L’ETICA NELL’ECONOMIA E’ UNA BRUTTA BESTIA

Il lavoro è tutto uguale? Proviamo, per capirlo, per rispondere, a metterci nella scala delle priorità.

E’ importante, perché forse è arrivato il tempo, malgrado la pubblicità, malgrado la televisione, malgrado tutto, che sempre di più si vedrà la gente che ha pochi soldi e li deve spendere meglio li spenderà con una scala di priorità che somiglia molto ad una scala etica. E ci sarà sempre più riflesso, somiglianza, sincronia tra una scala di priorità e una scala di valori. Perché l’etica alla fine dei conti è figlia della volontà di ognuno di soddisfare i propri bisogni. Anzi, della necessità di farlo. Così, se oggi dicono che sei inutile perché lavori in una fabbrica che fa macchine per abbronzatura, non stanno dicendo qualcosa campato per aria. Perché non appena una famiglia taglia i consumi, prima del cibo (nutrirsi) verrai tagliato tu. Prima delle medicine (curarsi) verrai tagliato tu. Prima delle case (abitare), prima dei vestiti (coprirsi), verrai tu.

Perché è un dato di fatto, in questi tempi di crisi, che in qualsiasi scala dei bisogni, ovvero dei valori, abbronzarsi nel solarium vale zero. E non appena si porta il consumatore a scegliere (cioè lo si lascia libero di scegliere) secondo una scala di valori, cioè una scala fondata sui bisogni, l’economia diventa etica. E la tua azienda di macchine per pigmentare idioti chiude.

E non è etico anche questo? Nessuno ha mai detto che l’etica sia una passeggiata. E tanto più potrà dirlo adesso. Per trent’anni, quest’economia, questi guru, questi venditori di fumo e di reclame, di consigli per gli acquisti, di top brand, hanno rincoglionito la gente spiegando loro che no, anche le lampade abbronzanti fossero una cosa bella. Che sprecare 300 persone a costruirle fosse bello. Che fosse “lavoro”.

Che fosse “valore”! Ma oggi, di fronte ad una crisi, ad un filotto di schifezze finanziarie, la verità balza sotto gli occhi: siamo i primi a cadere. Siamo stati giudicati inutili da 60 milioni di persone. Una gigantesca elezione, un momento di democrazia assoluta, nel quale gli “elettori” si sono chiesti chi buttare dalla torre, e hanno scelto la fabbrica di lampade per abbronzatura. Hanno scelto la chirurgia estetica che gonfia le tette, l’agopuntura per il gatto, le pubbliche relazioni per il garden party, l’arredamento feng shui. Zac, tagliati.

Da una scelta, da un modello etico, perché la famiglia impoverita sceglie basandosi sui bisogni. Che è “etica” allo stato puro. E il cibo? E l’acqua? E le medicine? No, quelle non si tagliano. La si può vedere, toccare, quindi, l’etica?

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