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VALORIZZARE LA CITTA’ CON IL FONDO GIORGIO GASLINI

GASLINI GIORGIOIl Tributo al Maestro e cittadino onorario Giorgio Gaslini di venerdì 9, al Teatro Sociale di Lecco, come giustamente sottolinea la sig.ra Gianna Colombo su Resegoneonline è stata l’ennesima “occasione persa” da parte del Comune e della Città per valorizzare e riconoscere l’alta figura di un personaggio che ha dato lustro alla Cultura italiana e, gratuitamente, alla Città.

Quello di venerdì è stato il primo tributo della città addirittura a più di un anno dalla morte, avvenuta il 29 luglio 2014, e purtroppo pure in tono minore.

Ma cosa aspettarsi in fondo da una Città, da un’Amministrazione, che non è nemmeno attenta a valorizzare un Patrimonio prestigioso come il Fondo Gaslini, ora parcheggiato nella sala biblioteca di Villa Gomes?

Perché solo un’iniziativa, di 45 minuti di musica, poco pubblicizzata, poco valorizzata, fatta così come se ci si dovesse togliere il pensiero, il peso, non può essere il Tributo della Città a cui il Maestro ha donato il suo personale archivio con sue partiture autografe e a stampa, la raccolta dei ritagli di giornale che lo riguardano, parte della sua biblioteca personale e delle registrazioni audio.

Ed invece pare tutto abbandonato.

Non dobbiamo valorizzare la figura del Maestro Gaslini, che non ne ha bisogno, bisogna valorizzare la Città anche grazie alle sue Opere che ci ha donato.

L’archivio personale del musicista, appunto con sue partiture autografe ect. a chi “serve” messo lì così come oggi sugli scaffali di Villa Gomes?

E’ miopia ritenere che sia materiale per un lettore occasionale che dice:“cosa mi leggo oggi? andiamo a sfogliare un autografo di Gaslini”; è invece, e fortunatamente, cosa per specialisti: musicologi, studenti che ne han bisogno per una tesi di laurea specialistica o di dottorato, ricercatori e professori universitari, italiani e stranieri, specificamente interessati al jazz e alla musica contemporanea.

Oggi è solo in bellavista a occupare spazio, per essere consultato, come è ovvio per questi materiali, da pochissime persone, ammesso che qualcuno sia arrivato a studiarlo.

Un materiale così lo conservi in modo serio, ad esempio, nei magazzini della biblioteca, fai un catalogo fatto seriamente secondo le norme della catalogazione bibliografica più aggiornata, lo valorizzi mettendolo in rete, ci fai un sito dedicato, digitalizzi tutto il materiale e lo metti a disposizione (eventualmente a pagamento) per la consultazione online o attraverso acquisto della copia digitalizzata dei ‘pezzi’ richiesti come da anni si è iniziato a fare in tutte le biblioteche serie che hanno patrimoni del genere.

Chissà se si è fatta una politica di valorizzazione dell’archivio, di contatto con università ecc. per favorire studi, tesi ecc.?

Gestirlo così invece è inutile e pure pericoloso per la conservazione.

A Lecco ci sono intelligenze e competenze che andrebbero consultate per questo.

Res Musica in primis da cui ho attinto per questa proposta, invece qui tutto ciò che è cultura è gestito con la logica da burocrate del Comune.

Qui non arrivano nemmeno a voler creare qualcosa di usufruibile musicalmente, ci vuole tanto a pensare a qualcosa tipo un piccolo festival annuale in cui musicisti del territorio e antichi collaboratori di Gaslini presentano le sue musiche? Qualcosa di diverso dai soliti festival jazz.

La figura del maestro Gaslini a Lecco.

L’ennesima occasione persa dalla Città.

BARRIERE: perchè vuoi che chi non ha scelte subisca le tue da menefreghista?

barriera1Non lo so voi ma credo che condividiate che è indecente il fare se il fare è fare a cazzum.
Le foto sono solo 4, ma se ne possono fare 10.000, di barriere architettoniche indecenti – non che ne esistano di decenti – se poi si fotografasse, per esempio, Viale Papa Giovanni/via Mobtanara-Pasubio, appena riasfaltato, verrebbe voglia di andare a prendere l’Assessore in Comune e l’Impresa e metterli loro a spalare e asfaltare finchè non han sistemato tutto.

Ma è mai possibile che ad ogni passaggio pedonale, vecchio o nuovo che sia, c’è sempre una barriera architettonica che impedisce l’attraversamento o il camminamento per chi ha difficoltà o impossibilità deambulatorie?
E, paradossale e pure offensivo che, per giunta, come uno sberleffo, un insulto, una risata in faccia delle Istituzioni a tutti i cittadini e, in primis, a chi ha difficoltà oggettive di deambulazione, i passi carrai, pure quelli di fianco ai passaggi pedonali incriminati, hanno tutti, , lo scivolo per le macchine bello levigato a piatto? Ecchecazzo!!

Marciapiedi anche di 15 centimetri e oltre, mai uno scivolo e se c’è mai che sia a raso con l’asfalto, nemmeno dove, con il catrame nuovo, son passati in questi giorni, dove ne serviva una badilata, anche senza disegno e schemino su tavola in scala, per capire che lì se ce lo metti, quel piccolo carico di badile, quel maledetto gradino del maciapiede, a volte “solo” di 2-3 cm – ma proviamo con le carrozzine, di bimbi e di disabili – sparisce e hai così risolto con semplicità, senza costi, e senza picozza un problema quotidiano di molte persone?

E’ mai possibile che nemmeno quando rifai le strade, ci pensi?
Non sono per “vuoi il mio posto, prendi il mio handicap” perchè l’handicap non vorrei che l’avesse nessuno, ma, cazzo, perchè vuoi che chi non ha scelte subisca le tue, da menefreghista?

Posso chiedere al Comune, all’Assessore del farese fa ripassare gli asfaltatori per quelle strade appena rifatte e far sì che ne tengano conto, obbligatoriamente, per quelle da fare?
E’ chiedere troppo?
Sempre in attesa che una città, un’amministrazione civile decida, finalmente di mettere mano a questo problema, a questa vergogna, e abbatterle tutte, queste barriere che evidentemente con questo lassimso paiono avere soprattutto in testa?
Oso dire almeno insieme, nememno prima, ma almeno insieme alla lucidature di statue?
E’ chiedere troppo?

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IL TEMPO DELLA COMETA DI BETLEMME E’ OGGI

tendeIl dono del tetto sopra alla testa dei profughi serve oggi, al Bione è una vergogna pensare di lasciarli lì, con sto’ tempo, un giorno di più.
E’ impensabile che la politica non ci abbia pensato a recuperare stabili pubblici -o anche privati- non utuilizzati.
Nel nostro tempo, il tempo della cometa per l’uomo di Nazareth è oggi.

La situazione là rischia di essere ancor più grave di ora.
Ma è possibile che non ci sia un posto dove mettere decentemente ‘ste persone?
Io manderei il Prefetto e tutta sta pletora di burocrati una notte a dormire là.

Il Prefetto requisisca per interessi d’urgenza e umanitari, per esempio l’area Leuci compreso la Palazzina; Il Palazzo della Deutsche bank in Piazza Garibaldi; l’ex mutua di via IX Febbraio;
Il Piano del Palazzo della Provincia in Corso Matteotti;
Il Provveditorato o non so che cosa, ma là al Bione è vergognoso.
Tende o container che siano.

Vergognoso per noi

Qui più che camminare (scalzi) bisogna muoversi (spediti)

porta di lampedusaUn’insegnante illuminata (Alice Bianchi) prende un poco di quaderni, qualche penna e tre libri di testo di prima elementare e va nelle due ore libere da scuola al campo accoglienza al Bione per insegnare, gratis, ai profughi l’italiano.
Se la copiassero 20 colleghe si potrebbero fare 20 lezioni o sempre una sola.
Dipende se si coordinano con i turni o no.

Un’associazione (Mir Sada) chiede ai cittadini aiuti da portare al campo accoglienza al Bione, c’è anche un consigliere comunale con lei, optano per le scarpe.
I cittadini rispondono in massa e arrivano 200 paia di scarpe si potrebbero dare 4 paia a testa o fare un elenco preventivo e raccogliere 50 paia di scarpe e 50 maglioni che fa freddo non solo ai piedi.
Dipende se si coordinano o ognuno porta roba a caso.

I 50 Profughi al campo accoglienza al Bione ricevono grazie alla solidarietà dei cittadini 200 vestiti pesanti, i 30 profughi alla Casa accoglienza dei Piani Resinelli non ricevono i 20 vestiti pesanti donati grazie alla solidarietà dei cittadini per non fare torto agli altri 10 che rimarrebbero senza.
Tutti continuano a prendere freddo oppure si recuperano quelli al Bione.
Dipende se si coordinano tra campi dello stesso territorio o ognuno per sé

Puoi avere mal di pancia e attendere che arrivi il medico da Milano in conversazione con la coop. del Campo accoglienza al Bione oppure chiamare quelli dell’Asl di Lecco.
Dipende se c’è coordinamento medico o ognuno si guarisce come può.

Lo stato da15€ in credito telefonico ad ogni profugo al campo accoglienza al Bione e nessun telefonino. Ora c’è un unico telefonino per tutti, a saperlo forse si può procurare qualche telefonino in più.
Dipende se c’è coordinamento tra chi dà la scheda e chi sa il numero di telefoni presenti.

La pattumiera si cumula giorno dopo giorno.
Si può prenderla e mettere sui furgoni degli operatori del campo di accoglienza al Bione e portarla a smaltire a Milano o farsela venire a prendere dagli operatori della nettezza urbana di Lecco e smaltirla a 100 metri da lì.
Dipende se si coordinano con il Comune o no

Si può organizzare una partita di pallone, una festa di musica e danza, una cena solidale, un film in lingua originale, una corsa campestre, un corso di lingua, un corso di cucito, un corso nostro e loro di cucina su cosa mangiano loro e cosa mangiamo noi, un corso loro a noi che spiegano dove vivevano cosa facevano, e ci fanno conosce le loro città, e noi la nostra anche con un tour per la città e i sentieri, tutto per cercare integrazione e attività che permettano ai profughi del campo accoglienza al Bione di passare il tempo.
Li si può fare tutti un unico giorno o dilazionati nel tempo
Dipende se si coordinano Enti, Prefettura, Comune, Associazione, Parrocchie, singoli o si va così a capocchia.

E per coordinarsi sarebbe ora che si sveglino Prefettura, Consiglieri comunali, Sindaco e Assessori, Associazioni e chiedano questo coordinamento, questa rete solidale a gran voce, pubblicamente. Finalmente!!

Qui più che camminare (scalzi) bisogna muoversi (spediti)

SERVE ENERGIA PER RISPARMIARE ENERGIA

ESCO2Si spende troppo in riscaldamento? Gli sprechi sono all’ordine del giorno? Perché abbiamo ancora impianti pubblici non a norma? Perché spendiamo soldi per riempire secchielli bucati quando sarebbero ben più utili ad altro?

Perché i vari Assessori, a partire da quello all’Ambiente, finora se ne sono lavati le mani? Solo perché paga il cittadino?

Sono ormai anni che si sottolineano potenzialità, risparmi e crescita della qualità della vita per i cittadini se si imboccassero concrete scelte ecologiche, ma il nostro Comune, silenzio.Immobile. Poteva risparmiare milioni, preferisce continuare a sprecarli.

La (falsa) scusa è che non ci sono soldi, che il Patto di Stabilità lega le mani. Non è vero.

Ci sono modalità per fare investimenti senza anticipare un euro. Un euro. Quindi riprovo con lo stesso suggerimento, nodo al fazzoletto, sassolino sul vetro del nuovo Assessore Venturini e della Giunta.

Promuova per gli edifici comunali la stipula di contratti di rendimento energetico e/o contratti di leasing finanziario, con una ES.C.o , cioè una società di sevizi energetici, in modo da tagliare le spese energetiche, appunto senza anticipare un euro.

Non è fantascienza, la formula contrattuale è quella dello “shared saving” o risparmio condiviso con risparmio garantito. La fanno decine di Enti.

Rendere efficiente da un punto di vista energetico la “macchina comunale” [municipio, illuminazione, immobili come scuole, musei, impianti sportivi, biblioteca.. ] servendosi dei lavori e delle competenze di queste società che, studiando gli sprechi della “macchina comunale”, in termine energetico, intervengono a ridurli ed eliminarli, trattenendo, come proprio guadagno, per un certo numero di anni, concordati, parte dei soldi risparmiati dal Comune sulla bolletta, è un impegno e attenzione doverosa verso i cittadini.

Tutto questo, per i soli pannelli fotovoltaici è addirittura ancor più semplice e rapido con i leasing finanziari la cui rata è ripagata dai rimborsi e dal risparmio sui consumi, l’han fatto decine di Enti: Busseto su 7 immobili, la Prov. di Cremona per la gestione energetica di 37 edifici scolastici, l’Asl14 del Piemonte, le piscine pubbliche della tedesca Berlino, Trezzano Rosa, Capannori ect.

La migliore energia rinnovabile è quella che non si consuma. E dove i soldi non si sprecano, soprattutto se sono d e i cittadini. Chissà se questa volta il Comune tende l’orecchio c osì da abbassare poi pure le tasse?

GARANTE DECORO URBANO

DECOROCredo sia auspicabile che la nostra città si doti, presto, di un Regolamento per il Decoro Urbano e della figura del Garante dello stesso.

Sebbene abbiamo un Assessore con delega al decoro urbano, e sorvolando sulle bugie dette dallo stesso in campagna elettorale, dimostrandosi latente su quello etico e morale, la città, da tempo, non tutela e valorizza il decoro urbano, inteso quale complesso di beni e valori comportamentali della comunità locale riferiti sia al patrimonio pubblico, (aree pubbliche, anche verdi, edifici pubblici, monumenti e beni artistici, arredo urbano e quello posto nei parchi) sia al patrimonio privato, inteso come edifici, manufatti ed aree private.

E’ infatti  sotto gli occhi di tutti lo stato pietoso e inadeguato – nonostante il servizio web Leccoclick – dei parchi pubblici, dei marciapiedi e del manto stradale, dell’incuria del verde, delle scritte sui muri e del proliferare di manifesti appesi ovunque, dei traballanti portannunci di case a fianco le pensiline dei bus, dello stato di abbandono di certi negozi sfitti e immobili postindustriali, dell’immondizia lasciata alla vista del cittadino e del turista…per salire fino al poco decoroso gioco di vasi illuminati e portaceneri impropri fuori dai locali, panchine rovinate, strisce pedonali ormai scomparse… e interventi, benché pubblici, di una volgarità estetica che non è solo soggettiva… la Salita dei Bravi è solo uno degli esempi, ma si potrebbero citare: i lampioni da stadio, i piloni impacchettati di Villa Manzoni, la pavimentazione da cantiere navale, alcune licenze edilizie che sono sfregio al lungolago, il Palazzone exOasa, lo stato di Piazza Affari…

Tutto questo degrado deve essere affrontato sia prescrivendo divieti ed obblighi, sia incentivando forme di collaborazione e partecipazione responsabile da parte dei cittadini.
Ed essendo da monitorare e non solo supportare anche l’Amministrazione pubblica, la figura del Garante del Decoro urbano.. (esterno ai dirigenti e amministratori) credo sia una figura utile e anche preventiva.
Come se fosse una commissione comunale consultiva (che dovrebbero essere finalmente e seriamente istituite per avviare, con anni di ritardo, un reale pro¬cesso di par¬te¬ci¬pa¬zione popo¬lare, sventolato finora solo nelle campagne elettorali) autonoma.

Così non solo da suggerire e monitorare la pavimentazione di una strada, illuminare una piazza o sistemare la facciata degli edifici ma stimolare e riconoscere il giusto peso e la necessaria priorità a sensibilità che sempre più sono – o devono diventare – patrimonio di cittadini per vivere in un ambiente armonicamente accogliente, pulito, sano, bello e con un evidente rispetto delle regole del corretto vivere civile.

Erbacce, manifesti abusivi, scritte sui muri quando per nulla artistiche, parcheggi selvaggi tollerati, pavimentazioni stradali sconnesse, negozi chiusi invasi da posta e da precari fogli sulle vetrine, la n disgustosa gestione dei cartelloni pubblicitari… ect denuncia il disamore per Lecco.
Cosa osta a fermare la fiera dell’allegra mutanda e quindi redigere e far applicare un Regolamento estetico – e un garante del decoro urbano in grado di farlo rispettare – per rendere Lecco più bella? Uno che ci aiuti ad evitare le brutture legalizzate, e stimoli la sensibilità dei cittadini a rinnamorarsi di Lecco?
Non è per nulla secondario chi collabora a redigere un tale Regolamento. Io come cittadino auspico lo promuovano e stilino persone come Gianfranco Scotti.