L’EVENTO DELL’ANNO

Mi ha colpito la notizia che un evento tanto atteso rischia di essere disturbato da manifestanti che manifestano per futili motivi come guerra e pace.

Fanno bene i politici inglesi a impegnarsi affinché un evento di per sè orrifico come delle nozze reali possa essere somministrato al pubblico nella pienezza della sua essenza. Il compito del potere è innanzitutto di tenere a bada quella bestia pericolosa che è il popolo.

Il popolo, il pubblico, come vogliamo chiamarlo? Gli spettatori, gli elettori, insomma coloro che detengono la chiave del potere ma non devono assolutamente sapere di detenerla.

Da un lato abbiamo la domanda di un pubblico che chiede di essere intrattenuto. Dall’altro abbiamo l’offerta del potere che tende a sedare il pubblico attraverso la costruzione di ‘eventi’ che tuttavia non devono sfuggire di mano, ma restare inquadrati all’interno di quel rettangolo prestabilito. Che sia lo schermo tv, un campo da tennis, una nave da crociera (forse sto leggendo troppo Wallace in questo periodo). Insomma ogni spettacolo deve restare all’interno dei confini dati, mai sconfinare. Mai decontestualizzare. Mai détournement. Ogni cosa deve restare incasellata, come l’esistenza di ognuno.

Tuttavia rilevo un’arretratezza nella strategia comunicativa delle autorità di Sua Maestà.

Scarsa furbizia, inadeguata per cercare e trovare la necessaria sintonia col pubblico. A parte un’esigua parte di spettatori, davvero malati, che si augurano di assistere a una cerimonia che fila via liscia e perfetta, la maggior parte del pubblico apprezza scene alla paperissima, tipo la sposa che inciampa all’ultimo gradino o lo sposo che non trattiene una rumorosa scorreggia mentre pronuncia il fatidico sì.

Ancora una volta vale sottolineare quanto in Italia siamo all’avanguardia in questo campo, con un premier che fra fanfaronate, ciarle e barzellette penose, infila volutamente una figura di merda dietro l’altra per restare in sintonia con il grande pubblico. Concordo con chi dice che la sua parabola ha preso una china patetica. Tuttavia non vedo per lui un tramonto triste e sbiadito come quello destinato ai figuranti della casa del grande fratello una volta famosi e poi costretti a piatire qualche comparsata in discoteche di periferia. Insomma, Berlusconi è Berlusconi e non deluderà il suo pubblico; farà di tutto per evitare una fine anonima. Confido che per farsi notare e restare fino all’ultimo al centro della scena vorrà prodursi in evoluzioni sempre più ardite e spericolate, alla Taricone insomma.

DALLA LUCIDITA’ CRITICA DEL NOSTRO POCOCURANTE

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