Sabato 1 ottobre ho partecipato al Convegno di chiusura della 1°edizione del Varenna Fisica Festival.
Una serata interessante.
Merito dell’organizzazione dell’APiLecco e dei relatori. Su tutti l’economista americano Jeremy Rifkin e il prof. Giulio Sapelli già nel cda di Unicredit ed Eni.
Un vivace dibattito tra chi (Rifkin) vede ineludibile un’accelerazione, urgente e salvifica, verso le energie rinnovabili e chi (Sapelli) evidenzia invece una necessità di fare i conti con la realtà che non è così catastrofica.
Entrambi sono rimasti sulle loro posizioni. Io credo che ci sia, invece, del buono in entrambi.
Sono convinto, infatti, che oggi serve un contesto sinergico collaborativo di elaborazioni teorico culturali alla Rifkin e di fattualità operativa nella realtà alla Sapelli. Questa è la collaborazione necessaria, per fare uno scatto in avanti.
Il Potere (politico e economico) , evocato da Sapelli come zavorra per il Piano di Rifkin non può essere infatti eluso ma i movimenti orizzontali e non verticistici/gerarchici, che possano iniziare “una piccola autonomia” sono indispensabili e sono già praticabili.
Non è necessario aspettare un intervento pubblico, cioè dello Stato, per far partire questa Terza rivoluzione. A livello macro è indubbio che questo sia l’unico soggetto che possa sostenerla, attraverso Leggi e soprattutto risorse, ma, anche nel piccolo di un territorio, di un Comune, di un condominio, si può fare almeno il primo passo.
Questo, ed è il vero problema, però, non avviene come dovrebbe.
La platea era quasi totalmente composta da imprenditori e associati dell’API Lecco e da alcuni sindaci (Lecco/Merate/Mandello). Quanti dei primi (si è saputo) hanno indirizzato parte dei loro investimenti per adeguare la loro fabbrica alla produzione e uso dell’energia rinnovabile?
A partire dai pannelli fotovoltaici per giungere alla coibentazione, al geotermico, al recupero del calore?
Quanti sindaci, a partire da quello del Capoluogo, Brivio, hanno Regolamenti Comunali Vincolanti per la costruzione, ristrutturazione di edifici, privati e pubblici, con metodi legati al risparmio energetico? Perché questo non è nemmeno previsto nel PGT di Lecco in approvazione?
Quanti edifici pubblici, illuminazione pubblica, scelte ambientali e di mobilità urbana, sono pensate per non divorare energia?
Essendoci poi progetti, sia per imprese che per Enti pubblici, a basso o nullo costo, stupisce incrociare importanti sforzi organizzativi per Convegni di indubbia qualità e contemporaneamente scontrasi con la dura realtà di immobilismo collaborativo e innovativo.
Forse serve esplicitare la necessità, per citare ancora Rifkin, di un doveroso “senso del bene comune”, ormai vitale, non più rinviabile che va oltre il fare impresa.
Un aspetto che durante il Convegno paradossalmente nessuno ha toccato come possibile pezzo di soluzione è stato quello della sobrietà. La sobrietà energetica e dei consumi.
Eppure ritengo che sia importante avere tutti quanti coscienza della nostra condizione di ospiti su questa terra. E che non ci si salverà da soli. O ci salviamo tutti, contribuendo ognuno secondo le proprie possibilità, o si affogherà tutti. E a qualcuno sarà chiesto, finalmente, di pagare il conto.
Per questo, raccogliendo la promessa della Presidente Sirtori di una 2°edizione nel 2012, perché non si utilizza quell’appuntamento per dare conto dei progetti, dei risultati, della strada, tangibile e verificabile, messa in campo, da oggi, da pubblico e privato, sul nostro territorio?
Chi raccoglie la sfida?