanto sono lontane ormai le elezioni). Un giornalista , il cronista de Il Giorno.

Venendo al merito, è confermato quel che già si sapeva, purtoppo, e cioè che il Comune di Lecco non ha la minima intenzione d’essere parte attiva nella tutela e salvaguardia del suo territorio. A parte il consigliere d’opposizione Stefano Parolari -l’unico che ha dato quanto meno l’impressione di aver letto le carte e le schede in discussione- nessuno ha saputo spendere una ragione credibile. A favore o contro il pesantissimo conto presentato dal piano: oltre 10 milioni di metri cubi da estrarre, da qui ai prossimi vent’anni. Del tutto irrilevanti le domande poste ai tecnici. “Bisogna capire bene il punto di partenza, capire cosa vogliamo farne delle montagne fra vent’anni, quali montagne vogliamo lasciare ai nostri figli in termine di fruibilità” ha aggiunto -tra il paradossale e il provocatorio- il consigliere pd Angelibusi, a favore del Piano. Mentre sul telo in fondo veniva proiettata una scheda riportante: Vaiolo Alta, Valle Oscura “totale sfruttamento”. Fine della disponibilità dell’escavato.

Il Comune, in questi due anni di iter del Piano, ha fatto troppo poco per far valere quanto mano la sua idea di difesa del territorio. Afono se non assente alle Conferenze di VAS, la Valutazione ambientale strategica. Incapace di presentare un’osservazione.

Nel frattempo, il Piano Cave Provinciale che sarà approvato nella seduta del Consiglio provinciale di fine mese, o più probabilmente di inizio aprile, segna quota meno 12.250.000 di metri cubi di rocce per uso industriale dal monte Magnodeno. Anche perché “la valutazione dei quantitativi di rocce per usi industriali e pietrischi è bastata esclusivamente sugli effettivi fabbisogni di alimentazione degli impianti di lavorazione ovunque ubicati, indipendentemente dalle richieste del mercato locale, rapportati anche ai quantitativi estratti nel decennio precedente” (punto 4 pag.21 Piano Cave relazione tecnica. Dove la sostenibilità ambientale è valutata in base al fabbisogno delle aziende cavatrici.

Che fare? Noi, com’è noto, abbiamo chiesto, insieme a 500 cittadini, lo stralcio delle cave lecchesi. Il Comune di Lecco, che si è guardato bene dal chiederlo, avrà 60 giorni di tempo dopo l’approvazione da parte della Provincia delle prossime settimane, così come tutti i cittadini, per ripensarci, per fare osservazioni, per fare quello che fin qui non ha fatto, malgrado questo Piano sia nelle mani di quell’assessorato e assessore, l’Ambiente. E non accettiamo presunte ragioni di cassa, visti gli introiti riconosciuti al Comune da chi cava: 0,49 euro al metro cubo. Risorse che a ben vedere non bastano nemmeno per sistemare il manto stradale che ogni anno, soprattutto in Corso Bergamo, ma non solo, si rompe e va rifatto, a causa del continuo transito di tir stracarichi e pesanti con su le nostre montagne. È un addio ai monti che la città , seppur distratta, non si merita.

Qui Lecco Libera

PADALIA UBER ALLES

Siamo messi talmente bene qui in Padalia che se fossimo coscienti di quanto bene siamo messi, utilizzeremo come fonte di energia la stessa aria che respiriamo. La canalizzeremo direttamente nelle condutture del gas per dargli fuoco all’uscita dagli augelli della cucina economica, ci cuoceremo le patate. Purtroppo non abbiamo la consapevolezza necessaria, ne’ per renderci conto dell’abisso raggiunto, ne’ per approfittare degli aspetti positivi che questo produce: bruciare il bio-gas che respiriamo.

Siamo perduti. Pensavo, mentre guidavo, alla fortuna che mi tocca di vivere in Padalia, il paese meno toccato dalla crisi economica e con il miglior capo del governo del mondo.

Lo pensavo mentre percorrevo gratuitamente la settimana scorsa un’autostrada tedesca verso Berlino. Mi dicevo che i tedeschi mancano proprio di fantasia, non sono “avanti” come noi Padaliani, specie a raschiare il fondo del barile in cerca di fondi per coprire i buchi del bilancio statale. Avrebbero già dovuto mettere i pedaggi su quelle strade con l’asfalto pari ad un tavolo da biliardo dove si può correre fin che ce n’é…ci farebbero dieci finanziarie delle nostre in un colpo solo senza colpo ferire. Si vede che non ne hanno bisogno, nonostante stiano peggio di noi, come ci ricorda spesso il nostro leader maximo. Continua la lettura di PADALIA UBER ALLES