Anche quest’anno si rilancia e replica per un mese un bel richiamo turistico-gastronomico con i piatti della cucina europea proposti da alcuni ristornati del territorio.
Anche quest’anno ci permettiamo rilanciare una Proposta turistico-gastronomica per tutto l’anno. Auspichiamo che questi stessi Ristoranti – e ovviamente non solo loro – sperimentino con le stesse abituali qualità della loro cucina i menu a “chilometro zero”.
Menu sostenuti anche dalle varie Amministrazioni locali e dall’Azienda turistica della Provincia.
Un’esperienza che può prendere piede e diventare un’importante occasione di richiamo anche, evidentemente, in termini turistico-promozionali. Non crediamo che sia molto complicato. Anzi.
I piatti a “chilometro zer0” sono quelli cucinati fornendosi per gli acquisti prevalentemente (esclusivamente) dei prodotti del circondario o dei territori vicini proponendoli poi alla propria clientela, con adeguata sottolineatura. (la storia, la ricetta, il metodo di coltivazione, il produttore…)
Il resto lo fa, e lo deve fare, le capacità e l’inventiva del cuoco.
Magari recuperando anche ricette più o meno antiche.
Quanti buoni vini della Valle del Curone e di Montevecchia vediamo evidenziati nelle carte dei Vini dei nostri ristoranti? E l’asparago rosa di Mezzago, l’ottimo olio d’oliva di Perledo? Il prosciutto crudo di Oggiono? I dolci di cioccolato di Lecco? I caviadini di Introbio? I formaggi di capra e pecora dei Piani Resinelli? Il farro antico o il mais biologico di Monte Marenzo? Il pane cotto nel forno a legna di Colle Brianza? La Birra Cruda del comasco? La Meascia poi meriterebbe un capitolo a parte, ma chi la trova più o sa cos’è? Ed il miele bio della Valsassina e della Brianza? La patata di Campodolcino o le mele di Torre de Busi? Le castagne secche …? Riusciamo a degustare solo i taleggi, qualche porcino e sempre meno i missoltini. Un po’ poco o sbagliamo?
Ma ci immaginiamo cosa significherebbe riscoprire e far scoprire al turista (e non solo) anche alcuni piatti che più e meglio ci rappresentano: l’accoppiata: riso e luganega, l’Ugiada: minestra d’orzo ineguagliabile, il Manzo alla California, la Zuppa di ciliegie e marasche, la già citata Meascia che ormai si propone in solo qualche raro e raffinato pranzo casalingo…
E chissà quante ce ne dimentichiamo.
Insomma crediamo che sarebbe bello se provassimo a valorizzare il bello e il buono che abbiamo. Chi raccoglie l’invito?
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