Questo vuol essere un piccolo ma doveroso elogio di una persona esemplare.
La biblioteca pubblica è per antonomasia “Medicina per l’anima”. Come riportava l’iscrizione sopra la porta di quella di Tebe.
Ieri, fortunosamente, ho avuto modo di salutare il primario di questo speciale Prontuario farmaceutico.
La dottoressa Maria Giovanna Ravasi che fra troppi pochi giorni va in pensione.
Mi piacerebbe tanto riuscire a spiegare a chi non ha avuto occasione di conoscerla in questo suo ruolo e agli incroci delle molteplici iniziative Culturali che sono nate, si sono svolte all’interno dei locali di via Bovara e quelli dove la Biblioteca è andata in Città: nei parchi, nelle casette del Bookcrossing nelle strade dei quartieri, negli incontri con gli autori, chi è e perché Maria Giovanna è stata ed è quella figura elegante e allo stesso tempo non formale, con le attenzioni e la sintassi sempre in ordine, e perché lei e la sua imminente pensione, destano malinconia ma anche una punta di audacia.
Audacia che trasforma la gratitudine in una lettera pubblica.
Per i primari, le direttrici, come Maria Giovanna la competenza, la discrezione e l’empatia tutte assieme sono state, anche da questo lato degli scaffali, non solo l’obiettivo professionale ma anche lo strumento per valorizzare un tesoro, il ricettario di cui ha tenuto le chiavi come fossero lo scalpello per la porta di Tebe.
Mettendosi a servizio di tutto quello che c’è oltre quella porta. Per aprirla sempre più. Raggiungendoli.
Quel modo di porsi che si trova nei libri con la brossura, nelle pagine naturali dei migliori scrittori, nei lavori fatti perché piacciono non perché costretti, quei modi che sono l’argine al baillame, agli striduli, alla volgarità sdoganata come segno di una società che sta diventando una società povera abitata da ricchi.
Ho avuto fortunosamente modo di salutarla. quando lei, ieri, in biblioteca ha salutato la compagnia con quella classe di lasciare le cose in ordine e non essere di impiccio a chi rimane e sostituisce.
Non è stata una festa, spero che per noi utenti della biblioteca, senza nulla togliere a chi arriverà, che Maria Giovanna possa esserci ancora in qualche forma, (come lettrice per nati per leggere, come volontaria, come utente e come portatrice contagiosa di Cultura) che possa anche restare un’incisione sulla porta del tuo ufficio, che ho saputo, ma già immaginavo, hai in realtà abitato poco perché ti piaceva più essere assieme agli altri, con gli altri, un poco come monito e moltissimo come stimolo, appunto a chi verrà.
Nella libertà che ognuno è giusto che si prenda, è giusto che trasmetta.
Buon tutto Maria Giovanna. Grazie.
Quel grazie come in alcuni dei libri più preziosi degli antichi amanuensi. Senza la parola fine.
Un utente della Biblioteca di Lecco