DOTECOMUNE, Promessi Sposi e sfruttamento

Eppure Lecco in tema di matrimoni dovrebbe avere un’esperienza robusta.

Renzo e Lucia sono le fondamenta della nostra storia. Invece il Comune, a maggioranza di centro-sinistra, si comporta come un Don Rodrigo carogna. Vuole sposare a forza, prendendola per fame e potere, un’ingenua Lucia. Una poverella non più contadina che oggi deve portare in Dote l’esser  giovane e disoccupata o cassaintegrata. Una di poche pretese e che, soprattutto, non si monterà la testa.

Il Comune Don Rodrigo in realtà non vuole nemmeno sposarla, gli serve una serva.

Dopo un anno, di Tirocinio Formazione all’Archivio/Protocollo se ne stancherà e la caccerà. La farà tornare da mamma Agnese, pronto così a cercare carne ancor più fresca.Oggi non c’è nessun Padre Cristoforo a venirle in aiuto, e nessun Innominato che si redimerà l’anima.

Quanto è accettabile che Lucie del XXI secolo sbattano ancora contro i Don Rodrigo che per i propri servigi, per il proprio interesse a tappare buchi di organico, le paghi 3,48 euro, l’ora? Col rischio che siano anche lorde?

Questo non è un romanzo storico ma è una tragedia moderna.

Oggi il Comune di Lecco si vanta e pubblicizza la DoteComune, la ricerca di una Lucia per occupare un posto, con Borsa lavoro, per 12 mesi, a 20 ore settimanali obbligatorie di lavoro, riconoscendo, alla Lucia di turno, 300 euro mensili.

E oltre il danno anche la beffa: Se Lucia è in Cassa integrazione e i suoi redditi superano, con questi del Comune, 7000 euro annui (essendo la Dote Comune redditi assimilabili a lavoro dipendente) ci paga pure le trattenute. Sono cioè 300 euro mensili lordi, 3,48 euro all’ora, lorde. Non bastasse, si ammala, deve recuperare le ore che ha perso (art.11 del Regolamento_funzionamento).

Perché al posto di chiamarla DoteComune non la si chiama con il suo nome: Sfruttamento?

(Perchè se si prende come scusa che non ci son altri soldi non la si paga dignitosamente, almeno il doppio e la si fa lavorare la metà?)

La cosa più triste è che lo fa un Comune che si spaccia, immotivatamente, di Centrosinistra, dove le Associazioni amiche le copre di soldi e poi sfrutta chi non può sputare su elemosine così ipocrite.

4 pensieri su “DOTECOMUNE, Promessi Sposi e sfruttamento”

  1. Ho una laurea specialistica e ho partecipato a Dote Comune. Ho fatto straordinari, ho gestito in autonomia l’ufficio (un compito decisamente fuori portata per una persona considerata solo come tirocinante), ho svolto delle mansioni destinate ad altri. Mi avevano promesso un’assunzione ma, a nemmeno un mese dallo scadere del contratto, hanno ritrattato sostenendo di non potermi assumere poiché rappresento un costo per l’ente. È inaccettabile – e scandaloso – approfittarsi così di giovani ragazzi laureati.

  2. Cara Alice.
    Questo articolo è, fra pochi giorni, di 7 anni fa.
    Tu commenti oggi, a questa distanza, una situazione personale che non ha dell’assurdo ma del drammatico.

    È ricalco di quanto il post evidenziava preventivamente.

    Ti chiedo alcune cose, per chiarezza e capire meglio la tua fotografia che non è solo uno sfogo, ma soprattutto una chiara ed evidente delusione e scoramento.

    1) il tuo tirocinio è avvenuto 7 anni fa o è un’esperienza recente?

    2) la tua laurea specialistica ti è servita (serviva) per ricoprire il ruolo che ti era stato assegnato o per quello che ti sei trovata a effettuare?

    3) la paga immagino fosse quella evidenziata nell’articolo in rapporto alla singola ora.
    E tantomeno le straordinarie pagate, immagino.

    4) Credo, ma è solo un ricordo, che l’Ente pubblico non può assumerti a chiamata e addirittura mi sembra che non possa assumere proprio per via di vincoli sovracomunali

    5) Ritieni dalla tua osservazione ed esperienza che la tua sia stata una situazione limite o è stata beneomale simile per difficoltà, mancate risposte, delusione, sensazioni e risultati uguale agli altri tirocinanti?

    Un saluto da qui
    Paolo

  3. Ho appena accettato una Dote Comune a seguito di esito positivo del colloquio ma mi viene voglia di non presentarmi nemmeno il primo giorno: il compenso di 300 euro viene erogato TRIMESTRALMENTE (o comunque entro 120 giorni) e non si ha nemmeno diritto a qualche giorno di malattia o ferie. Se devo frequentare almeno 1000 ore su 1032, questo significa che potrò assentarmi solo 8 giorni in un anno: mettiamoci una influenza e un paio di visite mediche e ho terminato i giorni a disposizione. Tutto ciò ha dell’assurdo. A chi ha già partecipato, sa dire se almeno è stata un’esperienza formativa? So che il post è vecchio ma io sono arrivata qui e non si trovano articoli altrettanto veritieri in merito.

  4. Buonpomeriggio Silvia.
    Alcune persone che come te gli scorsi anni hanno accetto e svolto il loro periodo, sia trimestrale che annuale, dentro Dote Comune, pur con messaggi privati, oltre, peraltro, al messaggio di Alice che precede il tuo qui sopra, nessuno, nessuno, ha espresso soddisfazione, realizzazione o un bilancio positivo dell’esperienza.

    Pochi hanno evidenziato positività in termini di relazione tra “colleghi di lavoro” è sembrato e sembra sempre che gli addendi stranamente diano somme negative: per esperienza personale, competenze da spendere, valorizzazione del lavoro e degli studi.

    È un lavoro a poco costo che è più sostituzione che formazione.

    Mi dispiace riportare a sintesi questo quadro, può essere e mi auguro che chi ha avuto esperienze positive non si è semplicemente fermato a scriverlo e dirlo, per condividerlo.

    Un abbraccio da qui. Per tutto

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