Solita ressa all’ingresso della ‘taverna dei cattivi pensieri’, dove il proletariato si riunisce per abbeverarsi e nutrirsi ai pascoli dell’alta cultura. Solo che il noto tizio non aveva ancora bevuto (quando non beve è ancora più cattivo) e poco curante delle microspie piazzate dalla digos, tanto che il locale non era ancora stato fatto bonificare, iniziò così:
“Se c’è una cosa che mi manda in bestia è il gesuitismo dei media cosiddetti progressisti che tartufescamente danno voce al popolo per tastare il polso dell’opinione pubblica, in realtà alimentandone subdolamente la frustrazione. Quel ‘commenta’ che occhieggia sempre più spesso accanto agli articoli, per es. di repubblica.it, viene presentato come un moderno sondaggio in diretta, un’evoluzione telematica della democrazia, ma non si tratta d’altro che di uno sfogatoio dove si banalizza l’indignazione: tutti si indignano = nessuno si indigna. Tutto diviene un pastone, un blob entropico dove la collera popolare si manifesta e poi defluisce senza lasciare traccia, senza colpo ferire e senza intaccare minimamente le posizioni dei potenti che, magari, ogni tanto danno un’occhiata ai post per farsi due risate alla faccia nostra. Trasfigurando completamente il senso stesso della democrazia (la democrazia non è la libertà di poter dire ‘non sono d’accordo’ mentre te lo mettono in quel posto, ma democrazia è: evitare fattivamente che te lo mettano in quel posto). Continua la lettura di AVVISO DI INSURREZIONE parte VI: “nunc est bibendum”