WRITERS E PALAZZONI

Tranne i meno avveduti, ognuno può ben rendersi conto che viviamo in un contesto di perenni intimidazioni.

Oggi ne abbiamo letta un’altra di un populismo da lasciare basiti. Se si vuole andare oltre gli applausi. La crociata, sui perdenti, di Corrado Valsecchi questa volta contro i writers che scrivono sui muri e che in questo fine settimana hanno, in maniera forse imbecille imbrattato chiese, statue e muri della città, ne è la riprova.

Valsecchi avrà pure qualche ragione ad arrabbiarsi con questi scribani della città ma lo fa con il solito fine populista, e del menare colpi laddove non costa nulla e dove, anzi è più facile riscuotere l’applauso, il consenso. Che è quella cruna dell’ago che fa passare cammelli e inciampa in travi ma anche in pagliuzze.

Un tono fascista che nemmeno i podestà e Cossiga degli anni bui. Scrive infatti: “Occorre usare le maniere forti, augurandoci di prendere presto gli artefici di questi vandalismi e far passare loro qualche brutto quarto d’ora in questura”. Qualche brutto quarto d’ora in questura.

Si è coscienti e consapevoli che è una minaccia fascista? Si è almeno abbastanza lucidi e liberi da capirne la gravità? Ben più grande e grave delle scritte sui muri? Ben più grande e grave di quanto si vuole condannare? Questi perbenisti in cerca di consenso sono più papisti del papa.

Mi domando: se non si sta con Valsecchi allora vuol dire che si sta per forza con i writers? Si?

E allora sto con i writers non perché mi piace una statua deturpata dallo spray (è un’imbecillata) non perché si può giustificare uno sgorbio di vernice sul muro (è forse un disagio mal espresso, sebbene io mi chiederei anche perché si sono arrabbiati così tanto da arrivare a urlare le loro ragioni sui muri? C’è qualcuno che doveva e non ha ascoltato? Forse si può anche essere pirla gratis ma secondo me c’è comunque un disagio. Se uno sta bene mica va a imbrattare i muri, comunque).

Ma sto con loro perché, appunto, il finto perbenismo dei Valsecchi – di cui Lecco e la politica è piena – contro gli imbrattatori si scontra con la cruda e oggettiva realtà.

Quella che dovrebbe far dire a tutti i perbenisti, a proposito di decoro, dove caspita era – perché non c’era e non c’erano – Valsecchi con tutti quegl’altri paladini quando a Lecco, gli anni scorsi, tiravano su quei palazzoni all’ex Oasa, o di Germanedo e Acquate,  quelli nella ex Sae,  ect ect.?

Che questi mica li tiri via con uno straccetto e dell’alcol.

Per stare alle parole per abbagliare del loro portavoce, Appello per Lecco, si fa paladina, di chiedere nel prossimo Consiglio Comunale di inasprire le pene contro i deturpatori del decoro urbano. Al di là che non ha ruolo il Consiglio, dovrebbe leggersi la Costituizione… Loro poi, proprio loro cazzo che hanno votato in nemmeno un anno di Amministrazione per altre 20 nuove villette in Falghera, ed ancora per la distruzione della storica Villa Pazzini di via don Pozzi a Castello in cambio di un condominio che nemmeno Milano, e poi ancora per quello di ben 9 piani in via Caduti a Fossoli, o l’ultimo –  per adesso – che hanno approvato con convinzione, giusto un mese fa, di Via Pergola, 7 piani di inutile e invasivo cemento.

E poi dai, siamo seri, la giustifica che impettito usa Valsecchi contro i writers pare roba da barzellette: perché così si disincentiva il turismo a Lecco.

Io perciò sto più alle scritte sui muri che a tutti questi muri tirati a palazzoni.

Non ho ben capito dove vuole suggerire di portarci il populista Corrado Valsecchi. Ma quel brutto quarto d’ora in questura – e di rendere pubblici i nomi dei maggiorenni rei di usare lo spray fors’anche con una stella gialla sul bavero – ha il passo della marcetta che non merita compagnia.

La sua incoerenza dovremmo scrivergliela sui muri.

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