LA CONSULTA GIOVANILE CHE NON C’E’ E L’AUTONOMIA

FB_IMG_16125186376546724Gennaio. Un paio di settimane fa. Però del 2011.

“Chiude il CAG Il Parchetto, lo riapriremo a breve dichiara il Sindaco”. Giusto 10 anni fa.

L’aggregazione non è più una virtù. Altro che Covid.
Oltre agli spazi iniziò a mancare anche il rispetto degli impegni.
Ora, dopo un percorso di potenziamento degli ultimi anni del Servizio Informagiovani, soprattutto nell’aspetto di un approccio riparativo dentro i bisogni dei giovani, una settimana fa la Giunta ha deliberato di partecipare a un Bando del Governo per un surrogato di riapertura del Cag il Parchetto di Maggianico.
Però al Centro sociale di Germanedo.
Progetto da 155.000 euro.
Metà per rimettere in sesto sale, palestra e spazi.
Quattro associazioni, scelte dal Comune,  invece si divideranno quasi tutto il resto.
Una decina di ragazzi gestirà attività e incontri e, in futuro, la co-gestione.
Un buon inizio.
Restano evidenti però, ancora una volta, alcune lacune.
– Il Cag Parchetto con la sua progettualità autonoma probabilmente non riaprirà mai più.
– I Progetti di riconoscimento dei giovani, di valore e investimento economico il Comune li fa solo se altri mettono i soldi. Altrimenti lui ci mette poco o pure nulla.
– E’ molto importante, l’abbiam visto negli anni, che l’Informagiovani ci sia. Ma non tutto può e deve passar da lì e non è nemmeno giusto, passi di lì.
– Ci sono spazi immateriali che vanno lasciati liberi ma attrezzati. A partire da quelli dentro una socialità fuori dal mercato e dalla speculazione. Il Comune questo deve tenerne conto.
Un aspetto lacunoso che fa da cornice a tutto questo – e ne segna anche la precarietà – è la mancanza, grave e cronica, di una Consulta Giovanile Comunale, già votata a grande maggioranza nel marzo 2015, su odg di Zamperini, e promessa di lì a poco.
Ma si sa, per il consenso bastan le proposte e mai la cura degli impegni presi e della reale concretizzazione, infatti se ne son disinteressati, e son passati già 5 anni.
Non sarebbe male iniziare in un luogo tra pari, autonomo e riconosciuto l’elaborazione istituzionale delle proposte.
E non calarle.
Così per rispondere anche alla domanda che sono i giovani a scegliere che cosa è utile per loro e a assumersi la responsabilità e l’impegno di costruirlo, nel confronto.

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