Uno che come vertice massimo della sua opposizione al Potere annovera l’aver morsicato una gamba a un poliziotto; uno che è stato vent’anni al vertice della Lega ma non si è accorto mai di diamanti, bond della Tanzania, bancomat bossiani, finanziamenti farlocchi, banche padane che oggi somiglierebbero al Mps. E si potrebbe continuare quasi all’infinito…
Ecco a uno così come fai a provare a spiegargli cose che sono altrettanto evidenti ma le ha fatte lui direttamente?
Parlo del farlocco referendum lombardo del 22 ottobre, che nemmeno questo caldo da allucinazioni può farci credere sia una cosa concreta.
L’avete letto il quesito del referendum di Lega, centrodestra e grillini?
La concretezza non c’è nemmeno sottintesa, la presa in giro, invece, tutta.
Maroni e soci chiedono a noi lombardi se la Regione Lombardia può chiedere al Governo di sedersi e discutere con il Governo di una maggiore autonomia.
Ma sono seri?
Cioè non ci pensano minimamente a consultarci per l’aumento delle rette e dei ticket sanitari, per fare un’autostrada, la Brebemi che non usa nessuno a cui han dato ai privati 60 milioni di euro, idem per il taglio del trasporto pubblico e sti politici da strapazzo e con la coda di fans ancora più assurdi, ci consulta per chiedere se può chiedere di sedersi al tavolino di un bar con il Governo?
E tutta sta farloccata, senza nessuna valenza concreta che non si possa fare senza referendum, ci costa 45 milioni di euro.
Quarantacinquemilionidieuro.
Ma anche se costasse una cialda di gelato, é serio?
Spendono 45 milioni di euro per questo fumo inutile e non trovano 5 milioni per il Bione? o 4 per il trasporto pubblico; o 3 per ridurre i tempi e le spese sanitarie? O non dico 20 milioni per il tunnel della Lecco Bergamo, sia mai di grazia, ma nemmeno 400 mila euro per mitigare i problemi del quartiere di Chiuso per quella non strada che ha valenza alemno regionale?
E poi gli stessi magari vengono a Lecco invitati dai compagni di partito di qui, per fare propaganda e passerella e li applaudiamo pure.
Tutti e due. I Maroni e i fans locali