LA SICUREZZA IMMAGINARIA

manetteDurante il periodo 1990-2003, il numero di permessi di soggiorno rapportato al totale della popolazione è passato dallo 0,8% al 4% .

A fronte di tale incremento, più di 4 volte, si è verificata una tendenziale riduzione della criminalità (archivio Ministero dell’Interno e archivio Ministero della Giustizia, elaborazioni ISTAT). Non esiste quindi una significativa, giustificata, relazione fra immigrazione e criminalità.
Il grafico esplicita crudelmente il rapporto. Disaggregando per regione, si nota che al nord, dove è presente il maggior numero di immigrati, prevalgono i delitti contro la proprietà mentre al sud dominano i delitti contro la persona (fonte: elaborazioni su dati ISTAT e ministero dell’interno). Grafici disponibili a richiesta.

Per capire se l’immigrazione è influenzata da una specifica categoria criminale, non resta che mettere in rapporto le quote d’immigrazione e le tipologie criminose. Per fare questo, è necessario prendere in esame gli shock, crisi nei paesi d’origine, che determinano l’immigrazione e che sono indipendenti dai fattori incidenti sull’attività criminale.

Poiché in questo modo le due variabili non sono influenzate dagli stessi fattori, è possibile studiare un modello che determini la relazione fra immigrazione e criminalità.

La relazione, coefficiente del modello, non è statisticamente differente da zero. Non esiste relazione razionale fra criminalità e immigrazione.

Per approfondimenti scientifici: working paper n 2008-05 Paris School of Economics, ” do immigrants cause crime?” oppure www.pse.ens.fr/document/wp200805.pdf

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