Il “Non arretreremo di un millimetro“ del M5S è stato un po’ come scrivere t’amo sulla sabbia.
Da quel giorno è stata una slavina di fughe, parole rimangiate, balle, promesse mancate, tradimenti e scuse.
Non si comprende perché oggi, sulla Tav, un provvedimento importante ma in termini generali e di rilevanza per il benessere dei cittadini, oggettivamente secondario, il M5S vuol dar prova di credibilità. Baluardo di coerenza dopo che ha mandato in vacca decine e decine di “non arretreremo di un millimetro”.
Erano anche contro i condoni, contro l’Ilva inquinante, contro l’immunità parlamentare, contro i voti di fiducia, contro la legittima difesa, contro i partiti in Rai, contro più di 2 mandati a ogni livello, contro gli aerei di Stato, contro il salvataggio di Alitalia, contro le riunioni senza streaming, contro il Tap in Puglia, contro i furti di 49 milioni di soldi pubblici, contro gli F35, contro vaccini e pro NoVax, erano contro le spese pazze in parlamento, erano contro l’aumento delle tasse, erano persino contro a qualsiasi alleanza con la Lega ect.
E ora provano con la foglia di fico del No Tav, e rinviando alle calende greche per non decidere, per non essere qualcosa di diverso?
Perché si leggono dichiarazioni perentorie, da petto in fuori e mani sui fianchi, dal più insignificante consigliere comunale di Lecco, a quello regionale, fin su a parlamentari che, se passa la Tav, escono dal partito, lasciano il M5S.
Che è un po’ comico: uscirebbero per la Tav e non l’han ritenuto conveniente per le altre 100 retromarce.
Son stati così coerenti finora che non c’è da stupirsi se, appena usciti dal M5S, si iscrivessero alla Lega.