OPERAI. LA CRISI

altan-crisi-e-stabilitaCi sono immagini che più delle parole riescono a descrivere situazioni che dobbiamo comprendere e sulle quali dovremmo tutti riflettere. Non è detto non possa capitare anche a noi e forse per questo sarebbe ora di ripensare meglio tante cose per affrontare un futuro più sereno per noi e i nostri figli.

Magari si potrebbe stabilire che Dio é il mercato…

ALLEGATO i volti degli operai della Opel in Belgio ai quali viene comunicato il licenziamento. Potrebbero essere quelli delle FIAT, della DAINESE, dell’INTESA SAN PAOLO, della LEUCI o di quello che volete voi, non cambia niente. (FRANCESCO)

E’ proprio vero: la crisi siamo noi. Nel senso che ciò che accade non è determinato dalla malvagità dei padroni e nemmeno dalla loro avidità. I padroni, malvagi e avidi, magnanimi e generosi, devono comunque fare il loro mestiere che è quello della ricerca del profitto, altrimenti andrebbero fuori mercato e chiuderebbero l’attività.

Loro fanno ciò che gli si lascia fare.

La colpa non è dei padroni ma dei servi, che sognano di lavorare per loro, che ambiscono a regalare loro il plusvalore della propria faticosa opera in cambio delle briciole che riceveranno e che serviranno a collocarsi ‘dignitosamente’ (credono loro) in questa bella società così attenta ai brand (che sia Barilla o Gucci) dove l’apparire ha preso il posto dell’avere che aveva preso il posto dell’essere. Per questo non riesco a provare compassione per una classe operaia, e anche impiegatizia, che si è costruita la sconfitta con le proprie mani, credendo ad una classe politica inetta se non in malafede. Chi è causa del suo male pianga se stesso.

(GUSTAVO SCHIANCHI)

dai nostri ex khorakhaneker Francesco e Gustavo Schianchi

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