Sabato 16 gennaio, ore 15.30 Piazza XX settembre LECCO
Presidio di informazione sulle vicende epiche dei nuovi miti del “partito dell’amore” e di coloro che a quel pantheon (fortunatamente) non appartengono.
IL PARTITO DEGLI EROI Scarica e diffondi il volantino
E’ ora di dedicare una via a Bettino Craxi.
Poco importa che abbia commesso reati contro la collettività o sia sgattaiolato via verso la Tunisia per sfuggire ai giudici.
Così il “Partito dell’Amore” ha deciso – a dieci anni di distanza dalla morte del leader socialista – di dar seguito alla politica ben oliata e già sperimentata della mistificazione. Elogiare i furbi per garantirsi l’impunità, ecco perché la figura del padre degli affari berlusconiani viene di continuo elogiata. Guai a chi recita la “filastrocca parruccona” delle condanne e della latitanza. La colpa è di una parte sola: la magistratura. Questo maledetto tumore della Democrazia che intende sovvertire il legittimo responso delle elezioni. Evviva Vittorio Mangano, evviva la Decima Mas (ringraziamo il ministro Ignazio La Russa) ed evviva pure i Graviano e il loro patto di omertà. Pare che in pochi rifiutino questa logica, anzi.
Da una parte consistente dell’establishment del Centro-Sinistra (ex, ormai) s’è sollevata in questi giorni una patina di ripensamento. Qualche sventurato ha cercato di assolvere Craxi parlando di “capro espiatorio”. I più pavidi fingono di non ricordare. Pare che in pochi rifiutino questa logica, anzi.
Da una parte consistente dell’establishment del Centro-Sinistra (ex, ormai) s’è sollevata in questi giorni una patina di ripensamento. Qualche sventurato ha cercato di assolvere Craxi parlando di “capro espiatorio”. I più pavidi fingono di non ricordare.
Non che la Memoria civile renda il letamaio-Italia un posto più vivibile. Sta di fatto, però, che il non lasciarsi calpestare rimane uno tra i pochissimi Diritti ancora esercitabili nel Paese del “clima di odio da scongiurare”. Il dissenso è criminalizzato, la critica documentata è paragonata al gesto di uno squinternato, la Memoria è additata come invidia decisamente giustizialista. E’ nostro dovere morale ricordare, senza alcuna presunzione d’esser storici affermati, ciò che i più servili tendono a falsificare. Vogliamo davvero accettare che l’alfabeto democratico venga dettato da Cicchitto, Sacconi, La Russa, Bocchino, Minzolini o Capezzone?
Sabato 16 gennaio, ore 15.30 Piazza XX settembre, LECCO