IL FASCISMO E LA MISERIA DI VENTURINI

VENTURINIVenturini è un ignorante.
Venturini, infatti, ignora sia la democrazia, sia il buonsenso.
Venturini avrebbe fatto meglio a tacere, dopo i fatti tragici di Barcellona, al posto di violentare sia la democrazia che il buonsenso, attribuendosi – Per farsi colto? Perché non sa articolare un’idea sua? Per prendere in giro i lettori? – parole di altri e concetti spaventosi.

E ha fatto benissimo Duccio Facchini di Qui Lecco Libera a smascherarlo e chiedere di vergognarsi.
La democrazia non è vero che legittima e soprattutto equipara ogni opinione. Questa storia che “la mia opinione vale come la tua” con cui ognuno – e per primo Venturini – giustifica la propria cazzata, deve finire.
Occorre che si torni a riconoscere la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza tra le affermazioni di un esperto e i vaneggiamenti di un Venturini qualsiasi.
Detto questo è altrettanto opportuno fare una premessa ulteriore.
Il fascismo non è un’ideologia; il fascismo è un metodo che si può applicare a qualsiasi ideologia. E’ quindi fascismo chiedere Leggi discriminanti, verso una religione, un’etnia, un popolo, per esempio. E’ fascismo quando i fini giustificano i mezzi. E’ fascismo quando si cavalca una cazzata fascista di Venturini per una lotta politica partitica o di visibilità di like o copie di giornali. (alcuni giornali online che arrivano a classificare una Giunta in base ai colori dei vestiti o degli accessori degli amministratori, per cavalcare la notizia, sono di una bassezza, che nulla ha a che vedere, a parer mio,  con il dovere d’informazione, ma col gossip).

Detto questo io sono dell’idea che la cazzata fascista di Venturini non abbia nulla a che spartire e quindi da dover essere disconosciuta o meno, da parte del Sindaco di Lecco Brivio o dalla Giunta.
Non c’entra nulla con nessuna azione amministrativa, o linea programmatica, di un’amministrazione locale. Qualunque essa sia. Del PD, di Sinistra o di destra che dir si voglia.
Dire il contrario o alimentare una diversa lettura, attribuendo o lasciando credere che il pensiero fascista e ignorante dell’Assessore Venturini sia – o anche solo, possa essere, il pensiero dell’Amministrazione è un volgare espediente di lotta politica quando il consenso nel quotidiano manca, e a livello giornalistico quando si vuole solo, per la stessa mancanza di consenso, provare a aumentare i like o le copie soffiando su fuochi beceri.

Sono per questo, come cittadino democratico e antifascista, totalmente sereno e per nulla scandalizzato di non aver letto e sentito finora nessuna dichiarazione (ne di presa di distanze ne di revoca delle deleghe) da parte del Sindaco di Lecco – o della Giunta – alle parole fasciste di Venturini. (Sono invece fortemente preoccupato per il silenzio pubblico della moglie)
Non solo perché quest’ultime sono state dette a titolo personale, ma anche perché non hanno nulla a che fare con l’attività amministrativa e solo chi ha interessi tutt’altro che primariamente collettivi può ritenerle assimilabili alla Giunta.
Per questo è assai indecoroso – e fascista – chiedere al Sindaco di toglierli le deleghe e dimetterlo, qui non è un’azione impositiva che deve essere chiesta al Sindaco, tantopiù rinfacciandogli altrimenti di chissà che complicità, ma devono venire direttamente e autonomamente da Venturini che dovrebbe, in un sussulto di serietà, e dignità, assumersi l’onere e il coraggio delle “sue” parole.
Ma si sa, come disse la stessa scrittrice Fallaci: “Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie… lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità”.
E chi non è stato in grado di riconoscere pari dignità a una religione, a un popolo, a un’etnia, figuriamoci se è in grado di metterla davanti financo a un proprio incarico – per giunta ben remunerato e di visibilità – di assessore.

E anche questo è fascismo. Adagiarsi sulle macerie e sulle proprie miserie umane.

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