
Bisogna, almeno ogni tanto, però, fare da calmiere agli eccessi di credulità popolare alimentati da quella dei politici.
Turlupinare il popolo e incantare le telecamere sta diventando un’abitudine. Una professione.
E’, infatti, da tempo, il tempo dei cartelloni giganti elettorali, dei volti in primo piano su muri reali e virtuali; il mercato dei miracoli è tollerato e anzi esaltato in ogni campagna elettorale di ogni qualsiasi piccolo borgo popolato da più di 3 persone.
Oggi, qui a Lecco, la campagna elettorale è da subito diventata una gara di resistenza civica a cui è sottoposto ormai ripetutamente ogni cittadino.
Abbiamo un candidato che fantastica di 10 chilometri di nuovo lungolago come se fosse Gardaland e Portofino assieme.
Che organizza weekend di gioca jouer come al Club Med ma non ci dice una cifra, un cronoprogramma. Non c’è un Progetto ma si è già affrettato a dirci che è tutto pagato. Dai Fondi Europei e dai privati. Così, una balla più che un sogno, ma fa tanto narrazione e “meno tasse per tutti”, però nemmeno una parola su Teleriscaldamento, soldi alle scuole paritarie e servizi sociali privati
Abbiamo un altro candidato colui che “ha una rete di conoscenze consolidata a livello europeo” che dopo aver promesso dal Multisala a la qualunque, fin al sotterramento della Ferrovia (giuro), è arrivato oggi a promettere lo scoperchiamento del Caldone e, si sussurra, addirittura la riapertura del Teatro della Società.
S’è perso il conto della sua mancanza di rispetto verso i cittadini.
Abbiamo poi il candidato più papabile a sindaco, l’uomo giusto dicono i suoi alleati, che però l’han scelto dopo che altri 25 “uomini giusti” prima di lui si erano ritirati.
Colui che ha dichiarato che il suo scopo da Sindaco è non far litigare la coalizione, quando in realtà litigano già nello stesso partito. Speriamo che pane e paste bastino perché il resto del programma è solo dire agli avversari che non han fatto in 10 anni quello che avevano promesso e che ora dicono di voler fare. Peccato però, ed è pure peggio, che il suo schieramento non ha mai fatto nemmeno mezza vera proposta alternativa evidentemente non avendole, che infatti continua a non fare, e il massimo della mobilitazione in 10 anni di opposizione è stata per le strisce bianche in via Cavour.
Non è la realtà della vita che si fa show ma è lo show che si fa politica. Ma un candidato normale, rispettoso, che dice cose credibili e concrete per la Città c’è?
Vorrei rassicurare i lecchesi già fortemente penalizzati dalla candidatura dei Gattinoni, Valsecchi e Ciresa che non è vero che mi candido anch’io.