DAL DIRE AL FARE SBILANCIAMO LA FINANZIARIA

Dal Dire al Fare.

Dall’enunciato al vissuto, dal promesso al praticato.

In questo piccolo (o enorme, il più delle volte) intervallo tra l’annunciato e la concretezza c’è la chiave di tutto, la linfa del senso, l’umore del significato, il gene della politica al servizio del cittadino.

 Il ruolo dell’amministrare. Far crescere il Paese rispondendo alle esigenze, ai bisogni, alle aspettative, ai diritti dei cittadini. E quando la politica – i politici – non vogliono, non sono capaci, non sono in grado di colmare questo intervallo si giustificano sempre con le stesse parole, a prescindere da chi le pronuncia: “vorremmo anche, ma … non ci sono soldi”. E’ un’abitudine il dirlo, si è fatta abitudine il crederlo.

 Eppure è necessario, doveroso, che ognuno di noi prenda coscienza che non è vero.

I soldi ci sono. E’ solo un problema di come vengono spesi.

Ogni fine anno, con l’approvazione della Legge Finanziaria, il Parlamento approva (apportandovi le modifiche che ritiene necessarie) gli indirizzi presentati dal Governo in tema di Bilancio. Questa Legge contiene le nuove disposizioni che avranno un impatto sui conti pubblici; sia sul fronte delle entrate dello Stato, cioè delle tasse, sia sul fronte delle uscite, ossia della spesa pubblica. E’ quindi, con tutta evidenza, un provvedimento centrale per la politica economica, sociale ed ambientale del nostro Paese.

 Ebbene proprio a partire da qui si può vedere – e si vede – come i soldi ci siano. E’ solo un problema di allocazione delle risorse.

Da ormai 7 anni un insieme di associazioni e realtà della società civile presentano sul fine dell’anno un completo Rapporto che, utilizzando i numeri di bilancio e di previsione ufficiali del Governo –dimostra come sia “solo” un problema di volontà politica, di veti incrociati, di lobby economiche il non utilizzare i soldi a disposizione per una cosa piuttosto che per un’altra.

Questo Rapporto, come è noto,  si chiama: “Sbilanciamoci! per una finanziaria capace di futuro”.

Il Rapporto dimostra concretamente come sia tutto e solo una questione di scelte. Facciamo un esempio.

La Finanziaria ufficiale 2008 ha previsto che l’Italia, per la Difesa, spenderà oltre 23 miliardi di euro con un incremento rispetto all’anno scorso dell’11% (quando già l’anno precedente aveva visto un ulteriore aumento del 13%). Ovviamente non sono tutti soldi per gli stipendi del personale.

Nel 2008 spenderemo in nuove armi quasi 5 miliardi. Tra i progetti: i Sistemi d’arma high tech per  1,5 miliardi; per le fregate Freem altri 155 milioni; per gli intercettatori Eurofighter 968, ma soprattutto per il Joint Strike Fighter (gli F35), un aereo da combattimento ottimizzato per l’attacco con capacità di trasporto di ordigni nucleari che ci costerà in totale nei prossimi anni oltre 20 miliardi di euro

 Non è difficile evidenziare che le priorità collettive siano altre.

Nella stessa Finanziaria vengono stanziati per la preparazione del G8 che si terrà a La Maddalena (nel 2009) 30 milioni di euro da spendere nel 2008.

Con la Finanziaria si potevano ridurre anche gli sprechi passando ai sistemi informatici open source nelle Pubbliche amministrazioni. Il risparmio sarebbe stato di 2 miliardi di euro.

Abrogando i CPT il risparmio è  di oltre 100 milioni che potrebbero benissimo essere usati per politiche sociali di integrazione. Oltre 700 milioni si potevano recuperare per il diritto allo studio e all’edilizia scolastica pubblica abolendo per esempio i buoni scuola e i finanziamenti alle scuole private. Aumentare del 5% il prelievo sugli utili da proventi pubblicitari (in mano alle grandi agenzie) avrebbe portato nelle casse dello Stato ulteriori 450 milioni. Armonizzando le rendite finanziarie al 23% (ora è del 27% sui conti correnti e del 12,5% sui titoli, dividendi e capital gain) si sarebbe prodotto un recupero di 3 miliardi di euro.

E questi sono solo alcuni esempi avanzati dal Rapporto di Sbilanciamoci! Rapporto che suggeriva anche, ad esempio, di dirottare queste risorse per creare 3000 nuovi asili pubblici, oltre che ad un totale accesso gratuito ai farmaci per i malati cronici.

Alzare la progressività dell’aliquota fiscale al 49% per chi ha redditi oltre i 200 mila euro annui avrebbe fatto sì che un altro miliardo sarebbe tornato disponibile per una politica di ridistribuzione equa e solidale delle risorse.

Un’idea: e se provassimo a fare questo esercizio anche più in piccolo nei Bilanci dei nostri Enti Locali?  

www.sbilanciamoci.org 

12 pensieri su “DAL DIRE AL FARE SBILANCIAMO LA FINANZIARIA”

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