UN ABUSO DI RISCHIO. L’INTERESSE + ALTO E’ QUELLO DI TUTTI

FB_IMG_15831608220522493E’ voglia di fiducia dire #Leccononsiferma o fare titoli di giornali: “Usciamo di casa”.  Ma è (anche) una cosa sbagliata. Perché scuole chiuse, bar a orario ridotto, cinema, chiese, musei serrati, in sintesi questa riduzione di socialità, è stata presa per valutazioni di prudenza.

E’ una questione di responsabilità. Non bisogna spaventar le persone ma nemmeno sottovalutare il tema.
Resto dell’idea che il principio di precauzione sia, in generale, un buon modo di porsi. Nel dubbio si prendono le misure che possono evitare il peggio, nel dubbio ci si astiene da fare ciò che potrebbe nuocere. Che tradotto non significa altro che ridurre i rischi ed eliminarli laddove possibile.
Non condivido quindi lo slogan (Lecco, Milano  ect..) non si ferma.
Se serve fermarsi per tutelare tutti ci si ferma. E non condivido nemmeno quelli che però così l’economia crolla, quelli degli aperitivi disubbidienti, quelli che però fermare le messe e il calcio non è mai successo, quelli che riaprite che però fermarsi è dire “ha vinto il coronavirus”, e quelli che però il mio interesse è più alto di quello di tutti, come si legge anche nella lettera di “Teatro Invito”.
Però niente.
Perché l’interesse più alto è quello di tutti

Serve prudenza per la salute e altrettanta per far reggere il sistema sanitario.
Se ci scappa di mano il virus e aumenta la necessità di ricovero e cura, non può tenere più il passo tutta la sanità pubblica.

È tempo di concentrarsi su questo e sul darle prima di tutto risorse e medici che le servono, per il tempo che servono, a partire da quelli (soldi e medici) che oggi vanno anche alla concorrenza privata.
Perché, e lo dimostra anche il coronavirus, la sanità pubblica è quella di tutti, per tutti e per qualunque cosa.

È l’unico modo per tornare a curarci di tutti noi.

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