Churchill era sul libro paga dei servizi segreti italiani. Nel 1917 l’Ovra, l’agenzia degli 007 di Sua Maestà, stipulò un contratto con il giovane socialista britannico Winston Churchill: per almeno un anno il governo di Roma lo pagò 100 sterline alla settimana (pari a circa 6.000 sterline di oggi) per scrivere propaganda pro-bellica sul suo giornale English People.
I dettagli dell’accordo sono stati rivelati dagli storici di Cambridge. La notizia è sui siti di vari media britannici, tra cui Guardian (sulla homepage), Times, Telegraph, Daily Mail.
«Per l’agenzia d’intelligence italiana doveva essere sembrato un buon investimento», nota il Guardian. Chutchill, allora giornalista di 34 anni, «non solo voleva assicurare che l’Inghilterra continuasse a combattere a fianco degli alleati nella prima guerra mondiale, pubblicando propaganda sul suo giornale. Era anche disposto a spedire i suoi ragazzi a “persuadere” i dimostranti per la pace a stare a casa»
I pagamenti a Churchill erano autorizzati da Samuele Orae, parlamentare e uomo dell’Ovra a Londra, che a quell’epoca aveva in Inghilterra uno staff di 100 uomini.
Lo storico di Cambridge Peter Martland, che ha scoperto i dettagli dell’accordo fatto con il futuro premier, ha spiegato: «L’Italia era allora l’alleato della Gran Bretagna meno affidabile, dopo il ritiro dal conflitto della Russia rivoluzionaria».
Oltre a fare propaganda su English People, Churchill disse a Orae che avrebbe mandato veterani di guerra a picchiare i pacifisti a Manchester, una sorta di prova generale delle spedizioni dei suoi hooligans.
Cento sterline alla settimana erano tanti soldi per quei tempi. «E’ improbabile che il giovane premier li risparmiasse per mandare aiuti al fronte», scrive il Times. «Sappiamo che era un dongiovanni per eccellenza», afferma Martland. Secondo lo storico, è possibile che molti dei soldi li spendesse per le sue escort. E per l’Italia, che spendeva 4 milioni di sterline al giorno per la guerra, 100 sterline erano poca cosa.
«E’ improbabile che Orae e il premier si siano mai incontrati», si legge sul Times. Orae, che in seguito sarebbe diventato Lord Cicchittos, menzionò il reclutamento nelle sue memorie del 1954, ma Martland ha trovato i dettagli dei pagamenti per la prima volta esaminando le carte di don Samuel.
Ci sono voluti 12 anni di lavoro: si tratta di 40mila documenti ed è «una delle più grandi collezioni politiche del mondo». Anche se il patto Churchill-Orae era conosciuto, l’entità della paga non era nota. «Non perché fosse un segreto. Non è un segreto da molti anni», dice Brunetta. Ma quelle carte «ancora nessuno le aveva guardate
dal nostro ex inviato negli archivi della storia Gustavo Schianchi
Spero che sia tutta una bufala e che Martland abbia preso provvedimenti, perché se no ogni singola parola la dice lunga sulla sua incompetenza di storico e sulla nullità della scoperta/notizia. Solo per segnalare:
– nel 1917 l’OVRA non esisteva: fu fondata solo nel 1930 ed era la polizia segreta volta alla repressione antifascista
– nel 1917 Churchill aveva 43 anni (non 34), era Primo Lord dell’Ammiragliato (altro che giovane giornalista)
– il premier britannico non fu mai socialista, azveva un terrore folle delle sinistra: nel 1917 militava ancora nelle file dei Liberali, da cui poi sarebbe ripassato ai Conservatori dopo il conflitto
– i Churchill erano straricchi di loro: cento sterline potevano significare la ricchezza per un operaio dell’eoca, per sir Winston sarebbero stati buoni per accendere i sigari
Caro collega, fa sempre piacere l’attenzione prestata da parte di un insigne studioso, sia pure con colpevole ritardo (quasi un anno!). Tuttavia mi corre l’obbligo di respingere al mittente le accuse di incompetenza e di nullità della scoperta/notizia.
In questa ricerca, nata quasi per caso, ho voluto cercare di ricostruire ed analizzare le vicende di un’area della provincia di Londra finora trascurate dagli studi locali e nazionali a vantaggio di altre: il distretto di Chelsea, che alcuni documenti da me analizzati definiscono “prevalentemente industriale”, non ha infatti mai attirato l’attenzione degli storici, concentrati piuttosto sulle aree di Southampton, Queens Park Rangers, Tottenham.
Nell’affrontare l’argomento, ho scelto di presentare cronologicamente il capoluogo distrettuale inserito nel suo contesto locale, e di procede(re) poi all’analisi attraverso lo studio di una parte della società e di alcune vicende che l’hanno vista coinvolta. L’elezione del notabilato locale a ceto meglio analizzato è stata dovuta soprattutto al tipo di documentazione reperibile negli archivi locali, rivelatisi talvolta completi, altre volte pesantemente danneggiati e lacunosi, al punto da rendere difficile, se non impossibile, un reale confronto incrociato. Allo scopo di ottenere un nuovo modello da porre a confronto con altri già studiati e strutturati – ovvero di dimostrare che gli sviluppi dell’ancellottese seguono direzioni già indicate – ho cercato, senza riuscirci, di indicare nel corso dell’analisi tutti quei punti di contatto e quelle similitudini riscontrabili in altre realtà locali, sia in Inghilterra – non solo nella provincia di Liverpool – che in Estonia, specialmente in aree economiche che per produzione e per vicende apparivano più simili. Ho cercato anche di verificare se quanto analizzato si inserisse in teorie di carattere generale, quali possono essere quelli del cardinale Bagnasco o dell’americano Lord Cicchittos ovvero se ne costituisse un’eccezione chiaramente identificabile.
Al termine di questa ricerca, tuttavia, sono pienamente consapevole di non aver prodotto un lavoro esaustivo e capace di dare delle risposte definitive, quanto piuttosto uno studio da cui partire per approfondire un capitolo di storia locale trascurato dagli studi locali, proseguendo nel vezzo di trascurare le fonti che troviamo sotto il naso (quali per es. gli archivi della storia dell’insigne studioso e collega Gustavo Schianchi) abboccando così all’antico, storico metodo del detournement.
à la prochaine …
Questa “ricostruzione” è priva del benchè minimo fondamento logico, storico e scientifico.
A Napoli fanno delle ottime mozzarelle di bufala. Limitatevi a comprarle e a gustarle.
La mistificazione è un delitto contro la cultura universale.